[COLOR=darkblue][SIZE=4]'Elba รจ anche nostra [/SIZE] [/COLOR]
di Romano Bartoloni
Miopi, stupide e gratuite sono le offese di taluni ambienti ai proprietari di seconde che rivendicano, non elemosinano legittimi e dignitosi sconti tariffari per lโandirivieni sui traghetti. Non sono accattoni da strapazzo, nรฉ appartengono a qualche riserva nomade da ghettizzare. Sono diverse decine di migliaia accasatisi nellโisola nellโarco di una 50ina di anni e che portano ogni anno milioni di euro allโeconomia isolana. Sborsano piรน quattrini dei residenti con lโImu dedicata solo a loro, e condita con la Tasi e la Tari (la tassa sui rifiuti pagata non a consumo ma a pieno prezzo annuale), pagano luce e acqua a costi maggiorati. Ma non battono ciglio, al massimo mugugnano, perchรฉ sono davvero innamorati dellโisola. Altrimenti avrebbero abbandonato baracca e burattini da un pezzo per andarsene verso lidi piรน a buon mercato. Oggi, fra le mete piรน ricercate, spicca la Tunisia che, a un paio di ore di aereo (e non a mezza giornata di viaggio fra auto e nave), offre paradisi in terra a spese stracciate e a fisco zero.
Non sono vacanzieri mordi e fuggi. Convivono, fraternizzano, persino si sposano sul posto, insomma stabiliscono legami duraturi con gli isolani. Grazie a loro lโedilizia รจ sempre in moto; si sono moltiplicate le imprese di servizio, industria e commercio non vanno in letargo o campicchiano in attesa del ritorno dei turisti. Con il loro tam tam fra amici, parenti e colleghi di lavoro contribuiscono alla promozione e alla crescita dellโisola meglio di aziende turistiche che spandono e spendono con scarso costrutto. Non da oggi sono disposti a pagare anche piรน di un euro per la tassa di sbarco, purchรจ i quattrini siano davvero destinati, come peraltro prevede lo statuto della gestione associata fra i Comuni, a risolvere cronici disservizi e non a perdersi in iniziative improduttive. I soldi distribuiti a larghe mani per i mille rivoli delle manifestazioni napoleoniche non hanno portato nel 2014 nรฉ un turista in piรน, nรจ un visitatore in piรน nei musei imperiali.
Quando noi pionieri approdammo sullo Scoglio negli anni โ50 e โ60 del secolo scorso, lโeconomia non solo era arretrata, ma era finita in ginocchio nonostante gli aiuti della Cassa per il Mezzogiorno. La chiusura degli altiforni di Portoferraio aveva impartito un colpo mortale. Contadini e vignaroli faticavano a sbarcare il lunario. Si esportava a quattro soldi vini da taglio strappati con tanto sudore dai vigneti di montagna. In molti ripresero la via delle emigrazioni verso le Americhe.
Quando arrivรฒ il benessere con il turismo di massa, noi non scappammo schifati come fecero tanti vip. Ci hanno seguito generazioni di continentali che hanno scoperto e riscoperto con noi le bellezze della โnostra isolaโ, chiudendo spesso un occhio alla lacunosa accoglienza. Penso che meriteremmo non tirate dโorecchio, ma la soddisfazione della cittadinanza onoraria.
Risparmiare sulle tariffe dei traghetti di qualche centinaia di euro allโanno significa incoraggiarci a sfidare i rigori e le solitudini invernali pur non di non perdere il piacere del contatto non con la seconda casa bensรฌ con la casa dellโisola del cuore.
Romano Bartoloni giornalista, โpuggincoโ di adozione dal 1956