[COLOR=darkred][SIZE=5]Gestione associata: non è che comincia a far gola il malloppo? [/SIZE] [/COLOR]
Qualche considerazione sulle polemiche di questi giorni intorno alla cosiddetta “gestione associata del turismo”.
La gestione associata è nata in seguito alla soppressione delle aziende di promozione turistica della Toscana -decisa dal governatore Rossi qualche anno fa, in occasione di un taglio dei trasferimenti dallo stato alle regioni- ed è di fatto diventata pienamente operativa con l’istituzione della “tassa di sbarco”, a partire dall’estate 2013.
Lo spirito dell’operazione era questo: venuto meno l’organismo pubblico preposto alla promozione –appunto, l’APT- gli otto comuni elbani si coalizzano e si consorziano per provvedere a questo tipo di attività, che è essenziale per una zona come l’Elba che vive esclusivamente di turismo. E si pensò, quasi subito, di finanziare la nuova struttura istituendo una, sia pure irrisoria, tassa di sbarco, che avrebbe garantito entrate certe e sicure nel tempo.
Si decise subito che il comune capofila dell’operazione sarebbe stato Capoliveri, che oltretutto è il comune con più presenze turistiche, e nessuno ha mai trovato nulla da ridire in proposito. Il referente del’Amministrazione in materia è sempre stato Claudio Della Lucia, persona seria e capace. Quest’anno la gestione dell’attività promozionale è stata affidata, in gran parte, a due esperti del settore: Rossi e Getz.
Veniamo ad oggi. Il quotidiano “Il Tirreno” ha deciso di dedicare un’inchiesta in tre puntate alla gestione associata, in particolare al modo in cui i fondi disponibili (quasi 950.000 euro) sono stati utilizzati. Già dopo la prima puntata la reazione del sindaco di Capoliveri Barbetti, che si è sentito ferito da certe insinuazioni, è stata particolarmente violenta. Di sicuro, ha ecceduto nei modi e nei toni, ma noi elbani conosciamo Barbetti e sappiamo quanto è irruento, focoso e combattivo. Siamo sicuri che si è anche lasciato trasportare dalla rabbia e magari ha detto cose che non voleva dire e ha usato parole di cui poi si è pentito.
Non sono stati commessi errori nella gestione associata? Sì, sono stati commessi, naturalmente: di sicuro è mancata un po’ di trasparenza, sin dalle origini, e certe scelte operate non possono non suscitare qualche perplessità. Ma sempre nei limiti del fisiologico.
Riconosciuto questo –e riconosciuto pure che la libertà di stampa è sacra e inviolabile e nessuno può proibire ad un giornale di dedicare un’inchiesta a qualsiasi argomento- e andando al nocciolo del problema è comunque lecito chiedersi se l’ira di Barbetti sia più o meno giustificata. In passato, non era mai accaduto che “Il Tirreno” dedicasse un’inchiesta in tre puntate ad un’altra questione di interesse locale, con addirittura due paginate fitte fitte a puntata. Eppure, pur essendo la promozione turistica un settore di grande importanza per una località come l’Elba, esistono tematiche di rilievo ancora superiore, come la sanità e i trasporti marittimi.
A qualcuno risulta che il quotidiano in questione abbia mai dedicato un’inchiesta al sistematico smantellamento del nostro ospedale operato dalla regione (in particolare da Enrico Rossi, prima assessore alla sanità, ora governatore e fra pochi mesi di sicuro riconfermato plebiscitariamente nella carica) o al passaggio della compagnia pubblica di navigazione, Toremar, nelle mani dell’allora unica compagnia privata, con la realizzazione di un vero e proprio regime di monopolio nel vitale (perché se il costo del viaggio è eccessivo l’Elba diventa di fatto irraggiungibile e il pane per noi non arriva più), per noi, settore dei trasporti marittimi?
Se si pensa a tutto questo, diventa allora difficile ritenere casuale l’inchiesta del Tirreno. Non sarà che questo quasi milione di euro (che, sì, sono pochi rispetto alle cifre a cui sono abituati in regione, ma rappresentano comunque una sommetta del tutto considerevole) comincia a far gola al Parassitario Avanzato annidato all’interno dei Palazzi del Potere fiorentini? Potrebbero aver ragionato così: “Ma come si fa a lasciare tutti questi soldi in mano al gorillaio? Gli vanno tolti, in qualche modo, altrimenti questi finiscono col combinare del casino”. E allora via con il lancio –approfittando della stampa compiacente e di qualche ascaro locale- di una campagna contro la gestione associata, con l’evidente intento di far scoppiare uno scandalo e di dare così modo ai Palazzi di intervenire dicendo: “Voi isolani siete proprio dei primitivi. Non vi si può lasciare soli un minuto senza che creiate dei casini tremendi. Comunque, menomale che vi teniamo sotto controllo. D’ora in poi i soldi della tassa di sbarco li prende mamma regione e decidiamo noi come spenderli…”.
Per questo, ci permettiamo di dare un consiglio ai sindaci elbani: massima coesione e niente polemiche e se c’è qualche panno sporco da lavare –può succedere a tutti, anche nelle migliori famiglie- lo si deve fare all’interno delle mura domestiche. Se così non fosse, rischieremmo di perdere delle risorse che sono essenziali pere il futuro della nostra industria turistica.
Elba 2000
Movimento in difesa dei diritti elbani