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"โ€œPagamenti digitaliโ€ si chiamava il tema da svolgere scelto dal deputato del Pd Marco Di Stefano nel garage della Leopolda" da "โ€œPagamenti digitaliโ€ si chiamava il tema da svolgere scelto dal deputato del Pd Marco Di Stefano nel garage della Leopolda" pubblicato il 7 Novembre 2014 alle 7:45
Il tavolo lo aveva scelto lui. Roba seria, che odora tanto di moderno. โ€œPagamenti digitaliโ€ si chiamava il tema da svolgere scelto dal deputato del Pd Marco Di Stefano nel garage della Leopolda, lโ€™assise renziana divenuta tappa obbligata per quei democratici che ci tengono a rimanere in sella. E chissร  come ha presentato la questione della tracciabilitร  dei denari su quel tavolo, pensando allโ€™inchiesta romana sulla vendita di palazzi allโ€™Ente previdenziale dei medici che โ€“ secondo quanto ha rivelato Il Messaggero - lo vede indagato per una presunta tangente da 1,8 milioni di euro. Una cifra niente male, che per gli investigatori sarebbe arrivata dai costruttori romani Pulcini, finiti ai domiciliari per corruzione nellโ€™ambito dellโ€™inchiesta che ha colpito, a fine ottobre, il direttore regionale dellโ€™agenzia del demanio del Lazio. Secondo il quotidiano romano, la tangente sarebbe servita ad assicurare ai costruttori due contratti dโ€™affitto a sei zeri per conto della โ€œLazio serviceโ€, societร  controllata della Regione. A raccontare della presunta mazzetta oversize รจ lโ€™ex moglie del deputato del Pd, Gilda Renzi e Bruno Guagnelli, fratello del suo ex braccio destro, Alfredo: โ€œMio fratello mi disse, ridendo, che Daniele Pulcini diceva sempre che lโ€™assessore era un ladro, perchรฉ aveva preteso un milione e 800mila euro per il buon esito di un affitto o di un acquisto di un palazzo di cui aveva bisogno la Regione Lazio nel 2009โ€, riporta Il Messaggero. Racconto che sarebbe stato poi confermato dallโ€™ex moglie, ascoltata dagli ufficiali della Guardia di Finanza. Il deputato del Pd, dunque, avrebbe chiesto e ottenuto โ€“ secondo quanto trapela โ€“ i soldi quando occupava il ruolo di assessore al Demanio della giunta Marrazzo, prima di presentarsi alle elezioni per la Camera. Accusa che lโ€™interessato respinge, spiegando che โ€œquanto mi si attribuisce โ€“ si legge in una nota โ€“ esula completamente dalle competenze politiche che ho rivestivo nel 2008 e negli anni successiviโ€. Al caso si aggiunge un giallo, con una sparizione sospetta. Il testimone chiave Alfredo Guagnelli โ€“ che potrebbe confermare il racconto del fratello Bruno โ€“ รจ introvabile dallโ€™8 ottobre del 2009, ovvero sei mesi dopo lโ€™incasso di 300 mila euro che, per la Finanza di Roma, provenivano da una tangente partita dai costruttori Pulcini. A cinque anni dalla scomparsa la Procura ha deciso di firmare una specifica delega dโ€™indagini, affidate alla sezione omicidi della Squadra mobile. Il fratello Bruno โ€“ che a sua volta oggi si sarebbe trasferito in Brasile โ€“ non ha mai creduto allโ€™allontanamento volontario di Guagnelli. Il giorno della scomparsa lโ€™ex braccio destro del deputato Di Stefano aveva detto agli amici di dover andare in treno a Firenze per un appuntamento, senza aggiungere altri dettagli. Ma non รจ tutto. Eโ€™ sempre il Messaggero a riportare unโ€™intercettazione del gennaio 2013 in cui il futuro parlamentare, non contento della posizione in lista, spara a zero sul Pd e sulle primarie indette in fretta e furia a ridosso del voto: โ€œHo fatto le primarie con gli imbrogli, no? Non รจ che soโ€™ imbrogli finti, imbrogli ripresi, non รจ tollerabile questa storiaโ€ฆ Se imbarcamo tutti, ricominciamo dai fondi del gruppo regionale. Sansone con tutti i filistei, casco io ma cascano pure gli altriโ€.
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