[COLOR=darkred][SIZE=4]LA REVOCA DEL PRESIDENTE [/SIZE] [/COLOR]
La revoca del presidente del consiglio comunale di Portoferraio è un argomento che fa discutere. E’ un argomento delicato. Per questo non vogliamo entrare nel merito, non avendo oltretutto sufficienti elementi per farlo. Ci limiteremo a fare qualche considerazione in generale.
Certo, poiché, come si dice, “prevenire è meglio che curare”, se la maggioranza fosse stata un po’ meno democratica e un po’ più prudente e avesse scelto per questa carica un proprio rappresentante, come fece la giunta Peria, il problema non sarebbe sorto.
Comunque, così non è stato e dobbiamo allora ragionare sulla realtà.
Per incominciare possiamo fissare alcuni punti sui quali non si può discutere, essendo previsti dalla legge.
La funzione di presidente e quella di consigliere devono rimanere rigorosamente separati; nessun vantaggio dovrà avere il presidente del consiglio comunale quando svolge la sua funzione di consigliere.
Non dovrà neanche avere limitazioni rispetto agli altri consiglieri. Svolgerà il proprio compito, come tutti gli altri, senza alcun limite se non quelli dettati dal buon senso e imposti dal buon gusto (qui sì) per il fatto che svolge anche una funzione istituzionale importante e super partes come la presidenza del consiglio.
Ma - e questo è il punto – il discorso può essere diverso in relazione al tipo di critica. Se il presidente, quando agisce come consigliere di opposizione critica la maggioranza, evidenziando quelle che, per la parte politica che rappresenta, sono scelte sbagliate esercita un suo diritto, anche se lo fa con durezza e, al limite, pure con una certa aggressività.
Il discorso è completamente diverso se la critica invece di concentrarsi su scelte sbagliate, colpisce direttamente la maggioranza, la sua natura e il suo modo di essere e di lavorare; magari, rivelando ai cittadini che la squadra non è affidabile, che li tiene all’oscuro, soprattutto quando si tratta di scelte importanti, come se fossero cose non presentabili. In questo caso, il discorso si fa serio per diversi motivi, di cui almeno due incontestabili:
(1) Questo tipo di esternazioni e di critiche, per chi ascolta da fuori, essendo fatte da chi è all’interno della stanza dei bottoni, hanno la forza e la credibilità di una vera e propria testimonianza. E’ un po’ come se un cuoco raccontasse che funziona male la cucina in cui lavora. Se non è informato lui chi lo è? Ecco perché, in questo caso, la comunicazione assume una forza e una credibilità maggiore che va a vantaggio della sua parte politica. Viene così a concretizzarsi una situazione di incompatibilità, perché, secondo la legge, nessun vantaggio può derivare al consigliere che esercita anche il ruolo di presidente del consiglio;
(2) inoltre, questo tipo di critica provoca inevitabilmente la reazione della maggioranza che si difenderà da affermazioni sul suo modo di essere e dalle insinuazione sulla sua affidabilità. Ci troviamo, quindi, di fronte ad una crisi di fiducia tra il sindaco e la Giunta da una parte e il presidente del consiglio comunale dall’altra. E questo, al di là di chi ha ragione o torto, non è certo quello che serve per il consiglio che, se funziona male, danneggia i cittadini.
E’ quindi comprensibile che chi ha responsabilità di governo, in prima fila il sindaco, si impegni a rimuovere quello che ritiene un ostacolo al suo corretto funzionamento.
Certo, la revoca del presidente è un fatto grave, e non va presa a cuor leggero.
Ma, sempre parlando in astratto, è comprensibile che il Presidente del consiglio senta come un obbligo morale rendere pubblici atteggiamenti che - a sua parere - contrasterebbero con gli interessi della popolazione che, anche lui, rappresenta. Vista così è una scelta legittima e apprezzabile. C’è solo un fatto: questo coraggioso presidente, non potrebbe evitare le sue dimissioni perché non potrebbe collaborare con chi - secondo lui- non è degno di fiducia.
Tornando al caso di Portoferraio possiamo solo dire che questa incresciosa vicenda poteva essere evitata con una maggior prudenza e serenità da parte della presidente. Invece, se vi sarà la revoca, non sarà più utilizzabile, almeno in quel ruolo, una professionalità che per la comunità era certamente una risorsa importante.
Elba 2000
Movimento in difesa dei diritti degli elbani