[COLOR=darkred][SIZE=4]LA SANITA’ ELBANA, UNA “BOLLA” DI PATTI E PROPOSTE. [/SIZE] [/COLOR]
In questi ultimi mesi la sanità Elbana, grande ammalata, è una sorta di “Bolla” di patti, proposte, promesse, progetti, quanto alle sue reali criticità e difficoltà in essere, non c’è tempo e forse capacità di aggredirle. Hanno tutti la presunzione di essere i primi a piantare il paletto sulla vetta più alta dei consensi senza preoccuparsi minimamente del tempo di attuazione del progetto che si vuol partorire, senza fare i conti con le esigue risorse economiche per attuarlo e con l’eventuale diniego della Regione che è in fase di licenziare il suo piano sanitario integrato Regionale. Da non sottovalutare che la Regione è alla ricerca di tagli e riorganizzazioni capestro.
Molti attori sono al tavolino, Partiti politici, Amministrazioni, Azienda Sanitaria, Sindacati, Associazioni, Fondazioni e quasi tutti vogliono riclassificarci e aggregarci secondo una loro logica dimenticando, forse, che il nostro presidio ospedaliero è stato quasi svuotato di attrezzature valide e le restanti sono obsolete (la camera iperbarica ne è l’esempio) inoltre non abbiamo una sala di rianimazione pur avendo anestesisti rianimatori e prevedere particolari interventi chirurgici, lo si può fare solo nelle intenzioni.
Mentre la “bolla” si dilata sempre più, la situazione in ospedale peggiora:
· Ascensore esterno: I lavori di ripristino dovevano iniziare nel giugno scorso, però l’Azienda finanzia a Piombino una scala mobile che porta al parcheggio auto.
· Camera Calda: iniziata e poi dimenticata, ora posteggio selvaggio (vedi foto del 15.10.2014) con ambulanze che scaricano il paziente a metà rampa.
· Personale ospedaliero: lavorano in condizioni disumane.
· Spogliatoi personale: non hanno gli arredi differenziati per abiti civili e di servizio, così la trasmissione di batteri è agevolata.
· Pronto Soccorso: le stanze dell’astanteria e servizio igienico abbinato hanno ancora le finestre murate.
· Pronto Soccorso: non esistono le stanze di breve osservazione.
· Pronto Soccorso: sala di attesa senza servizi igienici, di sera a ospedale chiuso si può defecare e vomitare nel piazzale.
· Elisoccorso: Non esiste un piano “B” in caso di fermo ascensore.
· Elisoccorso: Non esiste un piano di emergenza in caso di fermo di notte della piattaforma.
· Punti PET: In caso di malore, i pazienti fuori Portoferraio devono affidarsi al Rendez Vous. In caso di due emergenze contemporanee il medico del 118 deve scegliere chi salvare.
· Ortopedia, Chirurgia, Radiologia: in sofferenza, però l’ASL ha assegnato a Piombino 2 nuovi radiologi.
· Partoanalgesia: Parto senza dolore, per ora è solo una promessa.
· Residenze per famigliari: a fine maggio doveva essere disponibile la lista degli Hotel convenzionati per i famigliari degli Elbani ricoverati in continente. Non si ha notizie.
. Proseguimento Pronto Soccorso: c’è chi paga un secondo tiket e chi no, a discrezione. Non esiste normativa.
· Acqua Calda: in alcune stanze dell’ospedale, hanno dimenticato di collegare l’acqua calda per lavare i pazienti (dov’erano i collaudatori e il certificato di conformità?) .
· Attrezzature (ausili) a domicilio: c’è chi aspetta mesi per averli e c’è chi non riesce, per burocrazia, a restituirli. Non c’è normativa di ridistribuzione e se ne acquistano sempre di nuovi.
· Reumatologia: non abbiamo un ambulatorio e per essere visitati dobbiamo pagare.
· Guardia cardiologica: siamo privi.
· Servizi ambulatoriali: liste di attesa bibliche, non si capisce perché molti ambulatori non funzionano anche di pomeriggio.
· Medicina dello sport: frazionata, alcune fasce di età ai privati, chi pratica lo sport non agonistico, deve pagare.
Sono convinto che il cittadino in buona salute apprezzi che molti si impieghino a un nuovo piano sanitario locale, credo anche che si dovrebbe fare qualche passo indietro e dedicare più attenzione alle difficoltà sanitarie che incontrano quotidianamente le persone che devono, loro malgrado, recarsi in ospedale. Se a Loro chiediamo cosa richiedono alla futura sanità, risponderanno che vogliono essere curati nella propria terra e vicino ai propri cari.
L’Elba non ha bisogno di tanti piani, ma com’è stato detto ad Amatrice, deve essere però considerata e quindi tutelata nel sociale, come zona insulare e disagiata.
Vivere la quotidianità senza la paura che arrivi in tempo l’elicottero per qualsiasi emergenza non può essere oggetto di compromesso.
Francesco Semeraro.