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Marcello Camici da Marcello Camici pubblicato il 21 Settembre 2014 alle 5:25
[COLOR=darkred][SIZE=4]GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA(1737-1801/1814-1859)DELL’IMPOSISIZIONE REGIA E COMUNITATIVA E DEL MODO DI ESIGERLA SUPPLICA PER SOSPENSIONE ADDEBITO PAGAMENTO DELLE TASSE [/SIZE] [/COLOR] Contro l’imposizione fiscale del Granducato di Toscana il contribuente poteva ricorrere con istanze e suppliche per richiedere non solo una riduzione “,defalco”, ma anche una sua eliminazione mediante “abbuono” ,il tutto doveva avvenire entro il 31 maggio di ogni anno. Esistevano poi dei “privilegi” che permettevano di non pagare tasse o averle ridotte, tra questi ricordo quello chiamato “privilegio dei dodici figli” e quello chiamato”privilegio delle donne “ di cui parlerò a parte. Quando la tassa non veniva pagata scattava l’applicazione dell’articolo di legge secondo cui era il tribunale a provvedere all’esazione: “LXXII Trascorsi gli indicati otto giorni il Camarlingo dovrà,fatto lo spoglio dei debitori morosi,consegnare nel tempo e termine di cinque giorni le poste in esazione ai rispettivi tribunali,perché sia proceduto agli atti esecutivi contro detti debitori morosi , i quali in tal caso anderanno soggetti alla penale dell’otto per cento” (Circolari e ordini dal Soprassindaco Provveditore dal 1815 al 1818.C64.Carta 40. ASCP) “I debitori morosi” sono i contribuenti che non hanno adempiuto al pagamento nei modi e nei tempi prescritti e, per questo ,i loro nominativi sono stati consegnati dal Camarlingo comunitativo al tribunale”perché sia proceduto agli atti esecutivi” E’ quanto accadde ad alcuni contribuenti a Capoliveri nel 1816 . Essi si rivolsero con supplica per avere sospensione dal tribunale dell’addebito del pagamento . L a vicenda si svolge in questi termini: Bernardo Gesi ,membro della Magistratura di Capoliveri ed uno dei supplicanti,scrive a al Sig. Cornacchini ,Auditore Vicario (giudice) dell’isola d’Elba,spiegando la situazione che si è creata dopo che il “Cursore” (ufficiale che notifica l’atto giudiziario) ha consegnato la “Cedola”(cedola di citazione) di addebito moroso agli interessati ,allegando a tale lettera la supplica. LETTERA ALL’AUDITORE VICARIO “Il.mo Sig.re I clamori,i pianti e le grida che in questo giorno si sono sentiti da alcuni debitori della contribuzione fondiaria sono indicibili: al momento che dal Cursore gli è stata consegnata la Cedola di doverla pagare ,alcuni di essi si sono portati da me come uno dè Membri del Magistrato colle lagrime agli occhi facendomi conoscere lo stato loro deplorabile e perciò nell’impossibilità di potere al presente contribuire ad un tal obbligo. Essi hanno pregato,i Primari possidenti del Paese,ad umiliare a VS Ill.ma una Supplica che è questa che le compiego ,dalla quale potrà rilevare il quadro veridico della nostra situazione. Io dunque nella mia qualità di Priore della Magistratura unisco le mie preghiere a quelle degli Il.mi miei Concittadini pregando Vs Ill.ma a prendere in matura considerazione le giuste e veridiche rimostranze affinchè il di Lei valevole Patrocinio possa essere efficace per il buon esito di una Causa così importante; pregando inoltre la di Lei bontà volersi compiacere per calmare i spiriti cotanto afflitti dè poveri contribuenti,di un favorevole riscontro. Se la stagione non fosse stata così critica mi sarei fatto un dovere di venire di Persona e meglio a viva voce gli avrei presentato i fatti. Gradisca VS Ill.ma gli Atti più sinceri della mia inalterabile servitù,colla quale ho il piacere di confermarmi col più rispettoso ossequio. Di VS ill.ma Sig.re Cornacchini Uditore Vicario dell’isola d’Elba Capoliveri lì 30 Marzo 1816 Co.mo Uomo Dev.mo Obblig.mo Serv.re Bernardo Gesi” (Affari generali del Governatore militare e civile dell’isola d’Elba 1816.Filza n. 57.ASCP) SUPPLICA ALLEGATA ALLA LETTERA “Ill.mo Sig.re Cornacchini Auditore Vicario dell’isola d’Elba I sottoscritti Primari Possidenti di Capoliveri istruiti che il Sig.Camarlingo Comunitativo ha ricevuto ordine di far citare al Tribunale competente tutti i Debitori in ritardo della Contribuzione fondiaria di questo Luogo e prestati d’altronde dai med.mi alfin di prendere qualche espediente per evitarli cotante spese;non qual’altra strada prendere per ottenre questa grazia che porre sotto gli occhi di VS Ill.ma il quadro della deplorabile situazione dè Debitori suddetti. La scarsissima raccolta del vino unica branca in cui è fondata la sussistenza di questi abitanti ,ed il carissimo prezzo del grano ed altri frumentacei han prodotto nella maggio parte della Popolazione la più gran miseria. Ben molte sono le famiglie che consumano ormai il poco ( ) del loro vino,né trovando ad impiegar la loro opera che nei scorsi tempi da vale il mezzo di sussistere ,son costretti a pascersi di sal ed erba e non nutrirsi di pane per più e più giorni. Innumerabili sono i Poveri che si vedono questuando per il Paese,ma la miseria essendo generale,non possono neppure da questa questua ritrarre profitto alcuno .Insomma tutto spira desolazione ,povertà e bisogno. Di questa Classe pertanto essendo i Debitori della Contribuzione fondiaria come possono pagarla ? Non è cattiva volontà,non avversione al Governo,ma una vera ed assoluta impossibilità per il momento di sodisfare a questo dovere. E perciò dunque che i sottoscritti supplicano la bontà di VS Ill.ma acciò si degni passar i suoi ordini s chi di diritto affinchè sia sospesa qualunque procedura contro i Debitori suddetti sino alla futura raccolta del vino epoca in cui ognuno si farà un’impegno di sodisfare a quest’obbligo. Capoliveri 28 marzo 1816 Bernardo Gesi uno dè Membri del Magistrato supplica come sopra Vincenzo Sardi Possidente supplica come sopra Il Canonico A. Bartolini che nella sua qualità di Curato è più di ogni altro a portata della desolazione ed inedia in cui giace il suo Popolo supplica come sopra Adriano Bartolini uno dei Possidenti supplica come sopra Cristofano Baldetti uno del Magistrato conferma quanto sopra Pavolo Capocchi Possidente supplica come sopra Francesco Conci Possidente supplica come sopra “ (Affari generali del Governatore militare e civile dell’isola d’Elba 1816. Idem come sopra) Ricevuta la supplica l’Auditore Vicario informa il Governatore militare e civile dell’Elba,conte Strasoldo,il quale si attiva scrivendo sia al Cancelliere Comunitativo dell’isola che allo stesso Auditore Vicario. Poi scrive anche al Direttore delle RR Imposte di Firenze, il 2 Aprile 1816. Ed ecco la risposta da Firenze ricevuta dal governatore Strasoldo: “Ill.mo Sig.Sig. Col.mo L’Imperiale e Real Governo per un riguardo speciale alle circostanze attuali di codesti Abitanti si è determinato ad ordinare che sieno sospesi fino a nuovo ordine le molestie contro i Debitori della Tassa Fondiaria arretrata a tutto il decorso anno 1815 senza che per questo ne rimangano assolti e senza che si sospenda la formazione del Prospetto necessario per regolare in appresso e sospende l’Imposta Prediale. Vs ill.ma si compiacerà avvisare di questa graziosa disposizione il Sig. Direttore Cantini non meno che codesto Sig. Auditor Vicario e chiunque altro ancora ,mentre col più distinto ossequio passo a confermarmi Di VS Il.,ma Firenze Dall’Imp. e R. Segreteria di Firenze Lì 6 Aprile 1816 Visto Dev.mo Obbl.mo Serv.re Frullani G. Moroni “ (Affari generali del Governatore militare e civile dell’isola d’Elba anno 1816.Filza n 57.ASCP ) Il Sig. Cantini è il direttore dell’Uffizio principale dell’imposte sito in Portoferraio al quale i “debitori morosi” avrebbero dovuto pagare l’imposta Prediale cosa che non avvenne in quanto fu sospesa per “graziosa disposizione” dell’Imperiale e Regio Governo che ebbe “un riguardo speciale alle circostanze attuali” dei supplicanti. Marcello Camici ASCP.Archivio storico comune Portoferraio
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