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per sig.a senza nome,per riese pendolare della Toremar da per sig.a senza nome,per riese pendolare della Toremar pubblicato il 7 Settembre 2014 alle 19:39
Una cortese anonima signora (un aggettivo al femminile me ne rivela il sesso) scrive “non ho capito perché la nave avrebbe dovuto ritardare la propria partenza per permettere ai detenuti e a chi li accompagnava di non restare al massimo 50 minuti, probabilmente meno, in porto sotto al sole.” Nel leggere questa frase ho temuto di aver tralasciato qualcosa nella mia prima nota, ma rileggendola ho verificato che avevo ben chiaramente riportato che i quattro detenuti dovevano essere tradotti a seguito di una ordinanza del Giudice di Sorveglianza dal carcere Don Bosco al carcere di Pianosa. Il traghetto su cui si dovevano imbarcare era quindi quello che da Piombino va a Pianosa. Ma contrariamente a quanto afferma la nostra anonima signora, non è vero che per quella tratta le navi si susseguono in tempi molto ravvicinati…ed i detenuti e gli operatori e la scorta avrebbero dovuto attendere…soltanto 50 minuti al sole…perché il traghetto Piombino-Pianosa… c’è soltanto una volta alla settimana. D’altra parte, credo possano ben capire sia la signora che il signore riese pendolare della Toremar che i detenuti sarebbero stati ben lieti di soggiornare anche a lungo al porto di Piombino, all’aria aperta, distraendosi con, diciamo così…lo spettacolo delle piacevoli realtà del traffico turistico. Soltanto che si trattava di detenuti sotto scorta. Ripeto, sotto scorta, non scortati come grandi vip o politici in visita. Ed il trasferimento di detenuti tramite scorta ha delle regole ben precise che gli agenti della scorta devono osservare. L’anonima signora ed il pendolare riese non sanno che nel regolamento per le traduzioni si legge che i detenuti da tradurre , in attesa dell’imbarco , devono essere “trattenuti in appositi locali per provvedere meglio alla loro custodia e per sottrarre i medesimi alla curiosità del pubblico. A tale scopo i detenuti e gli internati vengono fatti transitare nei passaggi di servizio. Gli spostamenti sono effettuati a debita distanza dal flusso dei passeggeri.” Interessante per il nostro caso e per le ingiustificate ire che la cosa ha provocato nel signore riese pendolare della Toremar è la norma per cui “ Nel caso in cui la pianificata traduzione per ferrovia dovesse subire, durante l'esecuzione, variazioni di orario per cause diverse, quali ritardi, disordini, incidenti, ed altro da cui derivi la necessità di soste prolungate nelle stazioni, il capo scorta dovrà ragguagliare, con i mezzi di comunicazione in dotazione, il coordinatore del nucleo T.P. competente per territorio per i provvedimenti del caso. Questi informerà anche il livello organizzativo superiore.” Quindi il sig. riese pendolare della Toremar non potrà non convenire che non si è trattato di arroganza, o, come egli dice, di qualcosa “che si chiama in altro modo” …ma il capo scorta ha soltanto svolto il proprio dovere, ha compiuto (osservandola) quanto una norma del regolamento gli imponeva! E’ d’altra parte evidente che il piccolo drappello viaggiava in treno e si era programmato il viaggio in nave certamente per…risparmiare sulle spese…( e far risparmiare quindi il cittadino “normale” che paga le tasse per dirla con il nostro riese pendolare della Toremar). Mi sono permesso di dire che simili trasferimenti sia per più sicura custodia sia per doverosa riservatezza (soprattutto in località e tempi così turisticamente impegnati) sarebbe opportuno venissero svolti esclusivamente con mezzi dell’amministrazione. Nel nostro caso sarebbe stato sufficiente che un mezzo della polizia penitenziaria dal porto di Piombino avesse potuto condurre il drappello appena sbarcato, anche in ritardo, dal treno, direttamente a Pianosa. Ma invece detenuti, operatori e scorta si sono dovuti portare a Campo con automezzo non dell’amministrazione (cosa che ha comportato evidentemente delle spese, per non parlare del sovvertimento di ogni norma di sicurezza e riservatezza) e ciò perché gli stessi mezzi dell’amministrazione probabilmente non erano in condizione (per mancanza di carburante) di poter svolgere appieno il loro servizio. E’ recente la protesta sorta in una grande città italiana, dove per mancanza di carburante i detenuti non possono addirittura essere accompagnati in udienza per i processi. E’ giunta quindi al capitano della nave (che non credo proprio –come molto malamente afferma il nostro pendolare riese- se “ne sia sbattuto”) la richiesta di procrastinare la partenza di dieci minuti. Dieci minuti… Ebbene, non era quello orario di arrivo a Rio di insegnanti (ma già…ripensandoci… le scuole erano ancora chiuse!) chi avesse dovuto raggiungere un negozio, chi avesse dovuto raggiungere un ufficio pubblico di Rio ne avrebbe ben avuto il tempo…pur arrivando …dieci minuti dopo. D’altra parte…si trattava di un ritardo di dieci minuti per una soltanto delle puntuali …cento corse giornaliere pubblicizzate… Ma poi…non ricordo bene se lo facesse anche l’antico Calimero, ma, una volta… le vecchie navi… non ci mettevano 50 minuti? E con un po’ più di allegria nei motori nel corso della navigazione …una nave così come quelle di oggi…non sarebbe riuscita a recuperarli, quei dieci minuti e percorrere la tratta nei tempi che una volta erano delle vecchie navi?... Come vede, sig. riese pendolare della Toremar, comunque, non si trattava di diritti in più, né di particolari e prevaricatrici prerogative; si trattava e si tratta soltanto di diritti (che indubbiamente come quelli di ogni cittadino) devono essere garantiti, ma sempre ricordando che non i nostri diritti riconosciuti, che sono intoccabili, ma l’esercizio degli stessi deve a volte limitarsi dinanzi alle modalità di esercizio di diritti altrui e ciò accade non soltanto quando lo impone o lo richiede la legge scritta ma anche quando lo suggeriscono i principi della nostra etica. Appare pertanto fuori luogo tutta la sequela di …diciamo…eccessi - che la sua verve polemica le ha ispirato …e comunque… le pare proprio che il mondo giri intorno ai magistrati e soprattutto di sorveglianza? E lei pensa che questo sia proprio il periodo in cui possa io pensare una cosa del genere? In verità, e non ho bisogno di avere conferme o negazioni in questa sede…ogni sua espressione anche per rispetto verso gli altri…non troverebbe eco, ma credo proprio che lei si sia, diciamo così innervosito per la denuncia in Regione del fatto, più che del fatto in sé, così come lei lo aveva ricostruito ed interpretato, e su questo, visto che lei scrive “avrà anche gradito l’intervento del consigliere regionale di sinistra che si è occupato della questione” posso dirle che è stato proprio lei a darmene conoscenza e comunque le dico che in ordine a questi temi si tratta soltanto di sensibilità, sensibilità che è soprattutto esclusivamente personale, sensibilità di cui nessuno può vantare il monopolio, ma… c’è chi ce l’ha e chi …non ce l’ha.
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