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Per pendolare Toremar da Per pendolare Toremar pubblicato il 6 Settembre 2014 alle 10:40
[COLOR=darkred][SIZE=4]Detenuti, operatori e agenti penitenziari... dei privilegiati? Quanta tristezza e sconforto nel leggere l’ anonimo pendolare della Toremar! [/SIZE] [/COLOR] Il fatto come è stato narrato: “A seguito di un'ordinanza del Giudice di Sorveglianza di Pisa, quattro detenuti dovevano essere tradotti dal Don Bosco al carcere di Pianosa. Con loro, oltre la scorta, c'erano anche una suora e tre educatori e il gruppo si stava dirigendo in treno da Pisa al porto di Piombino. A Cecina il convoglio ha avuto un guasto, accumulando un ritardo. La polizia penitenziaria ha preso contatto diretto con il comandante della nave chiedendo di posticipare la partenza di soli dieci minuti per consentire la traversata anche dei quattro detenuti, ma questo non è stato possibile senza un'esplicita autorizzazione della Capitaneria di Porto che il comandante non ha avuto la premura e l'accortezza di richiedere. E così il gruppo è stato costretto a imbarcarsi successivamente per Porto Ferraio, all'Elba, e da lì spostarsi in auto al Porto di Marina di Campo da dove i detenuti sono stati portati a Pianosa da una lancia della Polizia Penitenziaria". L’allucinante reazione: Un signore che di fatto rimane anonimo, perchè invia una lettera con firma inesorabilmente tenuta celata, si dichiara esterrefatto ed addirittura nauseato perché un consigliere regionale ha messo in luce la vicenda e si esprime con termini a dir poco sconcertanti. “Non capisco” dice quel signore “perché si debba dare ad una particolare categoria di persone il privilegio di far attendere la partenza di una nave di linea. Se l'auto si è guastata non capisco perché dovevano essere i passeggeri ad aspettare. Qualcuno poi mi dovrebbe spiegare” continua “come si fa a chiedere di far ritardare la partenza di un traghetto, il comandante come fa a decidere di partire quando crede opportuno e non in orario stabilito, soprattutto in un periodo come quello estivo in cui le banchine del porto di Piombino sono superaffollate di navi in partenza ed in arrivo, rischiando così ulteriori ritardi o disservizi a carico di altri utenti.Credo che sia l’ora di finirla” conclude “con questi privilegi e ancora privilegi, arroganza e ancora arroganza non se ne puo’ più.” Mi si permettano poche osservazioni: il signore non ha neanche letto bene l’andamento dei fatti, il gruppo di “privilegiati” come li definisce, non avevano l’auto in panne…si era guastato il treno su cui viaggiavano (certamente non in classe Vip) si trattava di detenuti,agenti di scorta, operatori al seguito che si dovevano recare a Pianosa…non per aver deciso di fare una scampagnata od una gita al mare, ma a seguito di un provvedimento del magistrato di sorveglianza di Pisa. I detenuti erano stati quindi assegnati dal giudice all’istituto di Pianosa dove si recavano assieme ad operatori del trattamento , tutti accompagnati da agenti della polizia penitenziaria di scorta, personale alle dipendenze del Ministero: eseguivano un provvedimento di un giudice, prestavano un servizio! Circa la possibilità di procrastinare di 10 minuti la partenza della nave se l’anonimo signore avesse veramente letto la nota invece di scrivere e domandarsi “il comandante come fa a decidere di partire quando crede opportuno?!” avrebbe arguito che il comandante avrebbe potuto (e dovuto) richiedere l’autorizzazione alla Capitaneria di porto… ma ciò – a quel che si legge- non è stato fatto...e questa è stata scelta…decisione…(non contattare la capitaneria di porto) del capitano della nave, che non ha dato seguito alla richiesta degli agenti di adoperarsi per posticipare la partenza di dieci minuti. Il signore anonimo si scandalizza…e parla di privilegi e ancora privilegi, di arroganza e ancora arroganza…esclama …non se ne può più! Ma le sue escandescenze sono assurdamente fuori luogo e a dir poco offensive per i detenuti, per gli operatori che li accompagnavano e soprattutto verso quegli agenti della scorta che prestavano un delicato servizio ed avevano avuto l’ accortezza di segnalare il ritardo al capitano della nave richiedendogli di adoperarsi per evitare disagi, disguidi, spese diverse. Parlare di privilegi e di arroganza in ordine a questa vicenda ed in ordine alla sua segnalazione è del tutto assurdo. Mi permetto di dire che addirittura in un paese civile e normale l’anonimo signore non avrebbe dovuto sapere della cosa, perché la cosa non sarebbe dovuta avvenire… i detenuti, il personale di scorta, gli operatori, in un paese civile avrebbero dovuto raggiungere il porto su mezzo del Ministero, lì si sarebbero dovuti imbarcare su altro mezzo del Ministero, per raggiungere Pianosa senza dover attraversare la folla di turisti, senza doversi imbarcare su uno dei tanti traghetti che come dice il nostro anonimo superaffollano il porto di Piombino certamente creando deprecabile curiosità, imbarazzo. Questo sarebbe dovuto avvenire per il rispetto e la tutela di quei diritti che sono propri del detenuto che sta scontando la sua pena, degli operatori che prestano il loro servizio affiancando i detenuti nel loro percorso riabilitativo, degli agenti penitenziari che svolgono un lavoro, un servizio che comporta enormi responsabilità, che richiede sacrifici e capacità umane che non sono alla portata di tutti, tanto meno alla portata di chi si esprime e la pensa come il nostro anonimo cittadino. Ma forse al fondo, il discorso è un altro…forse a qualcuno piace cercar di dimostrare che Pianosa…è lontana, non facilmente raggiungibile…da detenuti e personale penitenziario…è ben da ritenere, infatti, che ove i passeggeri fossero di altro tipo…sarebbe facile ed immediata la creazione di un collegamento rapido, veloce, da Piombino e perché no…anche da altrove…per raggiungere Pianosa beach. Gian Franco Casciano (già Magistrato di sorveglianza adulti)
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