[COLOR=darkblue][SIZE=4]LA LINGUELLA, I SITI ARCHEOLOGICI, I BENI ARTISTICI [/SIZE] [/COLOR]
Lo stato di conservazione e la gestione โ non rosei - delle ville dei Mulini e di S. Martino da un poโ di tempo attraggono critiche piรน o meno giuste, anche allโestero. Ora l'attento amico Giancarlo Amore ci mostra che la situazione della Linguella non รจ migliore. Come si fa a dargli torto? Quei cartelli appiccicati sul cancello sono sciatti e indecorosi e se si entra dentro il museo archeologico si ha la sensazione di una tristezza infinita. Allestimento, vetrine, materiali, pannelli, sono gli stessi di trentโanni fa, nonostante che le conoscenze siano progredite e nonostante che migliaia di reperti importanti giacciano senza cura nel caotico deposito della De Laugier. Il visitatore che volesse vedere i siti archeologici da cui provengono i reperti esposti nel museo si troverebbe spiazzato perchรฉ non ci sono informazioni sufficienti, non esiste collegamento con il territorio. Se poi Tizio e Caio, a forza di domande (non esistono cartelli di indicazione, eccezion fatta per la zona del granito di Campo), riuscissero ad avvicinarsi a qualche sito archeologico (per esempio gli abitati etruschi di Castiglione di S. Martino e di Monte Castello di Procchio) mal gliene incoglierebbe. Questi insediamenti si trovano su collinette in apparenza facili da scalare, ma arrivare in cima diventa unโimpresa da K2 perchรฉ i sentieri sono stati invasi da macchia e rovi. E il fortunato (?) che dovesse farcela, sarebbe preso dalla sconforto a causa del degrado che regna incontrastato.
Ci รจ stato chiesto chi sia il direttore del museo archeologico della Linguella. A quanto ci risulta, per tanti anni (non sappiamo se รจ ancora cosรฌ) il museo, che รจ civico, รจ stato affidato a Marco Firmati dalla โgestione associataโ dei musei elbani. La tutela dei reperti esposti (e dei siti archeologici), spetta invece per legge a Lorella Alderighi, responsabile di zona della soprintendenza archeologica di Firenze.
A dimostrazione che nessuno ce lโha con le soprintendenze per partito preso, ci leviamo tanto di cappello per il funzionario responsabile per i beni artistici dellโElba. Nonostante che il suo ufficio sia a Pisa, รจ molto spesso in giro per lโisola, a Marciana o a Portoferraio o a Capoliveri, in ogni stagione, a informarsi, a lavorare, a predisporre salvaguardia e restauri per dipinti o affreschi o sculture. Forse altri dovrebbero fare altrettanto: lโElba merita attenzioni frequenti e ravvicinate, e non รจ poi cosรฌ lontana nรฉ da Pisa nรฉ da Firenze.
F.P dalla Redazione