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Giovanni Muti ( Il Monello) da Giovanni Muti ( Il Monello) pubblicato il 26 Agosto 2014 alle 9:06
[COLOR=darkred][SIZE=4]GLI ELBANI ROZZI E IGNORANTI? RISPOSTA ALLA SIGNORA PUCCINI [/SIZE] [/COLOR] di Giovanni Muti La signora Puccini , Turista, ha scritto un articolo sull’ignoranza degli elbani e di chi li amministra. Ha spiegato che non hanno nessun rispetto per il patrimonio storico e artistico, che hanno organizzano il Centenario Napoleonico con delle carnevalate, che si dedicano a salsicciate e bevute immersi nella musica assordante ecc Bisogna dire che alcune cose sono vere. Noi stessi da queste pagine lo abbiamo ripetuto più volte. Alcune cose però non possono essere accettate e vorremmo dire alla signora che non tutte le manifestazione napoleoniche sono state della carnevalate; che non può essere attribuita la responsabilità della cattiva gestione delle ville napoleoniche alle amministrazioni perché sono gestite direttamente dal Ministerro . E non è neanche vero neanche che il Napoleone all’Elba si era dedicato soprattutto ad organizzare balli . Se non se la sente di ripassare un po’ di storia napoleonica , signora, ecco cosa dice Le Figaro, su questo punto, in un articolo di due giorni fa dedicato proprio all’abbandono nelle Ville “Napoleone Bonaparte sull’Isola d’Elba al largo della Toscana? In 300 giorni di esilio, dal 3 maggio 1814 al 26 febbraio 1815, l’imperatore ha tracciato strade, piantato oliveti e castagneti, modificato l’arsenale delle leggi, rovesciato l’urbanistica e l’architettura, dinamizzato l’economia, in breve: inventato un picciolo paese del quale ha fatto la prosperità e la fama, disegnando anche la sua bandiera ornata di api” Lei poi trova ridicola la rievocazione della nascita di Napoleone e dice non esiste al mondo un festa che ricordi la nascita di un morto. Le è sfuggito il Natale che festeggia la nascita di un uomo morto 2000 anni fa. Si potrà dire che Gesù era il figlio di Dio ( per chi ci crede) ma era comunque un uomo. Si potrà obiettare che Napoleone non era il figli di Dio , ed è giusto. Ma allora visto che da 200 anni dalla scomparsa migliaia di persone nel mondo si organizzano in associazioni per cercare di rivivere quell’epopea, caso unico nella storia dell’uomo, dovremmo chiederci perché. E fare una riflessione seria e non dire che sono ridicoli. La cultura ( chi ce l’ha ) la dovrebbe utilizzare per capire e non per insultare. E quando si ricorda - e giustamente come fa lei - che un popolo dovrebbe conoscer la propria storia, questa storia la dovrebbe conoscere anche chi lo critica. E la storia di quest’isola è una cosa complessa che ha portato gli elbani ad avere un'innata sfiducia verso il potere e chi lo esercita. E questo li allontana dagli spazi comuni , e dalla loro gestione. Si tratta di un sentimento profondo maturato in una lunga storia, in cui l'Elba è stata considerata terra di conquista. Un discorso complesso che non possiamo fare qui, ma comunque si trattata una storia di sopraffazioni subite e di lotte contro i predoni venuti dal mare e contro i padroni venuti da oltre canale; lotte nelle miniere, dove venivano trattati come bestie, e lotte contro la miseria che li costringeva a navigare nei mari del mondo o ad emigrare in paesi lontani, in alcuni casi senza ritorno. E poi nel dopoguerra la bellezza di questa terra è diventata preda di speculatori, ma anche oggetto di interesse da parte di imprenditori seri e coraggiosi che hanno portato sviluppo e ricchezza. Sono soprattutto loro che hanno fatto l’Elba come è oggi. Pochi meriti , ma anche poche colpe possono essere imputate ai poveri elbani, che non avevano ne’ mezzi ne’ la cultura per prendere parte all’avventura turistica. Loro avevano le ferite ancora fresche di una guerra atroce ed erano senza risorse e senza speranze La gestione della cosa pubblica negli ultimi decenni è stata ed è in mano ai figli di quella generazione. Di quegli elbani che hanno fatto tanti sacrifici per farli studiare. E questi non sono affatto degli ignoranti, ma , come i loro padri, sono in una continua lotta contro il potere di oltre canale che è un potere coloniale. Infatti ha spostato sul continente tutti i servizi essenziali trasformando quest’isola in una periferia degradata. Come diciamo spesso, in una riserva indiana. Purtroppo, alcuni amministratori si sono fatti strumento , per interesse o per altro, di questa sopraffazione. Molti elbani , ivece, sono preoccupati ed arrabbiati. Sanno che, se si sentono male e in caso di emergenza, rischiano la vita. E’ quindi comprensibile che anche coloro che amano l’arte, la musica ecc sentano più urgente una lotta contro chi smantella l’ospedale che organizzare un festival dell’operetta. Che comunque sarebbe bellissimo Questo non vuol dire che, se esiste un grosso problema, non bisogna affrontare quelli più piccoli, dico che se ci avvicina ad una realtà complessa come quella elbana bisognerebbe sforzarsi di capire. Allora alcune cose non si direbbero e altre si direbbero, ma con un tono diverso da quello che ha usato lei Comunque, queste semplificazioni sugli elbani , le conosciamo. Ne abbiamo sentite di più feroci e addirittura razziste. Le sue , invece, nascono da un linguaggio generico, probabilmente sono innocenti e tradiscono, però , un atteggiamento di sufficienza. Sono tipiche di coloro che sentono di scendere dalle zone alte in una colonia. Insomma, si avverte un anacronistico spirito da "Grand tour". Quello cioè degli intellettuali settecenteschi in giro per l'Italia, incapaci di capire perché mai un così meraviglioso paese fosse abitato da un popolo di selvaggi. “I napoletani credono di possedere un pezzo di paradiso. E invece: case di legno, grande ignoranza e denaro assai”, Goethe, “Viaggio in Italia” Così, alcuni di loro, non poterono capir perché questi selvaggi fossero stati capaci di creare il più grande patrimonio culturale esistente al mondo. Insomma, sembrerebbe proprio che individuare il rapporto che esiste fra gli uomini, la loro storia e il loro territorio, non sia così facile Solamente che Ghoete non era un semplice turista e cercava di capire da dove veniva quel popolo, e perché fosse così creativo e , frugando nella sua storia e cercando di capire , dovette poi rivedere la sua opinione “Tutta la classe popolana è di spirito vivacissimo ed è dotata di un intuito rapido ed esatto: il suo linguaggio deve essere figurato, le sue trovate acute e mordaci ...” [COLOR=darkred][SIZE=4]Noi , signora, abbiamo bisogno anche delle sue critiche e speriamo che continui, ma abbiamo bisogno anche di rispetto. [/SIZE] [/COLOR]
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