Mi permetto di rispondere ai due interventi a me indirizzati, quello a firma Lori.M e l’altro di anonimo, soltanto per non apparire scortese con un silenzio che sinceramente mi ha fortemente tentato, silenzio che, mi preme premettere, seguirà in futuro qualunque possa essere la prosecuzione di un dibattere che ha gli antichi e medesimi toni della già risuonata polemica preelettorale, a cui non potevo e non posso non rimanere estraneo, soprattutto dopo il mio disinteressato impegno nel corso del referendum sul Comune Unico.
Lori.M scrive “nessuno vuole sapere le sue cose private, ma sarebbe giusto che anche i cittadini sapessero il perchè vengono costruite cose obbrobriose”.
Sinceramente quando mi sono permesso di scrivere che non si può “ ritenere corretto da parte mia divulgare quanto privatamente mi è stato eventualmente riferito” non facevo riferimento alle mie cose private –mi pare evidente- ma alle cose eventualmente anche di interesse pubblico riferitemi “privatamente” – e questa mi sembra indubbia, elementare, correttezza- . D’altra parte non comprendo perché ci si rivolge a me che sono un cittadino qualunque, che non ha alcun mandato o competenza o conoscenza in ordine alle decisioni prese dalla Pubblica Amministrazione e che soprattutto non si può permettere di svolgere, né altri possono sollecitare ad assumere, un ruolo che non gli compete, un ruolo di messaggero, tanto meno di portavoce. E ciò non soltanto per elementare correttezza ma anche perché, in realtà, da mero cittadino sono del tutto all’oscuro delle questioni attinenti alle decisioni prese dalla Pubblica Amministrazione e di cui, permettete, i componenti degli organismi politico-amministrativi ben dovrebbero essere a conoscenza… Quando un cittadino vuol conoscere o approfondire “cose” della amministrazione del suo paese, o si attiva personalmente – se ha vero interesse a farlo, attraverso gli strumenti messi a disposizione e per lui raggiungibili, ma, ripeto, attivandosi - o si avvale dei propri rappresentanti negli organismi amministrativo-politici, evidentemente facendo il piccolo sforzo di contattarli direttamente, a voce, -non è auspicabile un mero rapporto telematico- per suggerire eventuali approfondimenti.
L’interlocutore simpaticamente anonimo pretendeva che il sottoscritto scrivendo al Dr. Camici scrivesse "anche della piazza violentata, del perché sia stato dato un certo permesso per una piscina ecc..” E conclude che “la gente fa molto caso a quello che si scrive, ma anche a quello che non si scrive.”
Mi permetto di far notare all’anonimo “suggeritore” in ordine al mio (futuro) modo di scrivere, che si fa (si deve far) “caso a quel che si scrive ed a quel che non si scrive”, quando si ha un preciso “tema”, quando si fa un “compitino”, quando si scrive una “relazione” su un preciso argomento. In questi casi si può e si deve evidenziare ciò che non si scrive. Spesso infatti si scrive o si dice (si parla) tanto…magari bene…ma non si scrivono e non si dicono le cose essenziali…le cose “in tema”. Il silenzio in questi casi porta al “fuori tema”; il tacere le cose essenziali dell’argomento da trattare porta alla bocciatura ad un esame. L’anonimo amico sa bene che oggi sempre più spesso nell’ascoltare politici od amministratori, pur quando si tratta di un tema specifico, clamorosi sono i silenzi…sulle cose essenziali, quelle “in tema”, silenzi che lasciano perplessi (sempre più spesso è proprio il rilevante che non si scrive, è il rilevante che si tace).
Il sottoscritto con le sue parole, in quella nota forse ispirata dalla prima giornata di una vera estate elbana, voleva soltanto interloquire con chi (il Dr. Camici, il 17.8. u.s.) affermava di non provare più quella nostalgia dell’Elba che invece aveva espresso in un suo ormai antico libro del 1991, quella nostalgia di cui aveva parlato Barbiellini Amidei nei suoi scritti, così come ricordato anche dal Prof. Paolo Ferruzzi nel suo articolo su Tenews dello stesso 17 agosto u.s. dal titolo “Perché il serpente non si morda la coda”.
Parlar con i toni della polemica, in quel contesto, sarebbe stato per me impensabile, assurdo e del tutto fuori luogo; appunto…fuori tema.
La polemica ha e deve avere i suoi toni, i suoi tempi, il suo teatro d’espressione, soprattutto i suoi attori.
D’altra parte in quel momento ho ritenuto di esprimere i miei pensieri con quelle parole e con quei toni e certo mi si permetterà di concludere sperando che soprattutto in un contesto di assoluta mia libertà di impegno e di ruolo mi si voglia concedere il diritto di esprimermi nei termini che la libertà di espressione fortunatamente ancora mi concede. Non so in verità quando potrò farlo ancora su questo blog; devo infatti chiedere scusa a coloro che lo seguono e ringraziarli per la pazienza. Dopo questa lunga nota, infatti, dovrò necessariamente costringermi ad una lunga quaresima per non far torto a coloro che hanno esperienza ed usano il blog e sanno bene che un lungo discorso spesso scaraventa troppo presto nella pagina nascosta un loro scritto, una loro nota. Per questo chiedo scusa.
G.F. Casciano