[COLOR=darkred][SIZE=4]Campeggi e crisi turistica: documentarsi prima di sentenziare [/SIZE] [/COLOR]
di Michele Lotti
Capita spesso, navigando nel web, di imbattersi in qualche lezioncina impartita dal tuttologo di turno.
Eโ quello che mi รจ capitato, giorni fa, approdando in un blog locale dove un signore, con un tono che non ammetteva repliche e utilizzando comunque uno pseudonimo, spiegava al mondo perchรฉ gli alberghi โlavorano pocoโ. Lavorano poco perchรฉ, diceva lui, molti loro potenziali clienti preferiscono andare nelle โcasetteโ dei campeggi. Campeggi che poi, sempre secondo lui, non pagherebbero abbastanza o pagherebbero molto poco di IMU e delle altre tasse comunali. Quindi, in parole molto povere, i campeggi โruberebberoโ i clienti alle strutture alberghiere e non verserebbero che pochi spiccioli nelle casse comunali.
Per ristabilire la veritร , mi trovo costretto a fare qualche breve osservazione:
(1) la normativa regionale in materia consente ai campeggi di utilizzare le piazzole, sino ad un massimo del 40%, installando case mobili, cioรจ casette con le ruote con allacci โleggeriโ alla rete fognaria ed idrica, allacci che possano, in qualsiasi momento, essere facilmente rimossi;
(2) perchรฉ il legislatore regionale ha dato questa possibilitร ai campeggi? Forse perchรฉ i campeggi gli sono particolarmente simpatici? Evidentemente no. Il fatto รจ che il turismo allโaria aperta, negli ultimi quindici anni, รจ profondamente cambiato: รจ diminuita in modo sensibile la domanda di piazzole per tende e roulotte ed รจ invece molto aumentata la richiesta per case mobili, maxicaravan, ecc. E quindi o si dava la possibilitร ai campeggi di adeguarsi al mutamento intervenuto nella domanda o molte strutture (la maggior parte) si sarebbero trovate in difficoltร ed avrebbero dovuto chiudere (mentre i potenziali clienti si sarebbero diretti verso altre localitร del territorio nazionale ed europeo);
(3) tornando allโElba, tra il 2001 e il 2013 abbiamo perso purtroppo circa 500mila presenze e le presenze le hanno perse tutti, campeggi compresi. Una volta, a luglio, alcuni campeggi mettevano il cartello โtutto esauritoโ, ora il โtutto esauritoโ non esiste piรน per nessuno, รจ un sogno, anche nel periodo di picco, a metร agosto. Eโ anche possibile che qualche frequentatore di alberghi a 2 o 3 stelle abbia deciso, magari per mera curiositร , di provare la vacanza in una casetta in una struttura allโaria aperta, ma questo passaggio da una tipologia allโaltra rientra nellโassoluta normalitร e non รจ stata certo una fuga di massa.;
(4) quanto al fatto che i campeggi non verserebbero abbastanza tributi nelle casse del comune, lโautore del post forse non sa che alcuni campeggi solo di tassa rifiuti pagano circa 100mila euro lโanno. E non sa nemmeno che a Capoliveri undici campeggi da soli versano oltre il 30% di quanto il comune introita ogni anno dalla tassa citata.
Quindi, per concludere, prima di sputare sentenze bere un bicchiere dโacqua, respirare profondamente e, soprattutto, documentarsi bene sulla materia.