Sanità, Ospedale, quante parole e quante inutili pagine sono state scritte sull’argomento. Siamo passati da scioperi veramente significativi alle decine di microproteste non meno importanti. La stampa ha sempre riportato la pervicace attenzione dei vari Comitati su ogni particolare lesivo dei nostri servizi sanitari. Con l’andare del tempo le voci non si sono affievolite, tutt’altro. Con l’alzarsi dei toni delle giuste rimostranze, sembra però essersi calata anche una nebbia che ha, via via, oscurato una visione globale del Tema, che è Centrale, strategico e politico. Sembra, al contrario, abbia assunto importanza l’impegno sul particolare, come se nella nave che affonda qualcuno si preoccupasse ancora delle pulizie.
Confesso che non ho mai capito e continuo a non capire l’ostinazione a richiedere con forza il mantenimento degli accordi firmati dai sindaci nel 2012 il primo e nel 2013 il secondo. Scrissi al tempo dei fatti che erano accordi fumosi, niente di costruttivo, accettati chissà perché. Concedevano qualche goccia di sangue dopo un lauto salasso. Se gli accordi tendevano al “meglio che niente” allora, “ob torto collo”, posso anche accettare, ma non può e non deve essere così. Non mi si dirà, solo per fare alcuni esempi, che quegli accordi garantivano una chirurgia pienamente efficiente, il ripristino di un reparto di Ortopedia, la promessa del mantenimento del punto nascita. Infatti quegli accordi giungevano ben dopo avere privato l’ospedale di tanti servizi, anche ambulatoriali, per i quali le nuove sedi erano e sono Piombino e Livorno. Chiedere ai medici di alternarsi con il colleghi del continente, al fine anche di qualificarne l’attività, mi sembrò anche poco dignitoso. Aggiungere all’organico un anestesista va bene è pur sempre un medico in più o, come il giusto reintegro del responsabile elbano del Pronto Soccorso, al posto di un piombinese, non spostano di un millimetro il deprecabile stato di fatto. Abbiamo avuto il dono (eufemismo, perché sarebbe opportuno conoscerne i costi reali) dell’elicottero, servizio di lusso, non sempre attivato per emergenze, ma per i giusti protocolli medici che frenano il proseguo del trattamento in loco. Trasferimenti comunque costosi, molti dei quali prima venivano fatti con autoambulanze. Allora perché tante lagnanze?. Il trasferimento del paziente avviene verso strutture più qualificate, con maggiori garanzie, anche con maggiori costi e tanti disagi qualche volta difficilmente sostenibili, ma queste sono incombenze che riguardano esclusivamente il povero paziente e i familiari. Che dire a fronte di tante richieste inevase? Forse hanno ragione i tanti amici che con savoir faire alcuni, ma con toni saputelli altri, aggiungono: “tanto non serve a niente”. Assuefazione alla sudditanza, dico io, vittime noi tutti della stanchezza, vittime anche di avere rilasciato cambiali in bianco per decenni. Guardiamoci allo specchio, l’immagine dovrebbe riflettere il coraggio di vedere la realtà, di risalire alle origini, alle cause dei nostri guai che vengono da lontano, molto lontano. Magari ne parleremo un’altra volta, pur avendolo già fatto. Guardiamo perciò i fatti. “La Nazione” del 28 c.m. nella intervista di Plino di Blasio all’ Assessore Marroni, “………pensate ad un altro taglio di Ospedali, di chirurgie e centrali del 118?” Risposta: ” ci sono standard di qualità e numerici di posti letto e di interventi minimi di chirurgia da rispettare. Se in Reparto non si raggiunge la soglia minima dovrà chiudere”. Ecco che infatti i nostri numeri emigrano altrove, incrementando e giustificando riqualificazioni o nuovi investimenti, come il nuovo Ospedale di Livorno a Montenero, progetto giustamente osteggiato dal sindaco Nogarin. Insomma: chiusura studiata al tavolino, premeditata! Così’ stanno le cose, il nostro Ospedale figura ancora nell’elenco Ministeriale delle strutture da chiudere. Allora mi domando veramente se non sia il caso di alzare lo sguardo, spingersi oltre l’orizzonte. Se non sia il caso di domandarsi cosa vogliamo fare da grandi, se il nostro Ospedale non sia da ritenersi una importante Infrastruttura utile anche come promozione, come argomento di vendita, ai fini di un incremento turistico, essendo questa l’unica industria della nostra Isola. Un Ospedale che, come primaria infrastruttura che insieme ad altre, come le strade, i parcheggi, i trasporti marittimi ed aerei, senza i quali l’Isola non decolla, e ancora gli alberghi e tutto ciò che indurrebbe a considerare l’Elba come territorio in grado di offrire ospitalità e tranquillità per la salute. Si muovano le Amministrazioni tutte verso le Stanze dei bottoni. Eserciterebbero un dovere per il quale hanno avuto mandato, reclamando i diritti offesi e per rimanere in tema, sanguinanti. In ultimo, si concordi se non sia il caso di chiedere con forza una legge speciale per il nostro Territorio, ma questo non è opera del mio sacco, altri potrebbero dire di più.
Sergio Bicecci 29 giugno 2014