[COLOR=darkblue][SIZE=4]La doppia faccia di non so quale medaglia [/SIZE] [/COLOR]
Nellโarco di ventiquattrโore lโItalia รจ uscita dai Mondiali e Ciro Esposito รจ morto. Unโassurda coincidenza che probabilmente non vuol dire niente.
I mondiali ogni quattro anni ci regalano una fresca ventata di italianitร , patriottismo, commovente e toccante, che sarebbe necessaria sempre. Le corse in tangenziale per trovarsi davanti allo schermo al fischio di inizio con una birra tra le mani, il tricolore che sventola, la preparazione pre-partita con schifezze e bibite per gli amici o parenti che di li a poco arriveranno perchรฉ se la partita si guarda insieme รจ meglio. Sarร la maglia azzurra come il cielo in una bellissima giornata primaverile, sarร una squadra che unisce dialetti dal nord a sud, sarร lโobiettivo comune, sarร lโinno, ma tutti (o almeno la maggior parte delle persone) sentono di dover partecipare con la squadra, condividendo gioie e dolori, dando il sostegno necessario perchรฉ quella coppa รจ la coppa di tutti, non รจ la coppa di una squadra. ร il simbolo di una nazione che ce lโha fatta e che ce la puรฒ fare.
Ma non ce lโha fatta. Nessuno si aspettava la vittoria, o meglio, nessuno ci credeva, ma prima di tutto non ci ha creduto lโallenatore e la squadra.Tutti si sono stretti intorno alla squadra condividendo il dolore per una sconfitta, inveendo contro un allenatore che ha subito dato le dimissioni perchรฉ la delusione รจ stata davvero tanta. Mi sembra proprio lo specchio di quanto abbiamo vissuti in questi anni, lo specchio di unโItalia che si arrende, e qualcuno ha commentato proprio cosรฌ.
Ma ciรฒ nulla ha a che vedere con il calcio a cui assistiamo ogni anno durante il campionato. Infatti, due mesi fa, accadeva ciรฒ che poi ha condotto alla morte Ciro Esposito. Scontro tra tifosi a Roma cagionato da chi neppure cโentrava con la partita che si doveva giocare, da chi tutto si puรฒ considerare fuorchรฉ tifoso per la violenza piรน volte manifestata negli stadi, eppure aveva libero accesso agli stadi. Uno dei tanti gesti violenti che si verificano negli stadi e al di fuori degli stadi, che spesso e volentieri diventano il palcoscenico di discriminazioni razziali (e non solo per il colore della pelle, basta un dialetto a fare la differenza!), di una societร che non รจ in grado di condividere una passione perchรฉ manca il senso civico (pur sembrando il contrario in certe occasioni come i mondiali). Ma questi molti lโhanno giร dimenticato, e il dolore resta solo a chi lโha vissuto, nonostante chi adesso si stringerร intorno alla famiglia (cosa che molti si potrebbero anche risparmiare) per poi tra qualche mese tornare ad urlare negli stadi.