UN RICORDO DEL PROF. DOMENICO GIULIANETTI G. Muti
Adesso ho capito chi รจ Gabriella Giulianetti. Lโho capito leggendo un suo articolo su Elbareport dal titolo โ Una famiglia stranaโ Eโ la figlia di Domenico, insegnate di disegno tecnico allโavviamento di Rio Elba nei lontani anni 50. E ora capisco anche perchรฉ ero rimasto colpito da un suo articolo che lessi alcuni mesi fa sempre su Elbareport.
Eโ Vero che, il Pro. Giulianetti non si faceva pagare le ripetizioni. E per me, fece molto di piรน e vorrei raccontarlo
Lโultimo giorno di scuola, dopo la distribuzione delle pagelle di terza avviamento, mi fece cenno di seguirlo. Entrammo nella stanza delle riunioni dove cโerano i professori seduti intorno al grande tavolo. Lui andรฒ dietro, si mese al centro e mi disse che i professori erano pronti a firmare una richiesta da inviare alla direzione dellโistituto Tecnico Industriale di Livorno in modo che io potessi continuare a studiare a spese dellโistituto . โ Naturalmente - disse - dovrai mettere la testa a posto e non combinare guai โ Mi ricordo un professore che accennรฒ ad un sorriso ironico.
Oltre a questo dovevo prender lโimpegno di andare 4 volte alla settimana durante lโestate a San Giovanni dove lui mi avrebbe preparato. E poi aiutato a fare un lavoro che avrebbe spedito a Livorno . Significava, per me, rinunciare alla spiaggia con gli amici ecc
Gli dissi che io a Livorno mi sarei comportato bene, ma non avevamo soldi per pagare le lezioni. Ma neanche per comperare libri o quaderni, se ci volevano. Mio padre, gli dissi, aveva avuto un incidente in miniera ed era allo spedale. Mi interruppe e mi disse che avrebbe pensato a tutto lui
Cosi , quando verso le 2 del pomeriggio dei primi di di luglio mia madre fece 4 nodi ad un fazzoletto e me lo mise in testa, mi disse: โ Quando trovi un poโ dโombra fermati e riposati e cerca di un sudร โ
Ma quando, dopo circa un ora arrivai a San Giovanni, entrai in un grande androne di una casa che una volta era stata un mulino ed era qualche metro dal mare. Cโera fresco e sentii la camicia bagnata sulla schiena.
Feci le scale interne ed entrai in una stanza dove il professore aveva preparato tutto. Mi colpรฌ anche , appeso alla parete sinistra, un quadretto con la testa del Davide di Michelanelo eseguito a sanguigna
Fu un โestate faticosa. A volte, arrivavo assetato e chiedevo un poโ dโacqua. Il professore mi stava dietro e non mi permetteva di distrarmi ; e cosรฌ per circa due ore. Dopo me ne tornavo a Rio. Poi negli ultimi 15 giorni mi disse che bisognava fare un disegno molto complesso. Mise sul tavolo un grande foglio di carta Fabriano, un compasso professionale , riga a โTโ , squadra e una scatola di Labis Castell di diverse durezze . Mise anche una lametta e un pezzetto carta vetrata fine, per fare le punte . Si rivelรฒ un lavoro molto difficile. Appena terminato lo spedรฌ alla direzione della scuola a Livorno. Il disegno, grazie soprattutto al lui andava bene ma, per loro, non andavo bene io. Si erano informati su di me
Per mia madre e mio padre fu una delusione, ma lโunico che non si scoraggiรฒ fu lui che intervenne presso il ricovero dei Vecchi di Livorno, il Giovanni Pascoli, dove cโera anche lโorfanatrofio . Aveva saputo che avevano intenzione di aprire un paio di stanze per studenti poveri da tenerli con una retta quasi inesistente. โ Dovrai vivere per qualche mese con quei bimbi. Uscirai solo per andare a scuola. Non ti preoccupare, poi ti ci abituiโ
Fu un gran sacrificio, non tanto perchรฉ nei letti delle camerate non cโerano lenzuola e dormivamo imballati in coperte militari e mangiavano in specie di bozzere di alluminio, ma, soprattutto, perchรฉ non potevo sopportare la mancanza di libertร cosi incominciai ad agitarmi e alla fine dellโanno mi espulsero.
Siccome a scuola ero stato promesso, lโanno dopo, trovai una vecchietta che mi prese in casa facendomi pagare pochissimo. Comunque i miei si indebitarono. A scuola andavo bene, ma ero inquieto, cosรฌ e al terzo anno ne combinai una piรน grossa delle altre e, allโinizio del secondo trimestre, fui espulso. Seppi dopo che non era mai successo. Allora mi consigliarono di andare al Liceo Artistico a Firenze, dove ripartii da capo.
Penso che succeda a tutti di ricordare con tenerezza una professoressa od professore che si รจ stimato e al quale si voluto bene. Ma nel caso mio il rapporto che avevo con il prof. Giulianetti era una cosa diversa. Per esempio non mi fece mai un complimento , ma quello che fece per me lo poteva fare solo un padre generoso e severo. E anche un padre preoccupato, visto che conosceva bene il mio temperamento . Non aveva torto: io , infatti, non riuscii a stare tranquillo e a non combinare guai. Certo, era periodo duro quello ed io avevo avuto un infanzia difficile e una natura inquieta, ma nonostante questo, a distanza di tanti anni, quando penso a lui i ricordi arrivano nitidi, ma purtroppo accompagnati anche dei rimorsi.
Qualche tempo fa, ho parlato di lui con un mio amico di classe. Mi ricordava quella volta che ci eravamo organizzati per andare a fare una partitella. Cโera lo sciopero degli autobus e i professori non potevano venire. Stavamo per incominciare, quando un rumore martellante ci fece voltare verso la chiesa del Padreterno. Un trattore era sbucato da dietro la curva. Ci guardammo perplessi, poi uno disse: โ Nooo! Voi vedรฉ che รจ il prof. Giulianetti? โ Dieci minuti dopo eravamo tutti in classe.
Leggendo quello che ha scritto la figlia Gabriella sarร anche una famiglia strana, come titolava Elbaeport, ma รจ anche una di famiglia molto, ma molto speciale.