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Ruggero Barbetti da Ruggero Barbetti pubblicato il 30 Aprile 2014 alle 15:48
[COLOR=darkblue][SIZE=4]IL MATERIALE DEL POLLUCE, IL SEQUESTRO, LA MOSTRA A CAPOLIVERI NEL MUSEO DEL MARE [/SIZE] [/COLOR] In relazione a quanto apparso sulla stampa online locale e su alcuni social media, solo per veritร  dei fatti, mi sento in dovere di intervenire per chiarire a tutti, indistintamente, quali siano gli eventi che si sono succeduti nel tempo. - Nel 2000 Scotland Yard sequestra, su richiesta dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, il materiale ai saccheggiatori inglesi. Quei ladri avevano tentato di mettere allโ€™asta i reperti rubati nelle acque di Capoliveri sotto la voce Santa Lucia Treasure, mentre in realtร  si trattava di parte del carico del Polluce. - Il catalogo dellโ€™asta, asta che non avverrร  mai, riporta diversi oggetti (non solo gioielli) di cui la polizia inglese non ha trovato riscontro: la ormai diventata famosa spilla di cui si รจ parlato in questi giorni รจ uno di questi. - Nel 2003 il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale si reca a Londra a ritirare il materiale sequestrato da Scotland Yard nel 2000 ai saccheggiatori inglesi. - Sullโ€™assenza di alcuni oggetti rispetto al catalogo dellโ€™asta e al materiale consegnato dalla polizia inglese, si possono fare solo ipotesi teoriche, ma nessuna, e rimarco nessuna, puรฒ avere un fondamento certo. - La successiva consegna alla Soprintendenza Beni Archeologici della Toscana da parte dei carabinieri del NTPC รจ ovviamente accompagnata dagli elenchi dei materiali. Detti elenchi sono naturalmente presenti negli archivi dei soggetti interessati. - Tutto quanto sopra premesso non cโ€™รจ assolutamente certezza che la spilla di cui si parla provenga dal carico del Polluce, sebbene lo stile sia quello del tempo. Del resto i ladri di professione, specie i cacciatori di relitti, sono soliti mescolare oggetti di diverse provenienze. - Eโ€™ certo invece, e questo รจ un dato assolutamente inconfutabile, che tutti i materiali consegnati e analizzati dai restauratori della Soprintendenza recano tracce piรน o meno evidenti di una lunga permanenza in mare. Premesso quanto sopra, ritengo che ogni legittimo interrogativo posto finora in essere non possa che essere stato frutto di ignoranza di come si sono realmente svolti i fatti. Certo รจ che da oggi ogni ulteriore interrogativo diventerebbe una illazione che a questo punto non potrebbe che essere esclusivamente frutto di malafede verso i diversi soggetti che nel tempo, con onestร  e dedizione, si sono occupati a vario titolo del Polluce e del suo tesoro. Tanto vi dovevo. Ruggero Barbetti
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