[COLOR=darkred][SIZE=4]GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO-LORENA (1737-1801/1814-1860)
ASSISTENZA SANITARIA ALL’ISOLA D’ELBA [/SIZE] [/COLOR]
A livello locale,”comunitativo”,per cominciare a capire come fosse la pubblica assistenza sanitaria organizzata nel Granducato di Toscana ,è necessario premettere che essa è a carico delle comunità locali: è una “spesa comunitativa”.
Non è carico del “Regio Erario”cioè del “reale governo” dello stato granducale.
Ne ho parlato su questo giornale con un articolo dal titolo”Ospedali,assistenza,poveri:così funzionava l’Elba 200 anni fa”.
Per “Sanità” si deve intendere ciò che l’Ab. A. Ferrini riferisce e cioè un Dipartimento di Sanità presieduto da due Governatori civili e militari residenti uno a Livorno e l’altro a Portoferraio,con funzione di Presidenti di Sanità. Il Dipartimento ha 16 Uffizi di Sanità diffusi sul territorio del granducato ,di cui ben sette siti sull’arcipelago toscano(Portoferraio,Longone,Marciana,Rio,Campo,Pianosa,isola del Giglio). Còmpito di ogni Uffizio di Sanità è quello di provvedere “ a cautelare il territorio nostro dai malori che potrebbero infestarlo,per l’imprudente avvicinamento di stranieri provenienti da luoghi infetti”.(1)
Si tratta di Uffizi di Sanità dove operano gli “Uffiziali di sanità” con funzione di controllo del traffico dei bastimenti nazionali o stranieri ai quali dovevano richiedere o rilasciare la “patente di sanità”.
Nei casi sospetti scattava la contumacia da consumarsi in luoghi preposti chiamati “Lazzaretti”.
Questo còmpito era sostenuto con spesa da parte del Regio Erario.
L’assistenza sanitaria quale cura del malato in ospedale era eseguita in struttura chiamata “Spedale degli Infermi”.
Ne esistevano due tipi : Regi e Comunitativi.
I Regi erano diretti da un Rettore a nomina granducale e vi erano svolte attività didattiche ed interventi medico-chirurgici particolari: si trovavano a Firenze,Siena,Pisa,Pistoia,Livorno.
I Comunitativi , erano i comunali ,amministrati dalla Magistratura Comunitativa che provvedeva alla nomina del “Direttore” ed erano ritenuti “Istituti di Beneficienza” pubblica legati alla “fraterna carità”,beneficenza, al cui mantenimento contribuivano pure le comunità locali.
Quanto affermo è dimostrato proprio dal triste capitolo dei Gettatelli,”trovatelli”: bambini nati e abbandonati ,”gettati”,lasciati esposti da qualche parte,spesso davanti alla porta di una chiesa,di un convento e trovati (trovatelli).Venivano accolti e ricoverati nello “stabilimento chiamato Spedale dei Gettatelli” il quale era chiamato Spedale, ma in esso si procedeva al mantenimento di questi neonati abbandonati oltre che alla loro assistenza sanitaria.
Il Mellini si sofferma in dettaglio sull’assistenza sanitaria pubblica ai tempi di Napoleone Bonaparte esiliato all’Elba e scrivendo sullo Spedale Civile di Portoferraio evidenzia proprio l’aspetto caritatevole dell’assistenza sanitaria affermando che A) le rendite di questo erano amministrate da una commissione,presieduta dal Maire, composta da cinque membri scelti dal Commissario generale fra i cittadini più zelanti e caritatevoli B) che la commissione mensilmente adunatasi doveva discutere gli interessi dello spedale ,C) che i medici e i chirurghi al servizio del comune erano obbligati a curare a vicenda gli ammalati che si trovassero nello spedale,senza altra retribuzione ,D) che dodici madri di famiglia scelte dal Commissario generale nella cittadinanza ,dovevano” volta a volta e giornalmente visitare gli ammalati e storpiati esistenti nello spedale,vigilare che fossero trattati a dovere e procurar loro sollievi caritatevoli”(2).
Nel febbraio del 1818,Ferdinando III Asburgo-Lorena,promulga “Massime ed istruzioni da osservare generalmente in tutti gli Spedali degli Infermi del Gran-Ducato di Toscana”.Si tratta di un regolamento per la pubblica assistenza sanitaria granducale , che rappresenta una innovazione davvero importante perché anticipa alcuni principi dei moderni servizi sanitari in quanto c’è il passaggio da principi assistenziali di tipo caritativo a forme solidaristiche di notevole sensibilità sociale.
L’ingresso per il ricovero nello “Spedale degli Infermi “era stabilito con precise norme in base a tre tipi di certificati chiamati “attestati”: di miserabilità(i miserabili godevano di letti gratuiti),di povertà(i poveri pagavano metà retta), “di solvibilità o sia di potenza a pagare” cioè i paganti.
Questi ultimi venivano ammessi se ricorrevano quattro condizioni: la presenza di malattia curabile,una giusta causa (impossibilità ad essere assistiti nel proprio ambito familiare),l’urgenza e la solvibilità.
Questi “attestati”erano richiesti obbligatoriamente per l’ingresso e obbligatoriamente dovevano portare le firme del Gonfaloniere,del medico,del sacerdote della comunità.
Le spese per il mantenimento degli Spedali sia degli infermi che dei trovatelli (personale , malati gratuitamente ricoverati,neonati accolti,forniture di biancheria,coperte ecc) erano sostenute direttamente da ogni comunità locale che se ne faceva carico ponendo ogni anno questa voce tra quelle del bilancio consuntivo e preventivo: era cioè una “spesa comunitativa” come sopra ho accennato.
In sintesi,nella comunità di Portoferraio,durante il governo del Granducato di Toscana, la spesa sanitaria pubblica era costituita dal mantenimento dei medici e dei chirurghi (allora si faceva distinzione tra medico e chirurgo) che dovevano essere abilitati” all’esercizio dell’arte salutare” ed erano remunerati in qualità di “impieghi comunitativi” ,dal mantenimento dell’ospedale dei Gettatelli (brefotrofio) e dello Spedale degli Infermi, adibito alla cura per i civili.
Alle spese di mantenimento di questi due ospedali concorrevano anche le altre magistrature comunitative dell ‘Elba: Longone,Marcina,Rio.
C’era poi a Portoferraio anche l’ospedale militare ,adibito alla cura per i militari,le cui spese di mantenimento erano a carico del Commissariato di Guerra,cioè del Regio Erario.
Le vicende di questo ospedale, solo per militari, si intrecciano poi con quello civile,degli infermi.
Di Barberi Giovan Battista,farmacista, ritenuto abilitato “all’esercizio dell’arte salutare”durante il governo napoleonico (2), non si trova traccia nei documenti d’archivio riguardanti il restaurato governo granducale in Portoferraio ,per cui non si può definire bene come avvenisse la spesa per i farmaci.
Dopo che Napoleone fuggì dall’Elba il restaurato governo granducale ,dietro le indicazioni del commissario straordinario per l’Elba e Piombino,conte Fantoni, si addivenne ad una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria.
Per quanto riguarda i medici e i chirurghi comunitativi di Portoferraio,la Magistratura di questa comunità trattò nella prima adunanza generale il 2 gennaio 1816: di ciò ho parlato in precedente scritto.
Per quanto riguarda invece l’Ospedale dei Gettatelli a Portoferraio si procedette ad un riordino generale,riordino che si basò su un progetto interamente elaborato dalla Magistratura Comunitativa Ferraiese nell’aprile del 1816.
Il progetto, costituito da nove articoli,sottoposto al Regio Governo fu da questo approvato: di questo progetto ho parlato nel passato.
Ma la situazione degli Spedali dei Gettatelli in tutto il territorio del Granducato non era soddisfacente per cui nel 1818 il Granducato di Toscana emana “Massime ed Istruzioni da osservarsi generalmente in tutti li Spedali dei Gettatelli del Gran-Ducato di Toscana approvate con Dispaccio di S.A.I. e R. de 17 febbraio 1818” (Circolari e Ordini dal Soprassindaco Provveditore dal 1815 al 1818.C 64.Carta 118.ASCP)
Infine,per quanto riguarda ,lo “Spedale Civile” di Portoferraio venne soppresso con motu proprio per “determinazione” di Sua Altezza Imperiale e Reale, datato 18 gennaio 1816.
Marcello Camici
1) “Descrizione geografica della Toscana compilata dall’Ab. A. Ferrini secondo gli ultimi riordinamenti politici,governativi e giudiciarj” Firenze .Tipografia all’Insegna di Clio. 1838
2) “L’isola d’Elba durante il governo di Napoloene I” Vincenzo Mellini. Firenze. Stab.Tip. del “Nuovo Giornale”.1914
ASCP: Archivio storico comune Portoferraio