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G.Muti da G.Muti pubblicato il 31 Marzo 2014 alle 12:35
[COLOR=darkred][SIZE=4]QUALCHE OSSERVAZIONE SUL LOGO DEL BICENTANARIO [/SIZE] [/COLOR] di G.Muti Il logo delle celebrazioni napoleoniche lascia molto perplessi. Perchรฉ si presenta come un prodotto incerto e, come diremmo da queste parti, piuttosto stitico. Questo effetto si verifica, quasi sempre , quando si applicano i principi del minimalismo grafico ad un tema gigantesco come, per esempio, lโ€™epopea Napoleonica. Speriamo solo che lโ€™economia di line, lโ€™approssimazione del disegno e altre deficienze, non preludano a ristrettezze di risorse e siano anche sintomo di leggerezza , e forse incompetenza, con cui - alcuni mormorano - ci si sta avvicinando al Bicentenario Il logo, che dovrebbe sintetizzare le celebrazioni di una fase importante dellโ€™ epopea napoleonica, non dovrebbe essere disegnato applicando gli stessi criteri con cui si reclamizzano prodotti commerciali di massa, che tendono a renderli visibili con poche linee o con una semplice immagine. Si pensi alla mela di Apple o al semplice segno di spunta della Nike. Perchรฉ, in questi casi, il simbolo ha una funzione diversa: far penetrare nella testa della gente un concetto per mezzo di una semplice immagine. Quindi, deve essere semplice e penetrabile come un ago per uso sanitario. E, quando funziona, lโ€™ immagine si imprime con forza sullo schermo bianco della memoria. Ma quando si parla di personaggi come Napoleone, lโ€™immaginario collettivo รจ stracolmo di immagini perchรฉ la sua vicenda ha influenzato tutto quello che la cultura europea ha prodotto in tutti i campi, dalla seconda metร  dellโ€™ Ottocento ad oggi. Quindi intervenire con immagini โ€œSegno โ€œ si rischia di farle apparire misere ed inadeguate . Questo per quanto riguarda il linguaggio, se poi analizziamo il resto cโ€™รจ veramente da rimanere interdetti. Siccome รจ sempre antipatico criticare il lavoro altrui, ci terremo leggeri. Ci limitiamo a fare qualche osservazione - Nel simbolo non appare lโ€™Elba, mentre il Bicentenario fonde due elementi inscindibili: Napoleone e lโ€™Elba - Suggerisce un napoleone invernale che sembra ripreso da una della tante rappresentazioni della epopea russa. Diciamo Napoleone nella morsa del gelo nella steppa. Nulla di piรน lontano da un luminoso maggio elbano - Il cappello e il volto hanno posizioni diverse: Il disegno รจ incerto e indecifrabile. Se si intendeva rappresentare il cappello tradizionale, allora si รจ commesso un errore perchรฉ appare di prospetto mentre il volto รจ di tre quarti. Se invece รจ stato scopiazzato dal celebre quadro di David( come sembra) allora non vi sarebbe questo errore, ma si sarebbe scelto il cappello sbagliato perchรฉ il quel quadro lโ€™imperatore veste un cappello diverso da quello che รจ diventato parte dellโ€™iconografia mondiale e che lo rappresenterร  in quasi tutti i dipinti o immagini esistenti. Questo cappello era come pezzo forte nella mostra di cimeli organizzata nel 2008 allโ€™Elba, nelle residenze napoleoniche, da Roberta Martinelli. Bastava controllare o chiedere a lei. - Il segno tremolante ed incerto e invece dovrebbe essere forte, sicuro e veloce, visto che parliamo di Napoleone e non di Padre Pio Come sia stato possibile produrre una cosa simile rimarrร  un mistero. A meno che non sia vero quello che si vocifera. E cioรจ: che si tratti di un prodotto commissionato, per ragioni di amicizie politiche ad un grafico dโ€™oltre canale, ignorando le professionalitร  locali. Se fosse vero confermerebbe, e rappresenterebbe bene a livello simbolico, lโ€™inquietante tendenza a deviare le risorse del Bicentenario dallโ€™Elba, dove dovrebbero esser utilizzate, in tasche diverse e collocate oltre canale. E questo troverebbe conferma anche nel fatto che le ditte elbane che volessero utilizzarlo sarebbero costrette a pagare. Si tratterร  di volgari insinuazioni e speriamo che vengano smentite Un ultima considerazione sul disegno: chiunque lo vedrร  in Italia, in Europa e nel mondo, stenterร  a credere che una cosa simile sia nata in toscana, la regione che ha insegnato al mondo a disegnare.
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