[COLOR=darkred][SIZE=4]QUALCHE OSSERVAZIONE SUL LOGO DEL BICENTANARIO [/SIZE] [/COLOR]
di G.Muti
Il logo delle celebrazioni napoleoniche lascia molto perplessi. Perchรฉ si presenta come un prodotto incerto e, come diremmo da queste parti, piuttosto stitico. Questo effetto si verifica, quasi sempre , quando si applicano i principi del minimalismo grafico ad un tema gigantesco come, per esempio, lโepopea Napoleonica.
Speriamo solo che lโeconomia di line, lโapprossimazione del disegno e altre deficienze, non preludano a ristrettezze di risorse e siano anche sintomo di leggerezza , e forse incompetenza, con cui - alcuni mormorano - ci si sta avvicinando al Bicentenario
Il logo, che dovrebbe sintetizzare le celebrazioni di una fase importante dellโ epopea napoleonica, non dovrebbe essere disegnato applicando gli stessi criteri con cui si reclamizzano prodotti commerciali di massa, che tendono a renderli visibili con poche linee o con una semplice immagine. Si pensi alla mela di Apple o al semplice segno di spunta della Nike. Perchรฉ, in questi casi, il simbolo ha una funzione diversa: far penetrare nella testa della gente un concetto per mezzo di una semplice immagine. Quindi, deve essere semplice e penetrabile come un ago per uso sanitario. E, quando funziona, lโ immagine si imprime con forza sullo schermo bianco della memoria.
Ma quando si parla di personaggi come Napoleone, lโimmaginario collettivo รจ stracolmo di immagini perchรฉ la sua vicenda ha influenzato tutto quello che la cultura europea ha prodotto in tutti i campi, dalla seconda metร dellโ Ottocento ad oggi. Quindi intervenire con immagini โSegno โ si rischia di farle apparire misere ed inadeguate .
Questo per quanto riguarda il linguaggio, se poi analizziamo il resto cโรจ veramente da rimanere interdetti. Siccome รจ sempre antipatico criticare il lavoro altrui, ci terremo leggeri. Ci limitiamo a fare qualche osservazione
- Nel simbolo non appare lโElba, mentre il Bicentenario fonde due elementi inscindibili: Napoleone e lโElba
- Suggerisce un napoleone invernale che sembra ripreso da una della tante rappresentazioni della epopea russa. Diciamo Napoleone nella morsa del gelo nella steppa. Nulla di piรน lontano da un luminoso maggio elbano
- Il cappello e il volto hanno posizioni diverse: Il disegno รจ incerto e indecifrabile. Se si intendeva rappresentare il cappello tradizionale, allora si รจ commesso un errore perchรฉ appare di prospetto mentre il volto รจ di tre quarti. Se invece รจ stato scopiazzato dal celebre quadro di David( come sembra) allora non vi sarebbe questo errore, ma si sarebbe scelto il cappello sbagliato perchรฉ il quel quadro lโimperatore veste un cappello diverso da quello che รจ diventato parte dellโiconografia mondiale e che lo rappresenterร in quasi tutti i dipinti o immagini esistenti. Questo cappello era come pezzo forte nella mostra di cimeli organizzata nel 2008 allโElba, nelle residenze napoleoniche, da Roberta Martinelli. Bastava controllare o chiedere a lei.
- Il segno tremolante ed incerto e invece dovrebbe essere forte, sicuro e veloce, visto che parliamo di Napoleone e non di Padre Pio
Come sia stato possibile produrre una cosa simile rimarrร un mistero. A meno che non sia vero quello che si vocifera. E cioรจ: che si tratti di un prodotto commissionato, per ragioni di amicizie politiche ad un grafico dโoltre canale, ignorando le professionalitร locali. Se fosse vero confermerebbe, e rappresenterebbe bene a livello simbolico, lโinquietante tendenza a deviare le risorse del Bicentenario dallโElba, dove dovrebbero esser utilizzate, in tasche diverse e collocate oltre canale. E questo troverebbe conferma anche nel fatto che le ditte elbane che volessero utilizzarlo sarebbero costrette a pagare. Si tratterร di volgari insinuazioni e speriamo che vengano smentite
Un ultima considerazione sul disegno: chiunque lo vedrร in Italia, in Europa e nel mondo, stenterร a credere che una cosa simile sia nata in toscana, la regione che ha insegnato al mondo a disegnare.