Venerdì 21 marzo. Il governatore Enrico Rossi –il presidente più amato dagli italiani-, nel suo tour preelettorale è arrivato all’Elba.
Diamo lettura del consueto cahier de doleance concordato tra associazioni. Il governatore ascolta attento, prende appunti, poi risponde punto per punto. Sanità. Rossi ci comunica che ora finalmente abbiamo la guardia anestesiologica 24 ore su 24 e quindi godiamo di un’assistenza di livello pari a quella del centro di Firenze. Bisognerà rinforzare un po’ la chirurgia, è vero, ma insomma, complessivamente come potremmo non ritenerci più che soddisfatti? Non sarà neppure soppresso il punto nascita e le nostre donne non saranno dunque costrette a prendere l’elicottero per andare a partorire a Cisanello o al Santa Chiara o ad imbarcarsi su una zattera per Villamarina. Nessuno si azzarda a suggerire che forse sarebbe interessante comparare le probabilità di sopravvivenza di un infartuato alla Zanca, o anche a Carpani, con quelle di un infartuato in piazza della Signoria, a Firenze, o in piazza dei Miracoli, a Pisa. “Avete l’elicottero”, dice il governatore. Ma forse sarebbe meglio ricordargli che, in realtà, non abbiamo nemmeno quello, non staziona qui, viene da fuori e trenta minuti, in caso di emergenza, significano la vita o la morte. Neanche gli viene fatto osservare che qui la chirurgia non esiste più e che, se non sei un kamikaze, anche per un callo sei costretto ad andare a Cisanello. E che non abbiamo attrezzature decenti per la diagnostica né sala di rianimazione, mentre l’ascensore dell’ospedale è guasto da anni e non si sa quando verrà riparato.
Sentiamo un leggero sciabordio. Ci guardiamo intorno e, allibiti, vediamo la pinna dorsale dello squalo ruotare minacciosamente intorno al tavolo. Sì, perché il governatore sta per rispondere sul water front e la tensione, per lui, è massima. Siamo preoccupati. Ma il governatore è in campagna elettorale e rassicura tutti, anche lo squalo: nessun problema, l’iter burocratico per la concessione delle autorizzazioni è ormai quasi esaurito. Poi il megaprogetto da 130milioni di euro potrà finalmente essere avviato.
Lo squalo riprende la sua posizione dietro le retrovie. Arriva Pennellone. Aeroporto. 400mila euro all’anno per sanare le perdite di bilancio e 2 milioni di investimento per migliorare le infrastrutture. Accidenti, però! L’aeroporto, per il nostro turismo, è fondamentale, ma negli ultimi cinquanta anni ha assorbito una quantità di denaro spaventosa. Avete mai conosciuto, voi, un turista, uno solo, che sia arrivato all’Elba in aereo? Se sì, quanti? L’investimento sull’aeroporto potrebbe essere anche un investimento colossale, si potrebbero anche bruciare consistenti risorse pubbliche, a condizione però di costruire un aeroporto davvero efficiente, in grado di accogliere un numero considerevole di ospiti. Questo sarebbe davvero essenziale per il nostro turismo. Per il momento, possiamo solo sperare in un futuro del tutto diverso dal passato, recente e lontano.
Costi di trasporto eccessivi per il traffico commerciale. Circa 20.000 passaggi l’anno dei mezzi commerciali sui traghetti al costo di 100/120 euro a passaggio. Il governatore è scatenato. “Avete ragione” -dice- “Effettivamente spendete troppo. Vedrò di farvi avere un contributo. Non so ancora in quale forma, ma ve lo farò avere”. Il presidente di Esa comunica al governatore che di questi 20.000 passaggi circa 1.200 sono quelli dei camion che trasportano i rifiuti in continente. I relativi costi vengono poi scaricati sui cittadini, che pagano tariffe assai più elevate rispetto al resto della regione. A questa considerazione si aggancia il sindaco Peria chiedendo che, non appena saranno individuati i tre gestori del servizio a livello regionale, si proceda anche con la tariffa unica, la cosiddetta tariffa di “ambito”. Il che dovrebbe avvenire entro un paio d’anni. Ma il governatore su questo non ci sente. Dice che sarà necessario un periodo di tempo più lungo, almeno tre anni –ma da come lo dice si capisce che, magari, ce ne vorranno anche trenta. Quindi, nessun dubbio sul fatto che, chissà per quanto tempo ancora, dovremo continuare a pagare, per la raccolta e smaltimento dei rifiuti, tariffe doppie e anche triple rispetto a quelle del continente.
Qualcuno chiede se è possibile accedere ai fondi comunitari per la sistemazione delle aree incolte. Ma certamente sì. Addirittura l’Elba potrebbe diventare per questo un modello per tutti e la sistemazione del territorio –dice- favorirebbe l’industria turistica. Rimane il piccolo problema di chi andrebbe poi a zappare le vigne sui famosi “terrazzamenti” e se sarebbe davvero conveniente, per gli elbani trasformarsi da operatori turistici, anche piccoli, in coltivatori diretti dediti ad una agricoltura di sussistenza.
Per la Port Autority nessuna promessa: il governatore, a fronte della richiesta di un elbano per la carica di presidente o segretario, è criptico: “Sono sempre più intenzionato ad affidarmi alla competenza”.
L’incontro è finito, ci giriamo, ma lo squalo è già sparito: si è immerso silenziosamente nella profondità degli abissi.
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