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Marcello Camici da Marcello Camici pubblicato il 20 Febbraio 2014 alle 9:49
In ricordo di Leonida Foresi ripropongo un articolo da me scritto e pubblicato su La Piaggia qualche anno fa. [COLOR=darkred][SIZE=4]IL CORRIERE ELBANO COMPIE SESSANTA ANNI [/SIZE] [/COLOR] Il 4 gennaio 1948 usciva il primo numero de “Il Corriere Elbano”. Il giornale è poi stato pubblicato regolarmente e ininterrottamente fino ad oggi. Un foglio dunque che,a pieno titolo, può ritenersi sia stato e sia voce dell’Elba e degli Elbani. Nel primo numero si coglie proprio che nasce con questo scopo ed obiettivo:quattro pagine piene zeppe di scritto tutto dedicato agli elbani,alle loro aspirazioni, ai loro bisogni. In prima pagina sotto il titolo “Corriere Elbano” è scritto settimanale indipendente con direzione e amministrazione in via Bechi n. 3 a Portoferraio: una copia lire quindici. Il Comitato di Redazione scrive e si presenta come un piccolo comitato di elbanissimi che ha voluto che vivesse un giornale isolano,voce non indegna di proclamare e propugnare le nostre necessità e i nostri problemi di isolani. Il Comitato ringrazia la cortesia dell’A.P.E. (Associazione Progresso Elbano) che ha favorito l’uscita del Corriere Elbano,cedendo la proprietà del suo settimanale l’APE: infatti il primo numero esce come supplemento de l’APE in attesa dell’autorizzazione al cambiamento della testata, ed è firmato come responsabile dal capitano Ninetto Colli (Tipografia Popolare.Portoferraio) in attesa che il nuovo gerente sia nominato dalle competenti autorità. Il Comitato di Redazione puntualizza subito che l’APE non ha nessuna ingerenza sul settimanale che nasce, che è indipendente nel modo più assoluto sia da associazioni,sia da privati sia dai partiti. Nell’articolo di fondo che si trova subito sotto quello del Comitato di redazione, la Direzione riprende il concetto d’indipendenza definendo il Corriere Elbano come “una fiera voce dell’Elba” perché vuole riecheggiare una onesta tradizione isolana: quella per cui tutti gli elbani si sentono membri di una stessa famiglia e fortemente affezionati alla loro terra. Dove ognuno era rispettoso dell’altrui libertà e la collettività fortemente voleva il progresso in ogni senso,anche spirituale, del paese natìo. La Direzione rileva che i tempi sono mutati ma è rimasta la necessità di una voce isola Na che difenda i diritti della nostra gente,aldifuori e al di sopra del gioco dei partiti,una voce che esprima i desideri,le aspirazioni,le lamentele,le gioie delle popolazioni dell’isola d’Elba. Per questo il settimanale nasce indipendente da qualsiasi partito e per questo darà ospitalità a chiunque voglia trattare problemi isolani,liberamente con la sola limitazione imposta dalle norme elementari della buona creanza. La Direzione perciò chiama tutti a raccolta perché l’isola d’Elba ha urgenti proble Mi da risolvere primo fra tutti la ripresa della sua industria mineraria e siderurgica. L’auspicio è la ripresa in berve tempo di queste attività e la speranza c’è dopo che l’Elba è stata posta tra le zone del Decreto per il Mezzogiorno. L’augurio della Direzione per il 1948 che sta nascendo è proprio questo che le ciminiere dei nostri altiforni si incoronino nuovamente del loro gioioso pennacchio di fumo ,segno di tranquillità economica per tutti gli onesti lavoratori del nostro paese. Al centro della prima pagina una foto col titolo “ Il cuore di Portoferraio”: una foto di un alto forno marciante a pieno regime,come cuore pulsante al centro della vita cittadina e isolana. Con questa foto la Direzione non aggiunge altro se non il richiamo a tutti coloro che sentono il dovere di lavorare per l’avvenire dell’isola,senza preoccuparsi di cercare compensi nei successi politici, di unirsi alla libera voce del Corriere Elbano,desiderando soltanto servire disinteressatamente l’isola. Accanto all’auspicio della Direzione per la ripresa dell’attività siderurgica e mineraria, nella prima pagina è presente un articolo su “I campeggi del Touring all’isola d’Elba”. Sembra quasi profetico questo scritto,perché nel momento in cui gli elbani sognano una rinascita dell’industria siderurgica, all’Elba cominciano ad arrivare i primi turisti con i campeggi del Touring Club Italiano che nella estate del 1947 vennero all’isola e nel dicembre dello stesso anno ,a Milano, nei saloni dell’albergo Touring celebrarono le “Giornate dell’Elba” cominciando così a far conoscere le bellezze naturali dell’Elba. Aldo Rossi firma l’articolo in prima pagina dal titolo “Il quarantotto” dove forte è il richiamo a cento anni prima (1848) a Mazzini e Garibaldi, ai nostri valori risorgimentali, e perciò il richiamo a non disperare perché la storia insegna.Insegna che un secolo era trascorso da quando l’Italia divisa e serva aveva saputo nascere da mera espressione geografica a nazione. Lo stesso spirito che animò quelle generazioni che seppero unire l’Italia, Rossi ricorda alla sua generazione del 1948 ridotta in povertà, caricata di lutti e rovine.Così si esprime “Il centenario (1848-1948) va celebrato senza bandiere e senza pomposi discorsi ma con una fede vivissima nel cuore,quella di un migliore avvenire per il popolo italiano,fratello di tutti i popoli del mondo perché ad essi tutti,in varia misura,ha dato tesori spirituali preziosi per il progresso umano. E se riusciremo in quest’anno a trovare il modo di chiamarci fratelli anche professando ideali politici diversi,potremo dire che il secolo non è trascorso invano” La seconda pagina si apre col titolo “Il Corriere di tutti e di nessuno” dove è l’invito a chiunque a collaborare con qualsiasi articolo sui problemi che interessano l’isola: un articolo con firma o con uno pseudonimo assumendo la paternità e la responsabilità delle proprie idee.Si ricorda che il Corriere Elbano è assolutamente apolitico e quindi le discussioni debbono essere fatte tenendo presente questo inderogabile carattere: né politica,né personalismi,non sfogo di livore o di critica bensì costruttivo apporto alle questioni che interessano il presente e l’avvenire della nostra isola.Fa seguito un articolo di fondo a firma Michele Villani “All’Elba,nulla funziona,solo la miseria fa passi giganteschi”. Il Villani dipinge bene la drammatica situazione della distruzione bellica con la chiusura dello stabilimento siderurgico “…sono passati tre anni e mezzo dallo sbarco nella piana di Campo,da oltre due anni è finita la guerra ed ancora tutte le questioni legate come logica ed insoppri Mibile conseguenza alla ripresa e alla rinascita dell’economia elbana sono tutte da risolvere…”Nien Te funziona,niente va più:dall’acquedotto,alle centrali elettriche,alle banchine del porto. “ Una situazione maledettamente complessa o complicata che pure offre una indicazione: ricostruire l’industria,rimettere a lavoro le maestranze disoccupate.tutto il resto dovrà venire e verrà in conseguenza a questa soluzione”. Con queste parole Villani chiude il suo intervento: il turismo era di là da veniree si guardava al ripristino dello stabilimento come unica vera e reale prospettiva di rinascita economica. Accanto a questo articoli altri due che quasi “profeticamente” aprono al futuro.Uno, intitolato”Gra Zie all’on Togni” senza firma,e l’altro “Assistere i nostri bambini”a firma G.S. Nel primo articolo si ringrazia l’on Togni per aver fatto includere l’Elba nel decreto per la cassa per il mezzogiorno con i cui sussidi finanziari si consentirà negli anni futuri di piantare le radici per la industria turistica e l’altro invita le istituzioni comunali a provvedere alla redazione dell’elenco degli obbligati a frequentare la scuola essendo altissimo il numero di ragazzi che non andavano a scuola pur essendo obbligatorio,indicando così che è nella formazioni dei giovani che si gettano le basi per il futuro. “Profezia” dunque perché risorse economiche(decreto per il mezzogiorno) più risorse umane(formazione scolastica) sono alla base di ogni ripresa dell’attività economica. La terza pagina è dedicata tutta alla cronaca di Portoferraio e dell’isola .Jolly firma un articolo dal titolo”Capodanno moscio”. Siamo ai primi di gennaio del 1948 e l’Elba tutta è nella miseria più nera.La disoccupazione è imponente, Niente spari per capodanno,niente vetri rotti,niente petardi.So Lo le danze impazzivano alla “Grotta” e alla “Casa del Combattente” ma le strade erano solitarie in quel capodanno.Gli altiforni spenti,la case distrutte.Il cinematografo,piccolo,è sempre pieno come un uovo e i suoi affezionati frequentatori ogni sera si azzuffano per arrivare a sedersi.La miseria dappertutto:con la luce che non c’è e l’acqua che non arriva.Nonostante tutto l’articolista conclude”Non resta altro che augurarvi: buon anno e buon lavoro anche per quelli che già l’hanno e per quelli che presto l’avranno.Ci sia lecito almeno sperare”. A questo scritto segue la cronaca.Corsi di qualificazione per operai all’università popolare elbana (corsi di ragioneria per conseguire il diploma di ragioniere con lezioni che si terranno nei locali della scuola agraria in via Bini n. 2 e corsi di qualificazione per operai disoccupati). Concerto all’università popolare elbana. Le domande di riscatto dell’imposta sul patrimonio.Comunicazioni del presidente dell’Ente Comunale Assistenza (E.C.A.).Distribuzione del 3° pacco A.V.I.S.S. Concorso a premi “Pro Reduci” organizzato dall’associazione nazionale reduci. Quindi la cronaca dai paesi elbani. Da Marciana Marina la cronaca sulle elezioni amministrative.Da Marciana Castello cronaca degli avvenimenti nella direzione didattica.Da Marina di Campo cronaca sugli abbellimenti urbanistici.Da Sant’Ilario cronaca delle nozze Celso Martorella e Cesira Bisecchi. C’è anche la cronaca sportiva col titolo”Con lo zero a zero di Gavorrano l’Audace dice:sotto a chi tocca” a firma Leo.E’ il resoconto della trasferta dell’Audace a Gavorrano. Una trasferta sofferta anche perché l’Audace ha giocato in difesa e l’arbitro avendo annullato un goal ai locali ha dovuto fuggire negli spogliatoi per difendersi dai tifosi.In classifica l’Audace è seconda posizione:sotto a chi tocca! La quarta pagina ed ultima è in gran parte dedicata ad un racconto di Mario Bitossi “Note dal mio pollaio”. Fanno la comparsa i “Versacci” di Nanni che poi li ritroveremo per tanti anni ancora.”Nan ni è un poeta estemporaneo che ci ha promesso un’assidua collaborazione chiedendoci di poter dire la sua liberamente,senza intenzione di sfottere od offendere nessuno,anzi col proposito di sorridere nei suoi versi gioiosi,prendendo le cose con estrema e cordiale indulgenza” queste sono le parole di presentazione alla prima poesia pubblicata e intitolata “Gli effetti del buio”.Una poesia in rime di otto sestine dove si evidenzia tutta la verve dei versi di Nanni,caratteristica che non sarà mai persa negli anni futuri. Ecco alcuni brani”Portoferraio,del nostro scoglio prima,io ti saluto con filiale affetto mentre inizio a cantare in sesta rima l’odissea del tuo popolo negletto che da tre anni langue nell’attesa della ormai famosissima ripresa” e ancora “se la dura così,tra nove mesi sarà cresciuta la popolazione,da diecimila i portoferraiesi,diventeranno almeno mezzo milione perché fra il buio e andare a letto presto,non c’è che dire, il risultato è questo” . Due articoli chiudono la pagina. Uno intitolato “La Bussola” che segnala l’uscita a Torino di una rassegna mensile d’arte diretta dalla scrittrice elbana Zelia Tonietti e l’altro intitolato “Invito ai giovani”: un invito ai giovani a cimentarsi con la più difficile delle attività umane:scrivere e creare per sé e per gli altri un mondo di pura fantasia. Infine gli inserti pubblicitari che sono disseminati lungo tutte e quattro le pagine del giornale.Inserti commerciali(dal costo di lire 70),finanziari,legali e occasionali(dal costo di lire 100 al cm su una colonna).Qui mi sia concesso ricordare l’inserto commerciale di mio nonno in ultima pagina”fabbrica di mobili e infissi” di Camici e Barbadori,Portoferraio.Convenienza,Solidità,Elegan Za.Laboratorio:piazza del popolo 5.Magazzino:via del falcone n.1. Dimenticavo: il giornale esce ogni domenica e l’abbonamento annuo è lire 600,sostenitore lire 1000,semestrale lire 325,trimestrale lire 170.Spedizione in abbonamento postale. E’ giunto il momento di concludere ma è necessario che esprima mie personali considerazioni che sono sorte in me durante la lettura di questo primo numero del Corriere. Ciò che “emoziona” e fa riflettere è che nel gennaio del 1948 l’Elba era davvero nella miseria con gli altiforni spenti,le case distrutte,la fame,la disoccupazione il futuro oscuro. In questa triste situazione dove tutto sembra perso la voce de Il Corriere Elbano si leva forte e coraggiosa per una rinascita. C’è la voglia,la rabbia e il desiderio di ripresa,di andare avanti nonostante tutto e tutti.E’ questa la forza che risolleverà l’isola nell’immediato dopoguerra.Forza,energia,voglia di fare,rischia re,sperare,operare. Che dire de Il Corriere Ebano oggi. C’è da chiedersi se sia indipendente nel modo più assoluto sia da associazioni sia da partiti sia da privati come era ferma volontà e proposito dei fondatori. La risposta è a ciascuno di noi. Marcello Camici Legenda della foto. Prima pagina de “Il Corriere Elbano” del 4 gennaio 1948 anno in cui uscì il primo
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