Caro Semeraro,
quando gli operatori del settore affermano che l'ospedale uccide lo fanno in base ad acquisizioni scientifiche basate sull'evidenza e affrontano un problema tutt'altro che secondario.
Le malattie nosocomiali, in particolare le infezioni, rappresentano una delle principali problematiche della medicina moderna.
I dati sulle infezioni ospedaliere, cioรจ quelle contratte durante i ricoveri in ospedale, sono allarmanti. Si parla di circa il 10% di infezioni in Medicina e fino al 30% nei reparti di Rianimazione.
Ed in genere le infezioni ospedaliere sono ben piรน difficili da trattare e potenzialmente pericolose in quanto sostenute da microrganismi selezionati dall'ambiente ospedaliero e quindi con una maggiore resistenza alla terapia antibiotica e di conseguenza molto piรน pericolose.
I pazienti piรน a rischio sono rappresentati dalla popolazione anziana, che dovrebbe essere degente nelle corsie solamente il tempo necessario a trattare la patologia acuta.
Si aggiunga il rischio di disorientamento dello stesso paziente ricoverato. Il ricovero prolungato infatti, puรฒ peggiorare lo stato neurologico e psichico di chi รจ giร affetto da forme di demenza senile.
I costi diretti ed indiretti di tali problematiche sono altissime e ricadono certamente sulla comunitร .
Per questo รจ stato molto importante l'attivazione dell'ospedale di Comunitร ed รจ importantissimo investire sul territorio e sull'assistenza domiciliare, per evitare che l'ospedale diventi un rifugio di tutte quelle famiglie che non sanno come gestire situazioni sanitarie difficili.
Un caro saluto,
G.Palombi