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...e cortesia fu lui esser villano (ancora un po' di zuppa ai grilli per gl'illuminati signori Gentili, Floriani et similia) da ...e cortesia fu lui esser villano (ancora un po' di zuppa ai grilli per gl'illuminati signori Gentili, Floriani et similia) pubblicato il 27 Gennaio 2014 alle 15:25
Non mi piacciono le parolacce né sono completamente d’accordo con chi sostiene che il fine giustifica i mezzi, ma bisogna almeno ammettere che in certi casi estremi quando ce vo’, ce vo’. Con le bugie pietose condite di belle maniere e un po’ d’aspirina non si combatte il cancro. Il M5S rifiuta di dialogare con gli altri vecchi partiti definendoli zombi e questo suscita le ire e le critiche incazzose di alcuni astuti ben pensanti che si dedicano con entusiasmo al loro sport preferito, il tiro al Grillo. Ma le loro futili accuse partigiane dimostrano solo due possibili alternative: o la loro miopia rasenta la cecità o sono collusi interessati al 'che tutto cambi affinchè nulla cambi' di gattopardiana memoria come gl’inutili parlamentari magnaccia che difendono e sostengono per non perdere i rispettivi vantaggi truffaldini. Sappiamo bene in che abissale bancarotta ci hanno portato per la loro dolosa inefficienza continuando solo a blatterare soporifere promesse mai mantenute, aumentando le tasse per meglio poter rubare e sprecare a man bassa e ripetendo sempre che tutto andava bene e che la crisi non esisteva o che era finita. Grillo non ammette per principio compromessi, inciuci, accordi di convenienza e quant’altro ha costituito la norma politica dal dopoguerra (con particolare ‘vibrante soddisfazione’ negli ultimi vent’anni di cui proprio in questi giorni si festeggia la ricorrenza) e per giunta si esprime con toni non proprio da damerino settecentesco? E’ vero, ma come si fa a dimenticare chi sono gl’interlocutori con i quali ci si dovrebbe mettere d’accordo per fare le famose riforme? Con quale speranza se non le hanno mai volute fare né le vogliono tutt’ora perché contrarie ai loro privati interessi? (vedi l’abolizione - di referendaria, annosa memoria - del finanziamento pubblico ai partiti: sì, però dal 2017 e sostituendolo con un finanziameto privato a carico dello Stato). Ma chi vogliono prendere in giro con queste e altre facezie come l’ICI-IMU trasformata in altre tasse peggiori, mascherate con sigle fantasiose, mentre di toccare l’IRAP (così detta da ‘l’IRA funesta del peloso Prodi, che infiniti addusse lutti alle imprese’), vero punto dolens insieme ai tagli delle spese inutili, non se ne parla? Dall’epoca di Bottino Craxi e di ‘mani pulite’ le denunce delle loro malefatte (leggi ‘La casta’, ‘Mani sporche’ ecc. ecc. fino al recentissimo ‘Viva il re’) sono state un’interminabile sequenza di sconcertanti rivelazioni che in qualunque altra nazione con un minimo di dignità avrebbe provocato un repulisti da rivoluzione francese con annessa ghigliottina. E invece da noi no, bisogna dialogare e collaborare con questa indistruttibile casta inetta e corrotta, perché in caso contrario il M5S non serve a niente e spreca solo i voti che ha ottenuto. Ma non solo: bisogna anche tenerci stretti: - un delinquente seriale arricchitosi a dismisura (8,6 miliardi di euro) grazie alle sue fraudolente leggi ad personam che, unitamente alla mancata soluzione del conflitto d’interessi, tutti gli altri partiti correi gli hanno permesso traendone debito tornaconto, caimano perseguitato da fantomatici giudici draculeschi e difeso a nostre spese da avvocati-deputati indagati per falso; - un presidente con la coda di paglia che distrugge compromettenti intercettazioni Mancino-mafiose; - onorevoli accasati a loro insaputa con vista al Colosseo e voltagabbana compravenduti come al mercato delle vacche; - deputati (tutti!) che votano compatti per Ruby nipote di Mubarak, oltre che pupilla del boss, salvando così la Patria dall’invasione d’incazzate orde egizie; - tesorieri, governatori e consiglieri condannati o indagati per aver fagocitato o sperperato milioni come noccioline; - amministratori pubblici Mastrapasqueschi e Montepaschieschi ladri malgrado pluristipendi milionari; - giudici supremi che dichiarano incostituzionale ridurre le pensioni e gli stipendi d’oro compresi - casualmente - anche i loro; - ministri della giustizia che se la fanno con la peggior feccia imprenditoriale; - ministri dell’interno e degli esteri dalle figure internazionali barbine; - vergini del ‘mai’ che si fanno beccare in conversari stile migliore mafia; - cariatidi incartapecorite come l’ineffabile Giovanardi con la sua ultima uscita che l’alluvione nel modenese è colpa delle nutrie; - e dulcis in fundo anche il giovane redivivo Matteo Balilla, speranza della patria unitamente al suo padrino Silvio quale Inciuciatore Massimo, che ‘starà intrepido gigante nella storia’ (così recita la vecchia canzone ‘fischia il sasso, il nome squilla’) per aver tirato sassi ai suoi anziché ai finti avversari stabilendo che l’unica - o perlomeno la più importante - ragione per la quale bisognava eliminare il porcellum…invece andava benissimo mantenerla! (Niente preferenze, siamo italiani e quindi dobbiamo tenerci l’anello al naso sennò scontentiamo il nostro riverito galeotto in permesso-premio che non può rinunciare alla sana abitudine di sistemare in parlamento i suoi impresentabili compari di merende e di bunga-bunga). Questo è il marciume con cui il M5S dovrebbe scendere a patti e trattare con deferente riguardo? Anche Dante ha infiorato la Divina Commedia di termini ‘volgari’ come chiavare, merda, culo, fica e nessuno si è mai scandalizzato per aver detto pane al pane e vino al vino. Se fosse al posto di Grillo, oltre a confermare la sua opinione sui governanti romani che definiva 'i più fetenti di tutti anche per deformità di costumi e di abiti’ non potrebbe che riesumare nei loro confronti il suo famoso: ‘e cortesia fu lui esser villano’. Tutti a casa, o noi o loro: è stato detto sin dall’inizio, prendere o lasciare: sarà presuntuoso o sbagliato ma coerente, virtù, quella della coerenza, finora del tutto sconosciuta alla casta. Poi può darsi che il M5S non raggiunga la maggioranza e che sia stato tutto inutile: è un rischio da correre perchè siamo lì-lì e con la rabbia che c’è in giro la partita, con buona pace delle Cassandre, è ben aperta. O magari può darsi che vincendo ci deluda, ma una cosa è certa: peggio di così è impossibile. Qualcun’altro di indiscussa autorevolezza aveva già detto: ‘Qui si fa l’Italia o si muore’. Forse in una cosa Grillo si è sbagliato invertendo le parti: non sono loro ad essere circondati ma noi e se non rompiamo l’assedio ad arrenderci saremo proprio noi! Pazienza, tanto se non siamo già morti (di fame o di vergogna) ci manca poco. Di sicuro siamo in coma, ma in fin dei conti non abbiamo altro che quello che ci meritiamo per essercelo votato: chi è causa del suo mal pianga sé stesso, ma sarebbe ora di dire basta almeno con l’idiozia di reiterare il reato di dabbenaggine. Anche la Speranza sembra essersi ritirata sull’Olimpo dopo aver dato le dimissioni da ultima dea: non ne poteva più del lavoro da precaria a cui si era dovuta rassegnare. Fra poco molti seguiranno il suo esempio ma se non ci ritireremo anche noi sulla montagna, speriamo almeno di scendere in piazza (senza forconi) e nelle urne (con un bel po' di ex astenuti delusi e schifati) per dimostrare finchè siamo ancora in tempo che, malgrado tutto e ‘anche se infinita è la schiera degli sciocchi, l’antiquo valor ne l’italici cor non è ancor morto: io parlo per ver dire, non per odio d’altrui né per disprezzo’.
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