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x elettorato: la dinastia Landi da x elettorato: la dinastia Landi pubblicato il 22 Aprile 2009 alle 16:12
Ho letto con attenzione il tuo post. Equilibrato, non offensivo, non lesivo per nessuno, un po' celebrativo della famiglia Landi. Sottoscrivibile al 90% anche da chi come me il voto a Piero Landi non l'ha mai dato. 1^ sbavatura: critichi il Peep (giustamente) e poi elogi Piero per aver dato qualche casetta da affittare ai campesi... erano concessioni edilizie legittime, non regalie de "il sindaco". Piero era il sindaco, il sindaco non deve essere vissuto come un elargitore di concessioni edilizie, il sindaco รจ un attore di governo. 2^ sbavatura: che Marco non sia Piero รจ un'ovvietร , l'unica cosa che Marco e Piero non hanno voluto capire, sbaglaindo e perdendo consenso, รจ che il nepotismo non รจ una pratica cosรฌ elegante e universalmente apprezzata, tanto che Marco non รจ stato eletto sindaco. Legittimo che Marco potesse succedere a Piero, diciamo che sia una scelta poco condivisibile da un elettorato maturo e piรน informato, ma dopo la caduta di Craxi e del cognato Pillitteri, sindaco di Milano, in molti hanno deciso di cassare Marco per una semplice veritร : le dinastie di sindaci sono una forzatura in una Repubbluca democratica. Non aver capito ancora una volta che la "successione" potesse rappresentare un problema per la collettivitร  รจ stato un errore politico. Basta sfogliare il libro "La Casta" di Gian Antonio Stella per rendersi conto che le "dinastie" di sindaci siano in Italia un elemento aspramente criticato da parte dell'opinione pubblica e dei giornalisti. A Capoliveri Barbetti ha invece deciso di succedere a se stesso: auguri.
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