[SIZE=4][COLOR=darkblue]LEGAMBIENTE, CI SEI O CI FAI? [/COLOR] [/SIZE]
I disinteressati ambientalisti elbani del Cigno verde colpiscono ancora.
In grande spolvero, oggi pubblicano le loro osservazioni al water-front di Portoferraio.
Bene, ci viene da pensare ricordando quanto hanno scritto in passato, si schiereranno sicuramente a favore. Infatti, nella premessa si legge:
“Secondo Legambiente il progetto del Porto/cantiere turistico presentato dalla società Esaom appare convincente dal punto di vista “industriale” e l’associazione non ritiene utile in questa occasione entrare negli aspetti architettonici”
Peccato che, da lì in poi, parte la raffica. Ecco di seguito elencato:
- Area Pime (Punta della Rena): Si invita ad accompagnare l’autorizzazione con la prescrizione alla ditta di procedere alle opere idonee per la messa in sicurezza di quell’area
- Contenimento dell’uso del suolo: L’intervento si inserisce in un contesto urbano la cui struttura suggerisce di contenere l’uso del suolo realizzando edifici più densi posizionati più all’interno con vicino aree a parco più ampie. Il progetto non sembra andare in questa direzione e tantomeno in quella della necessaria armonizzazione urbanistica. La soluzione proposta non coglie l’opportunità di ricucire un tessuto urbano frammentato, di pessima qualità ed ancora in espansione tra il Cinema Pietri, l’area portuale, l’ex Cementeria e lo sfacelo urbanistico della Loppa.
- Dialogo con la città. Gli edifici realizzati lungo viale Teseo Tesei creano una barriera che sottrae l’esistenza della costa e del mare al resto della città e i cannocchiali visivi non sono sufficienti per stabilire questo rapporto. Si propone di spostare i volumi dal lungomare adiacente a viale Teseo Tesei più a est e nell’area dove si dovrebbe realizzare il Centro Commerciale, per ampliare sul lungomare le aree pubbliche.
- Strutture ricettive. Non è assolutamente giustificata la necessità di edificare un albergo 5 stelle in un’area che non si presta certo ad una struttura del genere e soprattutto in un momento di grave crisi del comparto turistico. La stessa Associazione Albergatori dell’Isola d’Elba da anni chiede di non costruire più nuove strutture ma di riqualificare quelle esistenti. Chiediamo quindi di rinunciare alla realizzazione di un grosso albergo destinato a diventare l’ennesimo insuccesso economico e ad essere poi trasformato nel solito blocco di mini-appartamenti.
- Villaggio Punta della Rena “Calle”. Ribadito che Legambiente Arcipelago Toscano è sempre stata contraria alla realizzazione di un villaggio a Punta della Rena, non si comprende la scelta fintamente “socialdemocratica” di realizzare, insieme ad un villaggio evidentemente “di lusso”, delle case destinate a residenziale convenzionato. E’ anche incredibile che si voglia realizzare una piscina pubblica, con le necessarie infrastrutture annesse, in un’area tanto delicata.
- Punta della Rena bis: Così come proposto l’intervento abitativo delle “Calle” appare del tutto insostenibile per un ambiente di “confine” e delicatissimo ed in violazione delle Direttive Habitat ed Uccelli e della Legge Regionale 56/2000.
- Fermata autobus e taxi. Il progetto non sembra considerare l’uso dei mezzi pubblici di trasporto, autobus e taxi, per i quali occorre prevedere apposite fermate e parcheggi
- Percorso pedonale e ciclistico costiero. Il progetto non assicura la continuità del percorso pedonale e ciclistico attualmente percorribile nell’area demaniale tra l’area delle Calle e la laguna delle Saline di San Giovanni attraverso il fosso della Madonnina. Occorre a tal fine prevedere e realizzare un ponte pedonale e ciclistico sul Fosso della Madonnina in prossimità della foce. Inoltre sembra del tutto superfluo e pericoloso il passaggio ciclistico con “Caronte” all’imboccatura del nuovo porto che dovrebbe fare i conti, soprattutto in estate con il continuo andirivieni di imbarcazioni. Si suggerisce di eliminarlo e di lasciare solo il passaggio ciclistico nell’area in fondo al porto.
- Ipotesi della nuova strada di accesso alla zona ex le calle . Il progetto prevede in uscita dalla zona ex le calle , in prossimità del previsto sottopasso sotto la provinciale per Porto Azzurro, la possibilità di svoltare a sinistra verso Porto Azzurro a ridosso del dosso in posizione di scarsa visibilità dove sono già successi molti gravissimi incidenti. Per diminuire la pericolosità si propone di: impedire la svolta a sinistra verso porto Azzurro e di consentire esclusivamente l’immissione verso Bivio Boni la cui rotatoria che dista 300 metri consentirebbe l’inversione del senso di marcia; utilizzare il sottopasso per l’inversione del senso di marcia sulla provinciale da Bivio Boni per tornare a Bivio Boni;-imporre la riga continua e il divieto di svolta a sinistra per chi percorre la provinciale nel tratto dal fosso della Madonnina alla rotatoria di Bivio Boni.
L’elenco, che sicuramente vi avrà annoiato, finisce qui. Cosa c’è dietro a questo cambio di rotta? Un nuovo passaggio…alla