SI PUOโ MORIRE ANCHE GIOCANDO.
Molti anni fa, quando si tornava a casa dal campetto o dallโoratorio sudati e con le ginocchia sbucciate e qualche strappetto alla maglietta, si rischiava anche qualche scappellotto dalla propria madre stizzita per come eravamo ridotti. Ora quella madre che ha un lavoro e deve occuparsi dei figli e della casa, affida serena il proprio ragazzo alle varie societร sportive perchรฉ sa che รจ seguito nellโattivitร agonistica da preparatori atletici e dalla medicina dello sport che si occupa dello sport e delle sue patologie, anche a livello preventivo.
Domenica 24 novembre su un campo di calcio della Toscana, un giovane atleta di 14 anni ha cessato di vivere per cause ancora da accertare e a nulla รจ servito il tempestivo intervento dei sanitari ma, a bordo campo, non vi era il defibrillatore con il quale, forse, avrebbero potuto salvarle la vita. Altri atleti tra cui Piermario Morosini di 26 anni, e di varie discipline si sarebbero potuti salvare se a bordo campo ci fosse stato questa apparecchiatura.
In una Regione come la nostra dove in pochissimo tempo si delibera le costruzioni di 4 mega ospedali senza badare a spese e dove gli ammanchi sono da capogiro per spese voluttuarie, si approva lโobbligatorietร del defibrillatore presso ogni impianto e struttura sportiva pubblica entro il 1 gennaio del 2015. Nel frattempo questa apparecchiatura รจ un optional nella dotazione di una societร sportiva. Un genitore Elbano allโatto dellโiscrizione del proprio ragazzo, dovrebbe pretendere che la societร sportiva abbia nelle suo equipaggiamento un defibrillatore per unโeventuale arresto cardio-respiratorio.
Questa apparecchiatura salvavita ha un costo di circa 1000,00 euro e averlo in campo puรฒ significare forse far tornare a casa da quella madre indaffarata, il proprio figlio e non attenderlo invano.
MOLTE VOLTE LA PREVENZIONE RIMANE NEI DISCORSI ACCADEMICI E SULLA CARTA.
Francesco Semeraro