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gian franco casciano da gian franco casciano pubblicato il 23 Novembre 2013 alle 13:18
Silenzio, si vota! Ovvero una consultazione per pochi intimi. Non doveva essere così. Ben diverse le premesse. L’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini aveva usato parole entusiastiche esaltando l’importanza dell’appuntamento del 30 novembre, augurandosi –così si era espressa- “che” fosse “vissuto con una forte partecipazione”.Ancor più risonante la voce di Fortunato Angelini,presidente dell’Urbat che aveva invitato “i consorziati a partecipare numerosi alle prossime elezioni”. Da parte sua Oreste Giuliani, Presidente Unicem aveva affermato: “E’ necessario che l’appuntamento elettorale sia accompagnato da una forte e puntuale campagna di comunicazione e quindi ritengo che la Regione debba sentirsi fortemente impegnata nell’obiettivo di favorire la più ampia partecipazione possibile. (Urbat newsletter del 9 agosto 2013) • Invece soltanto pochi intimi sanno che il 30 novembre prossimo si terranno le elezioni consortili. Le elezioni, cioè, per nominare gli organi dei sei consorzi creati dalla Legge Regionale 27 dicembre 2012 n. 79 che sostituiranno tutti gli attuali consorzi Pochi intimi sanno che quindi il Consorzio di Bonifica Alta Maremma tra poco sparirà, e quindi la famigerata tassa sui fossi, già pretesa dall’Unione Comuni e successivamente dal Consorzio Alta Maremma, sarà ereditata da altro Consorzio, precisamente il Consorzio 5 Toscana Costa La legge regionale stabilisce che l’assemblea del Consorzio è composta: a) da tredici membri eletti dai consorziati al loro interno; b) da un membro in rappresentanza della Regione nominato dal Consiglio regionale; c) da tre presidenti di provincia nominati dal Consiglio delle autonome locali, in rappresentanza delle province il cui territorio ricade, anche parzialmente, nell'ambito del Consorzio; d) da sette sindaci, nominati dal Consiglio delle autonome locali, in rappresentanza dei comuni il cui territorio ricade, anche parzialmente, nell'ambito del Consorzio. Certamente ci sarà modo di verificare quale sarà (se ci sarà) la rappresentanza elbana istituzionale, ciò che appare veramente singolare è che a pochi giorni dalle elezioni, non siano noti i candidati per cui è possibile votare, soprattutto non sia stata data la possibilità ai titolari del diritto al voto di leggere o sentire quali siano le argomentazioni (i propositi) che eventualmente li distinguano, soprattutto quali siano le personali loro competenze, non sia stata data la possibilità cioè di dar vita ad una consapevole scelta e soprattutto di evitare che si rinnovi il dubbio che prevarranno ancora una volta esclusivamente meriti di … militanza. La normativa d’altra parte ha una particolare singolarità, che appare ben evidente nella descrizione delle caratteristiche e dei principi che ne sono fondamento, proposta dall’Urbat (Unione regionale per le bonifiche l’irrigazione e l’ambiente della Toscana). Si tratta, così scrive l’Urbat, di elezioni di tipo “censuario” dove esercitano l’elettorato i consorziati ovvero le persone fisiche e giuridiche che pagano il contributo di bonifica. Si legge “il diritto di voto è riservato solo ai consorziati che pagano il tributo secondo un meccanismo che “pesa” il voto in funzione di quanto si paga”, i consorzi, si continua, sono uno strumento dei consorziati che lo governano per perseguire il loro specifico interesse alla difesa del valore dei propri immobili.” Sembra quindi evidente che si tratta di elezioni che, pur ammantandosi di ideali alti, (si parla di “difesa del suolo”, “di salvaguardia idrogeologica” di “tutela ambientale”, si esalta una “visione unitaria delle azioni, finalizzate alla sicurezza territoriale, alimentare ed ambientale”) vedono elettori, non i cittadini tutti, che avrebbero diritto, senza distinzione di censo, alla salvaguardia del territorio in cui vivono e quindi il diritto anch’essi ad eleggere rappresentanti che meglio ritengano possano operare per la tutela del territorio, per la sua salvaguardia, ma soltanto coloro che hanno come dice l’Urbat “soprattutto interesse a difendere il valore dei propri immobili” (altro che obiettiva tutela e salvaguardia del territorio!) e questi stessi elettori sono addirittura suddivisi per censo negli stessi elenchi dei votanti. Si legge,infatti, che “per il principio secondo il quale i consorziati pesano in base all’ammontare del tributo pagato” (è scritto proprio così) la L.R. 79/12 prevede che gli aventi diritto, in ordine crescente di contribuenza, siano divisi in tre fasce di uguale peso contributivo e ad ogni fascia corrisponda una sezione elettorale che esprime 5 rappresentanti. Tre fasce di votanti, tre fasce diverse, diverse per censo… per eleggere gli organi del consorzio! Questa divisione potrebbe anche far ritenere che i rappresentanti eletti possano portare avanti argomentazioni o proposte od avere ideali diversi in ragione della fascia rappresentata, che la tutela del territorio cioè possa trovare modalità e ragioni diverse (particolari interessi?) in coloro che rappresentano un minor numero di consorziati ma di censo più alto, rispetto a coloro che rappresentano un gran numero di consorziati ma ognuno singolarmente di censo inferiore. Mentre chi non è proprietario di appartamenti o terreni non è cittadino che meriti la possibilità (il diritto?) di votare perché sia eletto un proprio rappresentante in una istituzione che comunque prenderà delle decisioni in ordine alla “difesa del suolo”, “alla salvaguardia idrogeologica” alla “tutela ambientale” alla “sicurezza, alimentare ed ambientale” di quel territorio in cui anche senza essere proprietario di immobili conduce la propria esistenza. In fondo, ci dice questa normativa, ci dicono queste elezioni, ciò che conta nella realtà sono i beni, sono le cose, non le persone. Ecco, forse perché di una simile normativa ci si vergogna un po’, c’è stato e c’è attorno ad essa un significativo, profondo silenzio. Ed il 30 novembre chi andrà a votare lo farà…così…in silenzio.
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