[SIZE=4][COLOR=darkblue]LA PROVOCAZIONE [/COLOR] [/SIZE]
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di Sergio Bicecci [/COLOR] [/FONT]
Dopo le mail di approvazione che ho ricevuto e il commento di “Elba Notizie” sulla critica di Semeraro , soltanto per il rispetto che nutro verso Francesco aggiungo qualche precisazione utile anche per tutti coloro che mi leggono, sapendo che l’argomento non può davvero ritenersi esaustivo, tutt’altro.
Quando ho detto “allora faccio una proposta veramente provocatoria” era ovvio che mi aspettassi delle osservazioni sul Tema proposto. La provocazione che ho fatto, alcuni mi dicono che non è nemmeno da ritenersi tale, non è cosa da poco, anzi è argomento da esperti in diritto sanitario, quindi lontano dalle mie capacità.
Ciò non toglie che l’idea potrebbe e dovrebbe, sempre secondo me, essere argomento di studio, infatti ho scritto: “Potrebbe farsi uno studio di fattibilità?” proprio perché è materia specialistica. Ciò che mi ha spinto a pormi al limite è la convinzione personale che, pur augurandomi di sbagliare, ho aggiunto: “ in questa fase critica in senso lato, niente e nessuno cambierà le cose”. Come dire che ormai giudico tutte le lodevoli attività a contrastare il sistema, compresa la mia, come lotte donchisciottesche e che sarebbe il caso di passare oltre.
Lottare per una siringa in più non allevia le nostre pene. Così Semeraro apre il suo intervento: “ La salute pubblica è un diritto non disponibile per il profitto”, mi trova perfettamente d’accordo, anche se non si può negare che, in virtù delle carenze della Sanità pubblica, Semeraro insegna, molti elbani si rivolgono a quella privata, non convenzionata, fuori dell’Elba perché “necesse est”, purtroppo. Oggi è anche possibile curarsi all’estero in convenzione. Se in Italia abbiamo tante strutture private, al contrario “convenzionate”, che offrono servizi in convenzione è proprio perché riescono a soddisfare le varie necessità e urgenze che il Servizio Pubblico ingessato non può. Quindi non si tratta affatto di vendere o regalare un sacrosanto diritto ma di concordare con terzi, nel rispetto del Diritto e della dignità umana, tutti quei servizi ritenuti convenzionabili dalle leggi e non solo quelli, dal momento che il privato più lavora più guadagna.
Quindi ci sarebbero anche, immagino come dovunque, servizi specialistici privati a pagamento, perché no?. Conosco strutture sanitarie che lavorano su più turni producendo utili per se e per chi ci lavora, generando anche benessere sociale. Immagino però che se ipoteticamente realizzato quanto sopra si creerebbe un aspetto preminentemente politico, in quanto il progetto potrebbe vanificare strategie e finalità diverse. Detto questo chiudo, la provocazione può piacere o non piacere, si cerchino, però alternative, se possibile. Ora, purtroppo, stiamo percorrendo una strada sbarrata oltre la quale non c’è che il vuoto.
Sergio Bicecci 10 novembre 2013