LA NAZIONE LIVORNO mar, 8 ott 2013
«Problemi per Anselmi, incertezza per Cosimi»
La sentenza del Consiglio di Stato rende accidentata la strada per arrivare all’Authority
CHI COLPISCE, chi può disturbare e al contrario Cui prodest, cioè chi favorisce la sentenza del Consiglio di Stato che detta restrittive interpretazioni alle legge 84/94 per la nomina dei presidenti delle Autorità portuali? Come abbiamo riferito ieri, l’elemento di base sancito dal supremo organismo di Stato è che ogni candidato deve poter dimostrare «di avere un percorso professionale tale da essere qualificato come esperto di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti portuali». Di più: secondo la sentenza, anche se l’articolo 8 della legge 84/94 «non richiede né uno specifico titolo di studio né uno specifico percorso professionale di carattere giuridico o tecnico o economico, è di norma necessario — specifica il testo — il possesso di una laurea connessa, affine, collegata o collegabile con la materia portuale per potersi definire esperto del settore». Un breve giro di consultazioni nel mondo portuale e giuridico stabilisce intanto un paletto: quanto impone il Consiglio di Stato è da ritenersi obbligatorio per le nuove nomine: chi c’è c’è e può portare a termine il proprio mandato.
CONCORDANO l’avvocato marittimista Luciano Canepa, già presidente della Port Authority di Ancona (e adesso commissario della stessa fino a fine mese) e il presidente dell’Autorità di Livorno Giuliano Gallanti, anch’egli avvocato. Su un punto inoltre, quello della laurea specifica, i pareri che abbiamo raccolto sono unanimemente scettici. «Mi sembra una pretesa eccessiva, specie sul piano pratico — sottolinea Canepa — sia perchè i titoli di laurea specifici si contano in Italia sulle dita delle mani, sia perchè si rischia di cadere in un altro problema, quello del conflitto d’interessi: in quanto laureati o esperti veri nel settore sono tutti portatori di interessi specifici, di armatori, di operatori portuali eccetera. Credo che si debba considerare questo passaggio più un auspicio che una imposizione».
IL PRESIDENTE Gallanti va oltre. «Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza, che non è una legge: e può dunque essere interpretata al meglio. Ma il vero problema a mio parere, è che è sbagliata o almeno imprecisa la legge 84/94 nelle attribuzioni al presidente delle Authority. Il quale non è assolutamente un manager e non ha alcun reale potere di gestione del porto, salvo amministrare le aree e firmare le concessioni demaniali, che sono aspetti marginali della vera operatività portuale. Chiedere dunque che la sua figura sia riservata ad esperti di massima e comprovata qualificazione è un po’ una contraddizione. Bisogna invece riformare la legge, perchè a mio parere i porti devono diventare aziende, vere e proprie Spa, come peraltro già è stato fatto in Spagna, in Francia e in molte moderne organizzazioni del Far East. Solo a quel punto occorreranno manager di comprovata capacità, il che non è certo garantito da una laurea». Per scendere poi dalla teoria alla pratica nella nostra area, la sentenza — dicono sia Canepa che Gallanti — crea problemi a una eventuale candidatura del sindaco di Piombino Anselmi, mentre per Cosimi rimane un margine d’incertezza per la sua esperienza a Bruxelles proprio sulle normative per la portualità. Ma è un discorso appena aperto, e che certo avrà un seguito nel dibattito anche politico.
A.F.