E’ cosi presente e pressante l’argomento   Sanita’  nella nostra Isola che, pur senza novità di rilievo, nella quantità di interventi che  si leggono troviamo  anche notizie che richiederebbero maggiore precisione  e prudenza.   Infatti ritengo che scrivere di potenziale chiusura dell’Ospedale sia un errore, perché  è una inesattezza e la notizia, trovando credito, aggiungerebbe al danno già perpetrato quello negativo della comunicazione ormai globalizzante.   È vero, invece, quanto   dannosa  sia stata la politica sin qui adottata con la forzata  chiusura di importanti e vitali servizi ospedalieri, nonché il conseguente serio aggravio sociale ed economico recato alla popolazione, obbligata a viaggi e soggiorni per essere vicini ai familiari ricoverati altrove.   Ciò riduce, di fatto,  gli elbani a utenti di serie B.  Il tutto dopo averci tolto ciò avevamo  avevamo.    Viene da domandarsi  con quale giustificato diritto, forse con la legge del più forte?     Non mi si venga a dire che si pensato al nostro bene.   Non mi si venga a dire neppure che i provvedimenti presi accentrando i servizi fuori dall’Elba, rispondano ad una logica di bilancio della Sanità Regionale, già grave per altri motivi ben conosciuti.    Potremmo aggiungere che  l’Elba  contribuisce con tasse e imposte  più di quanto gli ritorni in servizi.    Nella avvalorata situazione di fallimento, ma di chiara sudditanza politico- amministrativa,  pensino i lettori a quali e quanti servizi sono transitati oltre il canale.    Ma ritornando alla Sanità penso alle centinaia di voli annuali in elicottero, al loro costo, al costo sostenuto per la costruzione  e la gestione quotidiana della piattaforma di atterraggio. Ma ormai il dado è tratto ed è Innegabile l’utilità dell’elicottero per pazienti a rischio vita.     Sembrerebbe invece che venisse utilizzato spesso anche per trasferimenti di patologie importanti ma senza caratteristica di urgenza.  Per quei trasferimenti, cioè, che sono sempre stati gestiti  con autoambulanze.    Allora si pensi  alla differenza di costo tra i due mezzi di trasporto, valutabile da  poche centinaia  a  diverse migliaia di euro a viaggio.  Si dirà che ci lamentiamo per un servizio di lusso del quale dovremmo invece esserne contenti, ma il fine del mio ragionamento è che con tanti milioni di euro così spesi avremmo potuto continuare ad avere un primariato di ortopedia funzionante, creare  un servizio di terapia sub intensiva consentendo così anche maggiore libertà operatoria alla divisione chirurgica, avremmo potuto avere anche un servizio cardiologico per il trattamento  delle occlusioni coronariche, il tutto da giustificare  anche un organico, come quello attuale, di 6 o 7 anestesisti, sapendo che erano meno quando venivano effettuate diverse sale operatorie a settimana.  Cade in errore, inoltre, chi sembra rinunciare alla primaria richiesta di ripristino dei servizi e sollecita il rispetto dell’accordo firmato dai sindaci con l’assessore Marroni,  perché quello, mi ripeto e si rivedano i miei precedenti interventi, è un accordo estremamente riduttivo,  firmato forse in buona fede attraverso la lettura di un linguaggio sconosciuto e un po’ specialistico,   lesivo dei nostri diritti e si badi bene, sottolineo, della nostra dignità di persone, garantita anch’essa dalla Costituzione.    Rifletta chi avrebbe potuto impegnarsi maggiormente!     Mi si dirà che criticare è facile, verissimo,  che alla critica dovrebbe seguire una proposta, altrettanto vero.  Ma quale proposta può fare un libero cittadino, quest’ultimo può soltanto alzare un lamento, disatteso. Infatti neppure la protesta di migliaia di cittadini si è dimostrata utile.  Nel frattempo si inaugurano nuovi ospedali, se ne progettano altri e l’impoverimento del nostro non ha ancora toccato il fondo, in barba alla tanto ricordata particolarità  insulare.  Ci meritiamo forse tutto questo?  C’è qualche colpevole e cieca responsabilità?   Sicuramente niente capita per caso ed è sulla genesi di quanto ci sta  accadendo che l’Elba tutta deve  riflettere, preoccuparsene e anche provvedere,  con tutti gli strumenti possibili a disposizione: amministrativi, politici, sindacali, e da ultimo elettorali, chiedendo ai futuri candidati alle prossime  elezioni amministrative garanzie sulla loro libertà intellettuale  e sulla gestione del nostro Territorio.        
Sergio  Bicecci    31 luglio 2013
					
					
					
				