per Giuliana Costagli
Scusami Giuliana ma non capisco molto il senso di ciรฒ che esprimi, ovvero questa linea di demarcazione che tracci tra teoria e pratica. Infatti, a prescindere dal senso comune che porterebbe a domandarsi a cosa servirebbe investire in ricerca, incontri, convegni e pubblicazioni se poi la teoria dovesse restare chiusa in un compartimento stagno, negli ultimi decenni il personalismo, il costruttivismo, autorevoli personaggi da Roger a Bauman, da Morin a Gadamer, da Mounier a Gordon ecc... portano avanti teorie che affiancano la pratica alla teoria, l'esperienza e i vissuti personali alla progettualitร di base.Si parla di scuola come comunitร di pratiche, di programmi individuali basati sulle peculiaritร soggettive, di incontro tra educatore ed educando come l'incontro tra due libertร ...
Nella pratica รจ doveroso trasportare i nostri riferimenti teorici ed รจ altrettanto doveroso considerarli senza rigiditร , promettendosi di adattarli al contesto e alle persone con cui avremo a che fare.
Il fatto che i genitori siano contenti e che "ai bambini piaccia tanto" รจ condizione necessaria ma non sufficiente, a meno che non si voglia svolgere unicamente un lavoro di custodia o le veci di una "tata".
La mia critica, fondata e decisa, รจ verso la scuola italiana attuale in generale; come ho giร detto nello specifico mi riferivo solo alla recita mentre tutto il resto non aveva un bersaglio da focalizzare su "quella scuola o quegli insegnanti"...ma a tal proposito, visto la risposta di una delle insegnanti che "grida" in maiuscolo e parla immediatamente di scontro, di guerra e di pane per i miei denti (senza perarltro ribattere su ciรฒ che esprimo con delle plausibili motivazioni), non posso che farmi l'idea di come i concetti espressi nel mio primo messaggio vadano a sovrapporsi con una precisione quasi chirurgica anche su quella scuola e su quegli insegnanti.
Tra l'altro, il pensiero che la quasi totalitร dei genitori abbia bisogno di un linguaggio semplice รจ quasi mortificante e avvilente proprio per quelle persone, che invece vanno trasportate nella scuola e devono poter "assaggiare" concetti e termini pedagogici nell'avvicinamento progressivo ad una comunitร , per l'appunto, di pratiche.
Per quanto riguarda il rispetto, troppe scuole dell'infanzia e troppi asili nido ho visto per poterlo mantenere integro...il rispetto si porta a chi fa del proprio meglio, soprattutto quando si lavora con persone...e fare del proprio meglio in persorsi formativi significa aggiornarsi e provare a mettere in pratica, contestualizzandole, le nuove dritte e i nuovi riferimenti attualmente accreditati; significa essere pronti a mettersi in discussione, innescare ogni anno processi di cambiamento e miglioramento, essere davvero "dentro" la realtร scolastica, preoccuparsi dell'adeguatezza dei nostri spazi e dei nostri metodi relazionali, non cedere alle lusinghe dei pregiudizi e non avere certezze e dogmi ma solo percorsi che si co-costruiscono...significa avere in futuro un'umanitร capace di farsi domande, di avere il coraggio di modificare le proprie prospettive di significato...significa riflettere su delle critiche mosse e non sentirsi attaccati ogni volta che viene messa in discussione non la nostra persona ma la qualitร professionale.
Se le maestre di questa scuola mi avessere risposto sullo stesso piano anzichรจ ringhiare, forse avrebbe potuto avere luogo anche una dialettica razionale costruttiva e riflessiva...
E' vero, sono stato provocatorio, ma in questo modo le mie supposizioni trovano riscontro perchรจ - si evidenzia nelle risposte - il sentimento di lesa maestร ha prevaricato su quello della discussione tematica.
Se poi tu pensi che la scuola cosรฌ come รจ impostata vada bene e porti avanti nel miglior modo percorsi e traiettorie educative รจ un altro discorso, ma non credo questo possa essere il tuo pensiero...
Siamop fermi dagli anni '80, questa รจ la veritร ...e in questo settore, chi resta fermo precipita qualitativamente verso il basso...in questo converrai con me...
Buona giornata
Pietro