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ANDREA CIUMEI da ANDREA CIUMEI pubblicato il 16 Giugno 2013 alle 6:48
[SIZE=4][COLOR=darkblue]FACCIAMO CHIAREZZA PER FAVORE! [/COLOR] [/SIZE] “Ho letto e condiviso l'articolo scritto dalla Segretaria del Circolo PD di Marciana Marina”. Questo incipit/stampella appartiene a Francesco Gentili, consigliere comunale di minoranza nonché iscritto a Sinistra Ecologia e Libertà, ed è l’esempio tangibile di una tecnica mediatica prevedibile e stantia che altri a ragione definiscono “soccorso rosso”. Tutto sommato, però, è anche un teatrino le cui repliche non mancano di divertire. Funziona così: uno di loro, a turno, parte all’attacco su una o più questioni; subito dopo c’è un secondo intervento connotato da lamentazioni contro l’antagonista (immancabilmente qualificato come scorretto e offensivo, specie se ha avuto l’ardire di difendersi) e poi a ruota un terzo e così via. Vogliono dare l’impressione di essere un esercito, mentre sono un manipolo per niente gradito alla maggioranza dei cittadini, com’è dimostrato sia dalle ultime elezioni amministrative sia dal più recente referendum sul Comune Unico. Fatta questa necessaria premessa, non posso sottrarmi al dovere di smontare le affermazioni del Gentili, peraltro a mio avviso piuttosto ingenue. Prima di tutto: quelle rivolte a Cristina Gasparri erano espressioni di contrapposizione politica sollecitata, inviti a riflettere sulla realtà dei fatti ma in nessun modo offese. Tuttavia, se qualcuno la pensa diversamente, adisca pure le vie legali. Per quanto mi riguarda continuo a pensare che un personaggio pubblico - sia esso sindaco o consigliere o dirigente di un partito – il quale ambisce a rappresentare gli interessi della comunità, non possa fare a meno, neppure in presenza di minacce più o meno velate, di rappresentare pubblicamente ciò che in coscienza ritiene corrispondere a verità. A mio modo di vedere, inoltre, egli deve essere valutato nella totalità dei suoi atteggiamenti, cursus privato compreso: tutti coloro i quali esercitano un potere elettivo nell'interesse generale e determinano con il loro mandato e attraverso il proprio voto in consiglio comunale regole, tariffe e sanzioni, non possono certo essere esenti dall'essere vagliati anche per i loro atti personali. Se, per esempio, un sindaco o un assessore o un consigliere affittassero appartamenti al nero o con denuncia parziale di reddito; o contribuissero all'indebito arricchimento e alla violazione delle regole relative all’ occupazione di suolo pubblico comunale e demaniale; o partecipassero attivamente alla redazione di atti e di interessi pro privati; oppure fossero iscritti a ruolo in quanto evasori di tasse, sarebbe giusto che la cittadinanza ne venisse a conoscenza. Terminata questa digressione sui princípi, voglio dire a Gentili che non funziona il suo tentativo di delegittimare la ventina (esistono i dati) di qualificati partecipanti alla commissione turismo. Li ringrazio per la presenza e per il contributo, ma devo confermare che rispetto al totale degli invitati sono risultati pochi. Se crede Francesco Andrea Gentili può polemizzare, ma i numeri, purtroppo per lui, questi sono e tali rimangono. Non funziona nemmeno il suo anelito di far apparire il fronte della maggioranza spaccato: fallisce miseramente il suo sforzo di tirare in ballo il mio vice Francesco Lupi, assessore al commercio ma non alle manifestazioni, impegnato quel giorno altrove per lavoro, così come Carlo Magrone e Guido Citti. Stonava invece l'assenza di Paolo Di Pirro, ma anche questa è un'altra storia. Il discorso “Saint Claire” è invece un paradosso in chiave strumentale: tutti sanno che ha chiuso per motivi economici, così come hanno chiuso decine di alberghi ovunque all'Elba, e le soluzioni proposte dalla proprietà, vincolate al rispetto delle regole urbanistiche del nostro territorio, non si sono rivelate producenti. Se il Gentili ha qualche soluzione da proporre, contatti la proprietà: sono sicuro che gliene sarà grata. E infine, dulcis in fundo, ancóra “Un Mare di Sapori”: probabilmente Francesco Andrea Gentili è abituato a misurarsi col suo metro, ma noi col suo no davvero! Lungi da noi voler scaricare responsabilità sugli altri: se fino a due anni fa la manifestazione veniva predisposta dall’Amministrazione garantendo un contributo alla Slow Food che la supportava e ne gestiva l'organizzazione con il Comune, da quest'anno - e Portoferraio insegna - ciò non è più possibile. Quindi: o si patrocina e si organizza direttamente l'evento, oppure si contribuisce con denaro ma non si organizza né si può conferire il patrocinio - e il simbolo del Comune - ad alcuna manifestazione. Se poi la Condotta elbana, di cui faccio parte, ha preferito eliminare le bancarelle di alimentari dal novero degli espositori limitandosi solamente ai presìdi Slow Food si potrà dire che è stata una scelta che non ha funzionato a dovere, ma tant'è. Limitante, è vero, ma queste sono le ultime regole dettate dalla nostra burocrazia. Se non erro, altrove hanno fatto molto clamore: purtroppo non sempre vengono capite e a volte sono addirittura osteggiate tanto da creare conflitto fra organismi politici e tecnici dell'Ente.
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