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Mauro Meoni da Mauro Meoni pubblicato il 9 Giugno 2013 alle 15:06
Come la piuma di Forrest Gump, la memoria compie strani percorsi e voli pindarici, scatenata da input improvvisi e non ricercati, una recherche Proustiana nella quale ci lasciamo naufragare, novelli Odissei in cerca di una nuova Itaca. Un percorso della memoria che parte da sรฉ stessi, da album di foto ingiallite dal tempo e dalla paura di rivederle, che racchiudono attimi unici e mai dimenticati. Dagli occhi stanchi di un anziano al volto sorridente di un bambino, il filo della memoria non si spezza, lo rapisce un gabbiano che come un abile prestigiatore ti apre un sipario di cose giร  viste, che per vederle ancora devi chiudere gli occhi con forza, fino a farti male. Le spine degli anni ti assalgono una a una, mentre il teatro della memoria si apre e piano piano ti avvicini alle prime file, per non perderti nulla di quello spettacolo che , lo sai giร , resterร  senza bis. E ti siedi infine, stanco e con la voglia che il palcoscenico ridisegni la vita. E sei un bambino che vede aprirsi la porta della scuola Elementare di Carpani, con Lia Franca che ti invita a entrare, e rivedi volti di compagni di banco che oggi non ci sono piรน, persi in un ultimo tuffo allโ€™Enfola, e senti ancora le loro gomitate e le loro risateโ€ฆcambio di scena, in due in motorino su un Ciao che sfida un SI, sui tornanti del Capannone in corsa verso le terre misteriose di Campo e Marciana, oltre le colonne dโ€™Ercole della merenda sulla spiaggia delle Saline..e poi il cambio di marcia , sempre le stesse corse, le stesse strade pericolose, ma stavolta in cinque dentro macchine scassate , senza cinture e con lโ€™odore forte simile allโ€™incenso, pomeriggi di Pink Floyd e Doors โ€ฆla rabbia giovane ti rimane dentro, e se hai fortuna non ti abbandona mai. Ma ti abbandonano le pizze in venti ai Tre Archi, le partite a calcetto davanti ai parcheggi dei supermercati, con Tottero che ti insegue e ti buca il pallone, mentre Graziano il vigile ti aspetta sotto casa tua con il padrone della finestra rotta. E la benzina che finisce sempre in qualche curva dopo Mola, con la mamma che, senza cellulari, a ogni suono di sirena guarda la finestra e aspetta uno squillo del telefono di casa..mentre te sei proprio sotto, che bevi una spuma da Piero. Poi tutti fuori, a vedere le ragazze del Jazzercise, e a prendere gli schiaffi delle mamme che ti trovano attaccato alla finestra nascosta, ma qualcosa hai visto, e va bene cosรฌ. Il pallone che non si sgonfia mai, i pomeriggi che ti stancano e ti impolverano fino alle ossa, coprendo la schiaccia di Zallo che ti basta per tutta la mattina, tanto il pomeriggio alle Saline non cโ€™รจ tempo per mangiare, le canne da pesca non permettono distrazioni, ma i pesci siโ€ฆEโ€™ giaโ€™buio, รจ giร  ora di vestirsi di bianco e di darsi manate di gel per trovarsi tutti per la Calata dal Chincheri, per poi cominciare vasche infinite fino a che le gambe non ti cedono, ma lโ€™ultima va fatta, cโ€™รจ leiโ€ฆโ€ฆโ€ฆ Lei che rivedi in ogni angolo di strada, in ogni traghetto delle cinque e venti, in ogni bar a aspettarti un poโ€™ incazzata, ma forse per finta, che rivedi vicino a te al cinema, ma non adessoโ€ฆโ€ฆโ€ฆโ€ฆโ€ฆโ€ฆโ€ฆโ€ฆ. Adesso sei solo nel cinema della memoria, niente Astra o Pietri, qui รจ il tuo palcoscenico personale , che ogni volta comincia con il primo Goal al calcetto e finisce con lโ€™ultimo sorriso di Lei, sfuocando prima dei titoli di coda sul molo dove lโ€™hai vista lโ€™ultima voltaโ€ฆ Finisce anche lโ€™ultimo spettacolo, ma non sei sicuro se era una replica, una finzione, la vita di un altro, o la tua. Dove sono adesso le scarpe da tennis slacciate, il pallone bucato, le multe nascoste, la schiaccia con le cipolle, i disegni dellโ€™ultimo banco, i compiti per le vacanze , e la campanella della scuola? E dovโ€™รจ la sua lettera con il rossetto, il suo accendino portafortuna, il suo numero di telefono scritto sul pacchetto di Camel? Eโ€™tutto dentro di te, che aspetta che tu ti sieda ancora una voltaโ€ฆnel teatro della Memoria. ..
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