Per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, la nostra legge prevede che il minore acquista la cittadinanza italiana solo dopo aver compiuto 18 anni e dovendo dimostrare di avere risieduto regolarmente e ininterrottamente nel territorio della Repubblica fino al compimento della maggiore etร .
Il ministro dell'Integrazione Cรฉcile Kyenge ha le idee chiare: ยซIl governo ha delle prioritร . All'interno di queste sicuramente troviamo il tema del "diritto di cittadinanza": riuscire a dare identitร a un milione di bambini di origine straniera che ancora oggi attendono di avere la cittadinanza italianaยป. Applicare cioรจ lo ius soli: รจ cittadino italiano chi nasce sul suolo italiano.
Lo ius sanguinis, giร in vigore, รจ una scemenza: noi riconosciamo cittadinanza italiana a cittadini di altri paesi che pagano le tasse in altri paesi, che prestano servizio militare in altri paesi, potenzialmente nemici dellโItalia.
Lo ius soli sarebbe una scemenza ancora maggiore.
Credo che anche il concetto di cittadinaza andrebbe rivisto e graduato.
Faccio un esempio: un bambino che ha superato il ciclo delle scuole elementari ha tutto il diritto di essere considerato cittadino italiano, indipendentemente dal fatto che sia nato o no in Italia.
Ma lโabbandono dello ius sanguinis pone subito un problema: che senso avrebbe quella cittadinanza quando non ce lโhanno i genitori?
Se un genitore od entrambi vengono espulsi si ha una espulsione de facto del bambino italiano.
Se i genitori diventassero non espellibili, tutti i delinquenti stranieri risolverebbero i loro problemi con un figlio italiano.
La contrapposizione fra i due diritti รจ illogica, andrebbe invece razionalizzata la cittadinanza, il che รจ difficile e forse contrastante con lโart 3 della costituzione.