[SIZE=4][COLOR=darkred]QUANDO SALVARE UNA VITA UMANA ERA UN VALORE . [/COLOR] [/SIZE]
La sala operatoria è in fermento per l’annunciato arrivo dell’elicottero dall’Elba con un paziente grave da operare urgentemente. Chirurghi, anestesisti, interni, personale di sala a preparare bisturi, retrattori, forcipi, palloncini per angioplastica, sharps, pinze e altri strumenti e attrezzature per poter salvare la vita a chi ha i minuti contati e non dispone, sul territorio di residenza, di un ospedale salvavita. L’attesa in quella sala operatoria specializzata e lontana dall’Elba è spasmodica e mentre tutti attendono il paziente da operare ricevono l’annuncio di cessato allarme perché l’elicottero non è riuscito a imbarcare il paziente da operare perché l’ascensore che doveva portarlo all’elicottero era fuoriuso, la motovedetta in cantiere e la convenzione con l’aeroportorto di La Pila non è stato rinnovata. Il paziente, non potendo raggiungere con nessun mezzo quella sognata sala operatoria che poteva salvarle forse la vita, si dovrà affidare alle grazie di Papa Francesco.
[SIZE=3][COLOR=darkred]QUANTO SOPRA POTREBBE VERIFICARSI IN QUALSIASI MOMENTO. [/COLOR] [/SIZE]
Molti anni fa si trasferivano i malati presso gli altri ospedali del continente con un servizio eccezionale effettuato dall’esercito e più delle volte con gli elicotteri del nucleo di Pratica di Mare. Qualche anno fa si era pensato a una piazzola al Carburo solo per i trasferimenti diurni lasciando le emergenze notturne all’aeroporto di La Pila il quale era perfettamente attrezzato con luci, gruppi elettrogeni per la ripartenza dei motori e un servizio autonomo antincendio assisicurato dal personale dell’aeroporto altrettanto specializzato sia alle operazioni di atterraggio/decollo sia antincendio senza la presenza dei vigili del fuoco poiché sono tutti abilitati al servizio multiplo assicurando le dovute garanzie di sicurezza.
Con la costruzione della discussa piattaforma sull’ospedale e delle sollecitazioni che provoca, il 24 ottobre 2012 l’ASL6 ha pensato bene di cessare il rapporto di collaborazione con l’effettiva risoluzione del contratto con la società aeroportuale affidando la gestione della piattafoma sul tetto dell’ospedale ad una ditta che impiega , per la sua manutenzione, circa otto/nove uomini assicurando loro vitto, alloggio e stipendio. La direzione aeroportuale consapevole quali difficoltà potevano manifestarsi in caso di maltempo o di guasto di un ascensore o della piattaforma stessa, inviò all’ASL un’offerta per la reperibilità e il servizio con base operativa in qualsiasi ora del giorno e con qualsiasi tempo.
(SI RICORDA CHE ULTIMAMENTE LA PIATTAFORMA NON E’ STATA ATTIVA PER TRE GIORNI, PERCHE’ SI ERA STRAPPATA LA MANICHETTA INDICANTE LA DIREZIONE DEL VENTO, se ci fosse stata un’urgenza?)
[COLOR=darkred][SIZE=3]L’ASL RISPOSE CHE NON ERA INTERESSATA. [/SIZE] [/COLOR]
Dopo questo desinteresse di collaborare mettendo quindi in secondo collocazione la vita delle persone, ben due volte, a causa del blocco dell’ascensore interno portabarelle all’elicottero, il personale ASL chiedeva un gesto di solidarietà al personale dell’aeroporto il quale non ha esitato, con grande spirito umanitario, di far atterrare l’elicottero salvando la vita a due persone..
Tutto ciò non è bastato a risvegliare il senso morale e civico dei dirigenti ASL poiché ancora oggi non è stato stipulato nessun accordo con la società che gestisce l’aeroporto la quale potrebbe assicurare sia il servizio h24 alla piattaforma sull’ospedale e contemporaneamente il servizio all’aeroporto se si verificassero le condizioni di non atterraggio sull’ospedale. Si badi bene, la società aeroportulae farebbe risparmiare moltissimi denari alla comunità Elbana perché impiegherebbe, a parità di unità lavorative, personale Elbano molto specializzato e abilitato a vigili del fuoco, non utilizzando i Vigili dell Fuoco di servizio antincendio civile, risparmiando anche sulle servitù necessarie per far vivere fuori casa quelle persone ora adibite alla manutenzione della sola piattaforma. Inoltre avremmo sempre personale addestrato e aggiornato perché svolge servizio di aviazione civile essendo operatori ENAC.
Anche il vice Prefetto Daveti sta provando a districare questa incresciosa trama di diatribe sterili messe in atto da chi crede di avere il diritto assoluto di stabilire quale paziente salvare e quale sacrificare. Un cenno anche alla motovedetta “ogni tempo” ora non disponibile la quale entrerà in cantiere il sei maggio prossimo per le modifiche atte a ospitare un paziente barellato. A parere dei conoscitori del mare, la soluzione di impiego di questi natanti è da ritenersi poco auspicabile per le sue terribili condizioni di trasporto con mare al limite della navigabilità, il quale arrecherebbe al paziente più danni che non l’attesa in ospedale dopo essere stato stabilizzato.
Dato le condizioni dell’attuale pericolo di vita che vanno incontro gli Elbani in caso di maltempo, vuoi per i sempre più frequenti fermi degli ascensori interni, vuoi per la non disponibilità della motovedetta e vuoi per quell’articolo “ Trasferimenti sicuri al 100%” del tutto fuorviante e non veritiero, l’ASL dovrebbe mettere in atto più rispetto e maggior senso di responsabilità verso le 7.000 persone che rappresentiamo.
[COLOR=darkred]Francesco Semeraro – Luciano Campitelli.
ELBA Salute. [/COLOR]