LEGGETE CON ATTENZIONE QUEST'INTERVENTO DEL COMPAGNO ENRICO TONIETTI SUL NO AL COMUNE UNICO DEL 24 LUGLIO [SIZE=3]2012 [/SIZE]
Il mio NO al Comune unico
Inserito il | luglio 24, 2012 | 27 Commenti
di Enrico Tonietti
A breve uscirà la data del referendum sull’istituzione del Comune unico, questo il testo: “Siete favorevoli alla proposta di istituire il Comune dell’Isola d’Elba mediante fusione dei comuni di Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana marina, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio marina e Rio nell’Elba, di cui alla proposta di legge di iniziativa popolare 15 maggio 2012?”.
La mia risposta è un secco NO.
Premettendo che il gruppo “Vivere Porto Azzurro” e il PD, cui appartengo, hanno sempre creduto nel pluralismo delle idee -considerandolo una risorsa e non un intralcio- e riconoscendo che all’interno del gruppo e del partito ci sono correnti di pensiero diverse, esporrò una posizione del tutto personale.
Il mio NO ha origini lontane, poco convinto delle ragioni a sostegno dell’istituzione del Comune unico, visto più come scioglimento dei sette Comuni minori in favore del capoluogo che non come vera e propria fusione.
Nemmeno mi convince il riferimento alla popolazione, 30.000 abitanti, ma distribuiti su 224 Kmq, circa gli stessi del Comune di Genova e una volta e mezzo quelli del Comune di Torino, in pratica un modello centralistico che allontanerebbe i cittadini dai loro eletti costringendoli, come ha evidenziato il mio amico Dante Leonardi (con felice espressione bucolica) «a periodiche transumanze per rappresentare o discutere di problematiche relative alle proprie attività».
Poco credibile è l’aspetto che riguarda il miglioramento dei servizi; in una fase storica come questa, di risparmi, tagli e presunte ottimizzazioni, quanti distretti sanitari locali, quante Stazioni di carabinieri, quanti (altri) Uffici postali, magari anche istituti scolastici, ecc. sarebbero chiusi o accorpati? Altrettanto poco convincente è la motivazione che un Sindaco unico dell’Elba meglio rappresenterebbe gli interessi degli elbani. Sono convinto che otto voci siano più forti di una ed il fatto che la classe politica negli ultimi anni abbia preferito guardare al proprio orticello anziché adottare una visione larga, per risolvere le problematiche a livello comprensoriale, non può giustificare quello che, a mio avviso, rappresenta un vero e proprio salto nel buio.
Passando ad una analisi tecnica della proposta di legge (facilmente consultabile sul sito comuneunicoelba.com), non si può non notare alcuni aspetti poco rassicuranti. Gli articoli 4 e 5 attribuiscono, praticamente, pieni poteri al Commissario Straordinario, nominato dalla Regione, “fino all’insediamento degli organi del Comune dell’ Isola d’Elba [...]“. E quanto durerebbe questo periodo? Settimane? Mesi? O, più probabilmente, anni?
L’articolo 7 testualmente recita: ”Lo statuto del Comune dell’Isola d’Elba può, per conservare e valorizzare l’identità storica delle comunità locali, prevedere l’istituzione di municipi negli ambiti territoriali corrispondenti ai comuni oggetto della fusione“. Come, “può“? Ma i municipi non dovevano rappresentare il motore di questo nuovo Comune Unico? A chi rimettiamo questa discrezionalità?
Le cronache recenti ci ricordano che a febbraio 2012, in un convegno organizzato dal Comitato per il Comune Unico, il Professor Massimo Balducci dell’Università Europea di Firenze, docente di Scienza dell’Amministrazione e Teoria dell’Organizzazione, sottolinea che prima di istituire il Comune Unico bisogna fare un progetto dettagliato, in particolare con riferimento alla distribuzione delle circoscrizioni per evitare di cadere in «un incubo lungo 40 anni». Il 3 luglio, venti giorni fa, il Comitato per il Comune Unico annuncia che: “noi il progetto lo stiamo elaborando e lo diffonderemo in occasione dell’apertura della campagna referendaria…”. E fino ad adesso di cosa e su cosa si discuteva? Rischierò di apparire campanilista o reazionario, ma, al momento del referendum, il mio voto sarà un NO, senza dubbi e senza incertezze.
Enrico Tonietti