Egregio Direttore,
sulla timida iniziativa del Comune Unico dell’Elba ho già detto la mia con un articolo pubblicato da “Il Sampierese” di aprile ([URL]www.sanpiero.com[/URL]) ma, dopo essere stato all’Elba per le feste pasquali, ho avuto l’impressione che su alcuni aspetti del referendum vi è diffusa ignoranza e che molte persone esprimeranno un voto Non Informato.
Mi riferisco in particolare al tipo di referendum indetto ed ai municipi previsti.
Quanto al primo aspetto gli elettori sono per la maggior parte convinti di andare a votare perché il loro Comune aderisca o meno al Comune Unico e che, ove la maggioranza fosse per il No, non ci sarebbe tale aggregazione.
I medesimi non fanno caso alla determinante circostanza che, trattandosi di un “Referendum Consultivo” e quindi di una semplice “consultazione”, il loro voto non è circoscritto territorialmente mescolandosi invece con quello degli altri comuni cosicchè saranno i voti di tutti i cittadini dei Comuni dell’Elba che, nel loro complesso, daranno un mero parere non vincolante alla Regione Toscana per la decisione finale.
In pratica se, per esempio, la maggioranza degli elettori del Comune di Campo oppure di Campo, Marciana, Marciana Marina e Portoferraio insieme fosse per il No, la Regione potrebbe sempre decidere la (art. 58 L.P.T. n. 62/07) a prescindere (art. 67 medesima legge).
L’unico limite che ha la Regione è quello, appunto, procedurale di e di aver ottenuto dal Consiglio Regionale (art.60 legge citata).
Se però ad un elettore si fa presente, come ho fatto io nel mio Comune di origine, che l’unione, sempre per esempio, del Comune di Campo agli altri comuni può dipendere da quello che decideranno questi ultimi o da alcuni soltanto e che, inoltre, per la validità del referendum non è previsto il doppio Quorum di un certo numero minimo di elettori partecipanti e del raggiungimento della maggioranza fra quest’ultimi allora ci si rende conto della disinformazione serpeggiante e della perplessità che sorgono.
È pur vero che se ci si limita a parlare in puro , che serve solo a sostenere con generiche argomentazioni apparentemente convincenti l’una o l’altra tesi, l’elettore è più netto nella sua risposta ma quando gli si fa presente lo (scarso) peso del suo voto allora ci si rende conto della sua sorpresa e di quanta poca voglia abbia di rinunciare ad essere determinante.
Sul secondo aspetto l’ignoranza è ancora più ampia perché pochi sanno cosa saranno i Municipi, come funzioneranno, chi li rappresenterà e come sopravviveranno.
In particolare quasi tutti sconoscono che, come si rileva dalla bozza di Statuto (Titolo V) che circola su internet, saranno dei semplici uffici periferici () del Comune Unico a cui, come ha scritto Giovanni Fratini il 28/03, sarà delegata la gestione di tutta una serie di servizi e potrà continuare a curare la propria identità storica e culturale ma, aggiungo io, che, se saranno istituiti , saranno semplici senza un efficace potere propositivo, in quanto le previste funzioni di iniziativa sulle attività comunali di interesse municipale e la possibilità di avanzare richieste ed interrogazioni ai competenti organi comunali non sono accompagnate dalla previsione di un corrispondente dovere di motivata risposta in tempi certi, e senza la previsione sia di un parere che abbia una qualche vincolavità su questioni importanti per il territorio municipale sia di una specie di facoltà oppositiva e/od impugnativa.
Non solo ma gli interpellati mostrano ulteriore sorpresa, e prevalente dissenso, quando viene loro fatto presente che il Municipio sarà amministrato (senza compenso) da un Consiglio di 3 o 5 componenti, a seconda che gli abitanti siano al di sotto o al di sopra dei 3000, che eleggeranno a loro interno un Capo detto, in francese, Maire, tutti eletti a suffragio universale fra tutti gli elettori dell’Elba contemporaneamente al Consiglio Comunale e con identica durata. Se poi si spiega che ciò vuol dire che i componenti del Consiglio Municipale, per esempio, di Campo potrebbero essere anche tutti di Rio, od addirittura, uno di Rio Marina, uno di Porto Azzurro, uno di Portoferraio e così via, nei cittadini sorge il forte dubbio che questi ultimi – non avendo origini locali - potrebbero essere poco interessanti, al contrario di quanto pensa Giovanni, a mantenere l’identità storica e culturale del territorio e degli abitanti di quel Municipio.
Quando infine si fa rilevare che i Municipi vivranno e funzioneranno in base ai fondi che darà loro il Comune Unico e che, soprattutto, i rappresentanti dei Municipi saranno eletti contemporaneamente ai Consiglieri Comunali e per la medesima durata le perplessità raggiungono il culmine perché viene colto il rischio di potersi trovare di fronte a dei semplici funzionari del Comune centralizzato che, quali burocrati, è dubbio che conosceranno il dissenso sia perché sapranno di vivere in base ai finanziamenti che riceveranno e di trovarsi di fronte alla possibilità di vedersi revocati i servizi (Titolo V, capo I, art.2 della bozza di Statuto) sia perché la loro scelta rispecchierà inevitabilmente, per la contemporaneità delle due elezioni, quella trainante dei Consiglieri Comunali: da qui il pericolo del pensiero, per così dire, unico.
Cordiali saluti.
Fernando Bontempelli