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Cittadino da Cittadino pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 11:24
Un grande uomo, una grande verità.. Sono con lei Dott. Camici.. E se invece di fare la fusione uscissimo dalla Regione Toscana? “Divide et impera”. È questo il motto su cui si è fondato il potere di Roma. Questo richiamo serve per parlare su quanto sta succedendo all’isola d’Elba con il referendum per il comune unico. Si è voluto procedere a questo referendum facendo riferimento ad una proposta di legge d’iniziativa popolare che è poco chiara. L’unica cosa chiara è la data di quaranta giorni. Infatti, in caso di vittoria del SI entrerà in vigore la proposta di legge di cui sopra ed entro quaranta giorni dall’entrata in vigore di questa legge i comuni oggetto della fusione sono estinti,decadute le giunte e i sindaci dalle loro funzioni. Il commissario straordinario verrà nominato dal presidente della regione con decreto entro trenta giorni dall’entrata in vigore della proposta di legge d’iniziativa popolare. Il commissario straordinario eserciterà le funzioni degli organi di governo del comune unico fino all’insediamento di questi organi che avverrà a seguito delle elezioni amministrative. Tutto qui. Si sarebbe potuto fare meglio. Siamo all’Elba una piccola comunità periferica e per di più insulare. In una democrazia partitocratica e rappresentativa quale è la nostra sono alla fine i numeri quelli che contano: cosa volete che siano trentamila voti dell’isola d’Elba! Contiamo davvero poco. E’ stato pertanto facile da parte del presidente della regione toscana procedere nel modo in cui ha proceduto. Lo dimostra il fatto che in regione nessuna forza politica ha ritenuto opportuno nel consiglio regionale procedere al miglioramento della proposta di legge. Comprendo che il presidente della regione toscana sia stanco di avere a che fare con sindaci assai spesso litigiosi se non arroganti e che voglia un unico interlocutore. Con quanto è stato fatto, il presidente della regione toscana potrà arrivare ad avere un unico interlocutore ma con una popolazione divisa alle spalle di questo unico interlocutore. Noi elbani dobbiamo ritrovarci uniti non nella politica espressa da questo o quel partito ma nelle cose da fare utili per la nostra comunità. Perciò, visto quanto accaduto, uscire dalla regione toscana è cosa utile da tentare di fare. Come da alcuni è stato suggerito, chiedere di far parte della regione Sardegna, che come noi è isola, è cosa utile da fare. Forse, in quanto isola, vi potrà essere maggiore attenzione nei nostri riguardi da parte della regione sarda:nessuno può garantire che ciò accada. O, in alternativa, verificare la possibilità al livello comunità europea di una amministrazione unica in comune con la Corsica,come il sottoscritto ha suggerito dalle pagine di questo giornale,è cosa utile da fare anche questa. Forse, in questa ipotesi di lavoro,essendovi una trattativa da condurre tra le parti vi potrà essere una maggiore garanzia quanto ad attenzione nei nostri riguardi e dei nostri peculiari, insulari bisogni. Poi richiedere alla comunità europea riconoscimento dell’arcipelago toscano territorio con agevolazione fiscali sia per le imprese, perché così possano rinnovarsi, investire e creare lavoro all’Elba, che per le famiglie, non solo per ridurre il peso fiscale divenuto insostenibile ma anche per ridurre il costo della vita che nell’isola è superiore che in terraferma. Quindi procedere verso un processo sociale e culturale di aggregazione, di unità. Questo deve partire dalla scoperta delle nostre radici storiche,appena accennate nella relazione illustrativa della proposta di legge di iniziativa popolare di cui sopra , e dalla valorizzazione dei beni culturali sparsi sul nostro territorio ,quasi tutti in stato di completo abbandono e il motivo non è che mancano solo i soldi al loro recupero. Per le risorse economiche necessarie per poter fare qualcosa per i beni culturali elbani, basterebbe che una parte dei soldi che incassano i musei elbani fosse obbligatoriamente destinata al recupero dei beni culturali sparsi sull’Elba. Chiedo pertanto alla sovrintendenza di valutare questa ipotesi e ai comuni di perorare questa via. Quando riusciremo a capire da dove veniamo ,avremo la consapevolezza dove andare. Penso ai servizi, alle infrastrutture, ad una semplificazione amministrativa della pubblica amministrazione, nuova e vera, basata su efficienza ed imparzialità. Tra i servizi essenziali da potenziare, come la sanità, la scuola, penso, ad esempio, alla continuità territoriale tanto declamata e sbandierata dalla regione toscana e mai realizzata perché ogni notte l’Elba per varie ore è completamente isolata per l’assenza di ogni regolare servizio marittimo che è presente nelle sole ore diurne. Per fare tutto questo bisogna abbattere, superare gli steccati, i muri creati dalla politica di centro, di destra e di sinistra: le ideologie del secolo passato. Gli steccati e i muri del “divide et impera”. Questo sì che sarà cambiamento vero: non dobbiamo aver timore del cambiamento vero.
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