Cara Romana, finalmente ci sono e posso risponderti.
Sembra che in Italia, a partire dalla metร del โ400 in poi, ogni circa ventโanni (strano come da noi i cicli politici si esauriscano in โฆventenni), nasca un Savonarola deciso a fustigare i facili costumi, pubblici e privati, deglโItaliani. Ma tra lโaustero Predicatore domenicano e i suoi attuali cloni cโรจ una differenza sostanziale: mentre il primo ha portato il suo rigore morale fino alle estreme conseguenze (crocefisso e bruciato), i suoi piรน recenti e fasulli imitatori -dopo aver sollevato il furore popolare, e invocato austeritร e pauperismi vari- si sono accomodati alla mensa della politica o โdellโavido capitalismoโ mangiando a quattro ganasce.
Cosรฌ รจ accaduto ai contestatori antisistema di fine anni Sessanta che -finita la falsa rivoluzione e presa la laurea con il voto politico- hanno cercato il โposto in bancaโ, nellโindustria di stato, nelle redazioni dei giornali borghesi o negli odiati partiti politici. Lo stesso รจ avvenuto, alla fine degli anni Ottanta, a coloro che istruivano processi sommari nei tribunali e nelle piazze, indicevano referendum antipolitici per abolire ministeri, privilegi e malcostume e poi, a tarda sera, prima di tornare a casa soddisfatti, andavano a gettavate le monetine davanti al Raphael. Questi signori, una volta giunti al potere, hanno raddoppiato i privilegi e il malcostume dei loro predecessori, hanno ripristinato il finanziamento della politica (meglio dire ai politici) e quei ministeri frettolosamente aboliti nellโimpeto referendario.
Sarร cosรฌ anche per gli anticasta dei giorni nostri? Quelli, per intenderci, che da qualche anno predicano contro la politica e che oggi, appena giunti al potere, per ingraziarsi il favore popolare, rinunciano ai privilegi e si riducono le prebende in nome dellโausteritร , del rigore e della sobrietร ? Ai posteri lโardua sentenza! Ma a giudicare lโoperato dei falsi Savonarola di tutti i tempi, verrebbe da rispondere sรฌ.
Se hai modo di parlare con Dante digli che condivido in larga parte quello che ha scritto a proposito dellโillusione (e della delusione) del Web. E digli anche che mi ricordo di quei navigatori di quasi un ventennio fa che, complice la tastiera, erano diventati (o si credevano) tanti piccoli yuppie di Wall Street e compravano e vendevano azioni di cui non sapevano nemmeno il puzzo. Poi si sgonfiรฒ la bolla speculativa e addio soldi! Tanti si leccano ancora le ferite.
Sarร lo stesso per gli attuali esperti (e fanatici) della politica sul Web?
Un caro saluto a te e a Dante