Negli ultimi giorni si sono verificate circostanze che avrebbero potuto causare danni ben maggiori alle persone interessate. Infatti per ben 2 volte lโelicottero, pur intervenuto, non ha potuto effettuare il trasferimento richiesto a causa del maltempo, un forte vento non ha consentito il volo in sicurezza. In un caso รจ intervenuta una motovedetta militare, effettuando il trasporto del malato fino a Livorno con 2 ore di navigazione , nellโaltro il trasferimento via mare รจ stato effettuato con una nave di linea fino a Piombino per poi proseguire con autombulanza. Credo che eventi simili, considerando anche le modificate condizioni meteo generali, non saranno certamente gli ultimi e che quindi potrebbero ripetersi. Analizzando i fatti da qui bisogna ripartire, per prendere atto e senza sorprese del futuro, ormai programmato, della nostra salute. Per essere chiari le nostre condizioni geografiche e la riorganizzazione dellโOspedale, cosรฌ come concepita, non puรฒ che rendere indispensabili gli interventi degli elicotteri e delle motovedette, in seconda eccezionale istanza. Detto questo , constatiamo che la salute e la vita di noi elbani corre sul filo del rasoio, come si suol dire. Crediamo, perรฒ, di avere il diritto di porre delle domande e di avere risposte soddisfacenti e non politiche, come di solito avviene. In primo luogo vorrei porre lโattenzione sulla tempistica, cosa che ho ricordato piรน volte, cioรจ il tempo che intercorre fra un evento patologico o traumatologico e il relativo intervento medico. Il dubbio nasce anche quando leggiamo dichiarazioni di due conosciuti e apprezzati primari cardiologi dove lโuno asserisce che il tempo che occorre per trasportare un cardiopatico da Cecina a Livorno (diciamo 20 minuti) puรฒ metterne a rischio la vita. Il secondo, primario a Livorno, riconoscendo che lโElba รจ comunque il territorio di competenza piรน disagiato rispetto ad altri, afferma che si riesce ad ottenere una tempistica accettabile entro le 5 ore. Fra le due affermazioni intercorrono 4 ore e 40 minuti. Al contrario noi profani sappiamo che anche un minuto puรฒ essere decisivo. Ecco il nascere dei nostri dubbi! Pur sapendo che la medicina non รจ una scienza esatta, come stanno le cose? Continuando con i dubbi, si puรฒ escludere che il trasferimento via mare (che avverrebbe in caso di maltempo e con mare molto mosso) non potrebbe causare ulteriori danni al paziente, come ad esempio se si trattasse di un politraumatizzato e con problemi vascolari, da trasferire con motovedetta? Noi elbani, a differenza degli amministratori fiorentini, sappiamo benissimo cosa significa, sia pure in buone condizioni di salute, attraversare il canale in condizioni di mare sfavorevoli e a maggior ragione se dovesse avvenire con un mezzo diverso da una nave di linea. Aggiungerei anche che potremmo trovarci, di fronte ad un tragico evento con piรน persone coinvolte e in necessitร di trasferimento multiplo verso centri specializzati, siamo in grado di affrontare tali emergenze? Si dirร che quanto sopra tende ad esasperare una sia pur possibile ipotesi. Non รจ cosรฌ perchรฉ รจ proprio la medicina, quella vera che pensa e raccomanda la prevenzione non solo per la salute della persona ma anche e in particolare per fini sociali. Per quale motivo noi elbani non possiamo avere un poโ di piรน dal nostro ospedale? Presumibilmente la risposte potrebbero essere queste: carenza di attrezzature, carenza di personale, bassa casistica. Ormai abbiamo capito, il denaro, molto, รจ andato e sta andando altrove. Potremmo anche discutere sui costi dei trasferimenti e sulla costruzione della piattaforma e se tali investimenti non sarebbe stato piรน giusto indirizzarli in servizi medici. Ma noi elbani, utenti sfortunati e di serie B possiamo accettare sine die tale stato di cose? Possiamo accettare che i bilanci della Sanitร sanciscano sui nostri diritti? LโElba, che รจ definita da tempo una colonia, potrebbe, se volesse, trovare energie sufficienti a garantirsi nella Sanitร un avvenire piรน sereno. Si veda ad esempio il contributo fiscale che siamo in grado generare, anche in tempo di crisi, ma qui si aprirebbe una provocazione che potrebbe essere affrontata e risolta con provvedimenti ad hoc, come leggi speciali, piani sanitari particolari che condurrebbero, nessuno me ne voglia, a certe autonomie. Ci pensino gli addetti ai Lavori, mentre continueremo a soffrire!
Sergio Bicecci