Caro Ivano, nelle mie trascorse frequentazioni politiche non ho mai accettato lโidea di sottostare a un boss. Non lโho mai fatto prima, tanto meno sono disposto a farlo oggi; se non altro perchรฉ la cosa che piรน detesto in politica รจ il culto della personalitร . Sentimento che mi ha impedito, piรน di ogni altra considerazione, di fare politica attiva in questa (se Dio vuole) morente Seconda Repubblica (Speriamo che la Terza sia migliore, anche se le odierne avvisaglie non lasciano sperare bene).
Non credo che tu -se tanto mi dร tanto- possa affermare la stessa cosa, visto che nel tuo partito dโun tempo, vigeva il rigido e implacabile centralismo democratico. Sistema di potere che si auto legittimava attraverso il mito dellโinfallibilitร del โPartitoโ e il culto del โCapo che vede e provvede per tuttiโ.
Non sottovalutate (tu e Silvio) il valore delle scuole serali perchรฉ lรฌ, oltre ai programmi ministeriali, sโimparava anche la vita. Non a caso le โCentocinquanta oreโ fu una conquista del tuo sindacato di riferimento.