Mi collego a quanto pubblicato dallโamico Nannoni circa la perdurante situazione del Centro Storico di Portoferraio e vorrei aggiungere, a quanto da lui giustamente osservato, che il dramma del โ dentro le muraโ persiste ormai da decenni, tanto che parlarne ancora rasenta la retorica. Infatti da anchโ io, ormai in pensione, ne ho sempre lamentato e scritto ripetutamente. Per 39 anni ho fatto parte di quella categoria di piccoli commercianti che per lungo tempo sono stati invisi perchรฉ ritenuti approfittatori, pretenziosi, capaci soltanto di lamentarsi e fare soldi a danno della cittร . Mi si consenta perciรฒ di ricordare ai lettori di questo pezzo quanto scrissi nel vecchio โCorriere Elbanoโ del 1991 e riproposto dai Giornali on line locali il 30 luglio 2012, perciรฒ rivisitabile. Era una analisi di 21 anni fa fortemente critica sui provvedimenti che giร allora le Amministrazioni, sorde ad ogni richiamo, facevano cadere come fendenti, sul Paese. Salvo pochi particolari, vedi il trasferimento della Posta di pochi anni fa, giร allora avevamo uno stato di fatto sovrapponibile a quello odierno. Ciรฒ che adesso mi appare sorprendente รจ che dopo tanti anni di indifferenza si tenti di addebitare il degrado del Centro Storico ai commercianti stessi e sui proprietari dei fondi, i quali richiederebbero canoni eccessivi. Quindi sarรฒ ripetitivo, ma individuo una sola responsabilitร , da addebitare invece alla ossessiva cecitร , alla presuntuosa autosufficienza degli Amministratori. Quelli attuali ereditano e perpetuano tale politica e ancor peggio sono convinti che con arredi discutibili, vasi per fiori ed altro si modifichi in positivo la vita del Paese. Vorrei domandare loro quali e quante volte anche le loro famiglie sentono la necessitร di venire nel C.S. per acquisti od altro. Vorrei domandare loro dove fanno la spesa, dove prendono il caffรจ, dove si vestono, dove hanno il parrucchiere, dove comprano il giornale, etc, etc. E allora, se questa รจ la realtร e non ci confrontiamo con essa e risolviamo lacune conseguenti, Portoferraio non avrร avvenire. Ma questo tutti lโabbiamo capito, da anni, tutti meno coloro che, per mandato, avrebbero dovuto capirlo molto prima di noi invece di spendere il tempo a sottrarre linfa vitale al paese e alle piccole attivitร locali. Mai alcuno di questi si รจ domandato quanto i loro provvedimenti avrebbero inciso sulla vita del Centro Storico. Unico ultradecennale perseguimento รจ stato la lotta al traffico veicolare con articolazioni cervellotiche, chiusura del Centro, zone ATL, studi molteplici e costosi per il traffico, come se Portoferraio fosse una Livorno qualsiasi, non considerando che ha soltanto una sola strada di entrata e uscita. Contemporaneamente nessun progetto รจ mai stato intrapreso per compensare la perdita di Enti di Pubblico Interesse ed altro, al fine di evitare la lenta e inevitabile agonia del C.S. Ed รจ per questo che Portoferraio รจ una cittร invecchiata, priva di ogni intervento che desti continuo interesse locale e turistico. Visto che ormai diverse attivitร hanno chiuso e altre lo faranno e tanti locali sono e resteranno vuoti, quali iniziative ha mai preso o prenderร il Comune per stimolare lโapertura di nuove attivitร ? Esenta o facilita per periodi stabiliti il pagamento del suolo pubblico? della pubblicitร ? delle Insegne? O cosโaltro? Troppo facile parlare di crisi, ora, degli affitti alti, ora. Ma il dramma รจ che i portoferraiesi non visitano Musei, Fortezze e Pinacoteche mal gestite e il Centro Storico ha ben poco dโaltro da offrire se non desolazione e lโaspetto di un paese semi abbandonato che sopravvive esclusivamente grazie proprio a quei pochi commercianti rimasti. Noi tutti, in particolare chi di dovere, avremmo bisogno di immedesimarci con la fervida fantasia del fondatore della cittร , Cosimo dei Medici e dei suoi architetti Bellucci e Camerini, se non altro per riportare la pluvialitร del Paese al progetto originale, quando nella Piazza Cavour e nelle scalinate lโacqua e quantโaltro di disdicevole non invadeva piazze e strade, quando il pedone poteva accedere alle parti alte del paese senza camminare contro un fiume discendente.
Sergio Bicecci 19/01/2013