ALCUNI DATI ECONOMICI DELLA GESTIONE MONTI. PURTROPPO A PARTE LO SPREAD NON CI SONO ALTRI INDICATORI DI INVERSIONE O SOLO STABILIZZAZIONE DELLA CRISI.
INOLTRE E' PALESE CHE SE NON RIPARTE L'ECONOMIA, NESSUNA TASSAZIONE POTRA' RISOLVERE LA SITUAZIONE.
COME PURTROPPO, A MIO PARERE, LA SUA AGENDA E' POPULISTA ALLA PARI DEL BERLUSCA.
DIVERSO UN PROGRAMMA DOVE GLI ITALIANI LEGGONO SU QUALI BASI SI CRESCE.
CERTO NON SIAMO TECNICI, MA QUESTI IMPROVVISATI IMPRENDITORI PER ANNI HANNO CREATO LAVORO E RICCHEZZA, ANCHE LOTTANDO CONTRO UNA CLASSE POLITICA SPUTTANA/SOLDI..
BUON NATALE A TUTTI I CAMMINATORI... ANTONIO
LโItalia ha immolato il 2012 sullโaltare dello spread. Bussola dellโazione di governo, termometro precisissimo per registrare l'umore dei mercati (e della speculazione), il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato decennali italiani e degli analoghi tedeschi, parametro di riferimento per lโEurozona, รจ lโunico numero col segno verde di questโanno.
Il 9 novembre 2011 schizzรฒ al record di 574 punti. Dodici mesi dopo รจ sceso a 365 punti e addirittura in questi giorni si mantiene sotto quota 300, per la gioia del premier Mario Monti. Magra consolazione perรฒ.
Tutto il resto, infatti, รจ peggiorato, anche se la cura da cavallo (leggi tenere basso lo spread) significa per lโItalia una capacitร di finanziamento sul mercato a costi molto piรน bassi. Ma ecco i numeri di un anno di "lacrime e sangue".
Debito pubblico: 100 miliardi in piรน
A ottobre lโItalia ha sfondato quota 2.000 miliardi: si tratta, in valore assoluto (2.014 miliardi), del livello piรน alto di sempre. A ottobre 2011 era arrivato a 1.909 miliardi di euro.
Deficit/Pil: primi in Europa
Pur rimanendo sotto la soglia di Maastricht (-3%) e registrando una percentuale migliore dei principali partner europei, lโItalia ha peggiorato il rapporto deficit/Pil che questโanno si attesterร al -2,9% (-3% secondo lโOcse) dal -2,5% del 2011.
Italia in recessione profonda
Il peggioramento dei dati macro italiani รจ dovuto in gran parte al Pil, il denominatore dei principali indicatori, che questโanno chiuderร con un calo del 2,8%. Lo scorso anno aveva chiuso a +0,4%. Secondo Confindustria la recessione durerร fino al 2014.
Lโinflazione rallenta
A novembre il tasso d'inflazione annuo si รจ abbassato al 2,5%, tornando al livello di marzo 2011 e ben al di sotto dal 3,4% di un anno prima. Questo dato positivo, tuttavia, nasconde un trend negativo: la frenata, infatti, รจ dovuta al calo segnato dai carburanti, mentre il rincaro annuo del cosiddetto carrello della spesa รจ del 3,5%.
Le imprese frenano
Che lโindustria italiana non se la passi bene, lo dimostrano soprattutto i dati sulla produzione: nella media dei primi dieci mesi dell'anno รจ diminuita del 6,5% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Cittadini e imprese strozzati dalle tasse
Oltre la metร delle nostre entrate finisce nelle tasche dello Stato. Nel 2012 la pressione fiscale รจ schizzata oltre la soglia del 45% (45,2%), secondo Confcommercio, dal 42,5% registrato dallโIstat un anno prima. Calcolando la pressione fiscale reale, comprendendo quindi il sommerso, questโanno si arriva al 55%.
Le banche chiudono i rubinetti
I dati aggregati della Banca d'Italia evidenziano una contrazione dello stock complessivo di prestiti a famiglie e imprese, passati rispettivamente da 618 a 610 miliardi e da 894 a 875 miliardi. A ottobre, inoltre, Via Nazionale segnalava il terzo calo consecutivo degli impeghi all'intero settore privato (-1% rispetto a settembre) e addirittura il sesto calo consecutivo dei prestiti alle imprese.
Diminuisce il potere dโacquisto
Nel mese di ottobre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie ha registrato un incremento annuale dell'1,5%. Ma a ottobre 2011 lโaumento in un anno รจ stato dellโ1,7%. La crescita, inoltre, รจ inferiore al tasso di inflazione certificando cosรฌ la diminuzione del potere reale di acquisto degli italiani.
Allarme disoccupazione
Ad ottobre l'esercito dei disoccupati ha raggiunto la soglia di quasi 3 milioni (2,87 milioni), secondo l'Istat, il dato piรน alto dal 2004. A preoccupare รจ l'alto tasso di senza lavoro tra i giovani (36,5%) e il boom dei precari che sono quasi 3 milioni.
