[SIZE=4][COLOR=darkred]CHIUSURA OSPEDALI MONTANI & DISAGIATI – [/COLOR]  [/SIZE] 
 
[FONT=comic sans ms][COLOR=darkred]Secondo Uncem Toscana, con l’ultima manovra sanitaria della Regione Toscana potrebbero chiudere tutti i presidi ospedalieri di montagna, ma sono a rischio anche altri ospedali disagiati. “Individuare strutture alternative per non ripetere l’errore dopo la chiusura dei manicomi” [/COLOR]    [/FONT]
  
 
«L’appello di Uncem va accolto perché il rischio chiusura degli ospedali montani e disagiati è reale. In Toscana si vogliono chiudere oltre 2000 posti letto per acuti, quando il Ministero ci ha chiesto di rinunciare solo a 106, ma il Governo vuole anche tagliare gli ospedali con meno di 80 e 120 posti letto». È quanto afferma il consigliere regionale di “Più Toscana”, Gian Luca Lazzeri, in merito alla paventata chiusura dei presidi montagna e disagiati. L’allarme è stato lanciato dal presidente di Uncem Toscana, Oreste Giurlani, e Lazzeri ha deciso di interrogare direttamente l’assessore regionale al Diritto alla Salute, Luigi Marroni.
«La chiusura – spiega il consigliere membro della IV commissione “Sanità” – si paventa pure a causa dell’elevato numero di ricoveri “inappropriati”, ma noi sappiamo benissimo che anche questi sono uno degli aspetti dell’importantissimo ruolo sociale che svolgono i presidi di montagna e disagiati. I posti letto di questi ospedali, infatti, sono un’importante ciambella di salvataggio sociale».
Secondo l’esponente di “Più Toscana”, «almeno per i territori montani, devono essere individuate delle strutture alternative altrimenti si ripeterà la vergogna della chiusura dei manicomi ai sensi della legge 180/1978 (la cosiddetta “Legge Basaglia”), con malati abbandonati a se stessi e nessuna struttura alternativa creata. La capacità di governo di questa maggioranza regionale, che si autodefinisce di sinistra – conclude Lazzeri –, si misura da queste cose».
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A rischio l’apertura delle 14 nuove farmacie in provincia di Livorno.  “Ancora non nominata la commissione esaminatrice” [/COLOR]  [/SIZE]  
[FONT=comic sans ms][COLOR=darkred]Le nuove farmacie avrebbero dovuto aprire nei comuni di Campiglia Marina, Campo nell’Elba, Cecina, Collesalvetti, Livorno, Piombino, Portoferraio, Piombino e Rosignano Marittimo   [/COLOR]  [/FONT]   
«È rischio paralisi per il concorso straordinario con cui saranno assegnate 131 sedi farmaceutiche in tutta la Toscana». Lo afferma il consigliere regionale di “Più Toscana” e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri, che commenta così il ritardo di 60 giorni sulla nomina della commissione esaminatrice che avrà il compito di giudicare le 2.000 domande presentate dai 5.000 partecipanti al concorso, predisponendo la graduatoria dei candidati sulla base del punteggio conseguito. Secondo quanto riportato nel bando della Regione Toscana, in provincia di Livorno sono 14 le sedi farmaceutiche di nuova istituzione messe a concorso. 1 a Campiglia Marina (nella frazione di Cafaggio), 1 a Campo nell’Elba (tra San Piero e Sant’Ilario), 2 a Cecina (verso l’ex Magona e nella zona tra l’intersezione con via dei Lavoratori della sr66 Val di Cecina e l’intersezione con la ss1 Variante Aurelia), 1 a Collesalvetti (nella frazione di Nugola), 5 a Livorno (nell’area compresa tra via di Levante, via di Salviano, via dei Pelaghi e via Campania; nell’area tra via della Cinta Esterna, Via Genova fino alla Ferrovia; in zona Bandinella; nell’area compresa tra largo dei Risicatori, via Firenze e via degli Acquaioli; e tra viale del Risorgimento, viale Fattori e viale Carducci), 1 a Piombino (in località di Poggetto-Cotone), 1 a Portoferraio (in località Schiopparello) e 2 a Rosignano Marittimo (in zona H5 e in zona delle Pescine-Morelline).
«La commissione costituita al 40% da farmacisti – spiega – sarebbe dovuta essere istituita entro il 24 novembre, ossia a 30 giorni dalla pubblicazione del bando, come stabilito dall’articolo 7 dello stesso. Ma, stando a informazioni in nostro possesso, le persone che avranno il compito di stilare la graduatoria ancora non sono state nominate». 
Un’impasse che, se prolungata, danneggia i 5.000 partecipanti al concorso al pari dei cittadini che sono costretti a macinare chilometri per raggiungere la prima farmacia disponibile. 
«Ci auguriamo – conclude Lazzeri – che questo ritardo trovi una spiegazione solo nella burocrazia e chiediamo ai soggetti preposti alle nomine dei membri della commissione, a partire dalle associazioni rappresentative dei farmacisti, di procedere subito senza indugio».
					
					
					
				