Mer. Nov 5th, 2025

Homepage

Lascia un messaggio

 
 
 
 
 
 
I campi con * sono obbligatori.
Il tuo messaggio sarà online dopo l'approvazione della Redazione di Camminando.
Ci riserviamo il diritto di cancellare o non pubblicare il tuo messaggio.
riflessioni da riflessioni pubblicato il 15 Dicembre 2012 alle 10:04
L'esperienza Monti è (finalmente) conclusa. E adesso, pover'uomo?di Pepe CagliniCommentaInviaBene. Dunque l’esperienza Monti è (finalmente) conclusa e il nostro eroe può accingersi ad un esame di coscienza. Cosa ci lascia? Una piccola lucetta accesa e un mucchio di questioni irrisolte, peggio, aggravate. La lucetta è l’aver dimostrato alle tecnocrazie europee che gli italiani non sono completamente inaffidabili e che, volendo, le cose potrebbero essere sistemate; le questioni irrisolte sono invece talmente numerose e macroscopiche che non si capisce davvero la voglia sfrenata e mal dissimulata di farsi male manifestata dal prossimo Presidente del Consiglio, Pier Luigi Bersani da Bettola, che già si vede insediato al posto di comando e trasuda soddisfazione da tutti i pori. Ma torniamo a Monti. Poteva fare di più? No, poteva fare meglio. Il suo errore più grave è stato non aver compreso che l’accoppiata tasse in aumento e redditi in diminuzione avrebbe ucciso un uomo già mezzo morto dopo un ventennio di stagnazione economica. Certi affermano che in Italia il ceto medio sia oramai scomparso. Questo cinico professore universitario sarebbe dunque riuscito a dare il colpo di grazia al capolavoro di tutte le rivoluzioni borghesi, consistente nella formazione di un ceto sociale che da un lato tempera gli eccessi delle élite e dall’altro concede concrete opportunità agli esclusi di sempre. In Italia nel giro di un solo anno è avvenuto l’esatto contrario: ceto medio praticamente demolito, super ricchi e poveri in drammatico aumento. Proprio un bel risultato. Ma l’errore di Monti non si limita a questo. C’è qualcosa, se possibile, di peggiore nel suo lascito. Il governo tecnico ha operato con una certa alacrità. Molti sono i provvedimenti presi. Se però andiamo a vedere quanti di questi provvedimenti sono diventati effettivamente operativi e, tra questi, quanti hanno prodotto effetti virtuosi, il bilancio è sconsolante. E’ legittimo domandarsi: è possibile che questi Tecnici, tutti più che qualificati dal punto vista accademico, abbiano potuto sottovalutare l’enorme potere di interdizione, di elusione e di sabotaggio del corpaccione burocratico dello Stato ? O forse non l’hanno visto proprio perché sono essi stessi parte del corpaccione e quindi non possono “vedere” una malattia di cui sono portatori sani? Comunque la si metta, i risultati sono sotto gli occhi di tutti : le pseudo-riforme avviate, se sono state sufficienti ad un effimero recupero di credibilità internazionale non hanno praticamente riformato niente e il Paese, ora che il pover’uomo se ne andrà, è di nuovo in attesa di una salvifica leadership politica in grado di fare ciò che Monti ha solo potuto – se mai lo ha fatto – sognare : una sostanziale e autentica riforma globale dello Stato, l’unica “manovra” che potrebbe veramente metterci in sicurezza. In questa attesa degli italiani c’è purtroppo un’illusione: che l’offerta politica del momento, qualunque sia l’esito delle elezioni, possa riuscire in ciò dove Monti ha fallito. Pensare questo significa essere peggio che ciechi, legittimare con un qualsiasi voto questo corso degli eventi significa solo dare il proprio contributo non ad anni ma a decenni di ulteriore sottosviluppo – guarda il tuo passato e vedrai il tuo futuro – finché il declino sarà diventato irreversibile. Dobbiamo farcene una ragione, costituzionalisti e politologi in testa: non è vero che le regole non determinano conseguenze politiche e, alla lunga, sociali ed economiche: sono invece le regole, e per prima cosa, a determinare queste conseguenze. Nessuna forza politica, per quanto coesa e ben intenzionata può correggere i grandi mali che ci affliggono – talmente conosciuti e declamati da tutti da rendere noioso il semplice elencarli – trovandosi a dover agire all’interno dell’attuale sistema di regole, come l’esperienza del pover’uomo Monti conferma. Egli ha voluto procedere senza prima pretendere che venissero cambiate almeno alcune regole-chiave. E’ per questo che la frenesia di Bersani di sbucciarsi le ginocchia e la senile botta di vita di Berlusconi mi sembrano l’agitarsi senza prospettive di personaggi che, ancora una volta, dimostrano di non avere quel tipo di coraggio che in Italia è sempre mancato nei leader: stabilire una meta certa con trasparenza totale, descrivere dettagliatamente a quali condizioni può essere raggiunta (un esempio: nessuna grande riforma dello Stato può essere nemmeno pensata senza una preventiva Assemblea Costituente che ridetti fin dalle fondamenta la Costituzione), chiedere un mandato esplicito e, solo a questo punto, agire. E il fenomeno 5 Stelle, oramai chiaramente il secondo partito italiano? Sommessamente, dico : personalmente mi trovo d’accordo con quasi tutto ciò che sostengono i grillini ma vi imbarchereste mai in una nave dove il megafono è in mano all’animatore di bordo e invece della rotta ciò che viene annunciata è la festa della sera? di Pepe Caglini
... Toggle this metabox.