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Angelo Mazzei da Angelo Mazzei pubblicato il 10 Dicembre 2012 alle 14:42
[SIZE=3][COLOR=darkblue]Si avvicinano le elezioni e per l'isola d'Elba si tratterร  di una data doppiamente epocale perchรฉ se da una parte si eleggeranno i nuovi parlamentari nazionali che dovranno dar vita a un nuovo governo e a nuovi tagli, dall'altra gli elettori dello Scoglio dovranno esprimersi sul riordino istituzionale dei loro enti locali, che dovranno subire a loro volta un bel taglio. [/COLOR] [/SIZE] Ci sono perรฒ almeno tre argomenti che ci spingono a parlare di sospensione diffusa della democrazia: l'effettivo peso della volontร  popolare sul riordino del proprio assetto istituzionale, la sospensione della rappresentanza democratica in favore di un commissariamento โ€œmonarchicoโ€, l'assenza di riguardo alle problematiche specifiche della condizione insulare da parte del governo regionale. Tre argomenti pesanti sulla bilancia del nostro futuro. 1.1 Un referendum consultivo Ancora non รจ chiaro ai piu' che il referendum in questione non รจ di tipo confermativo, ovvero per richiedere il consenso popolare perchรฉ la legge del comitato per il comune unico possa entrare in vigore, bensรฌ di tipo consultivo, come mera richiesta di parere legalmente non vincolante quanto alla decisione successiva che verrร  presa in perfetta autonomia dal Consiglio Regionale come previsto dalla legge regionale n.51 del 6/10/2010 โ€“ e questo 'profuma' poco di volontร  popolare. 1.2 Un referendum fuori tempo massimo? Sempre a proposito del referendum (che anche se solo consultivo si deve tenere per legge) vorremmo chiedere al legislatore della suddetta legge 51 (il Presidente Rossi) se abbiamo letto male l'articolo 15 dove si recita testualmente che โ€œLa proposta di legge dichiarata procedibile รจ portata allโ€™esame del Consiglio regionale, che la vota nel merito, ai sensi dellโ€™articolo 74, comma 3, dello Statuto, non oltre nove mesi dalla presentazione, che significa non oltre il 14 febbraio 2013, se come ci รจ parso di capire la legge per la fusione dei comuni elbani รจ stata effettivamente presentata il 14 maggio 2012. 1.3 Un referendum senza peso La delibera 24 luglio 2012 del Consiglio regionale sull'indizione del referendum non lascia adito ad interpretazioni sul peso specifico dell'esito delle consultazioni laddove recita โ€œ Salve ed impregiudicate le valutazioni del Consiglio regionale all'esito della consultazione referendariaโ€ s'intende che al di lร  del voto sarร  comunque il Consiglio Regionale a decidere. Ancora a riguardo del referendum e del suo esito molti si pongono legittimamente la domanda: Se la maggioranza dei cittadini di un comune votassero "No" e quelli degli altri comuni "Sรฌ" che succederebbe? La risposta รจ che il procedimento รจ unico e pertanto o si realizza la fusione con tutti i comuni oppure non si procede per nulla (non รจ ammesso lo scorporo di uno o piรน comuni). Il voto referendario in ogni sua espressione (anche differenziato comune per comune) sarร  valutato dalla Regione Toscana che dovrร  decidere se procedere con la legge di fusione o no. 2 Un commissario impopolare e ad interim Se i tempi previsti dalla legge verranno rispettati i consigli comunali degli otto comuni storici devono sciogliersi e i comuni si estinguono a partire dal 40ยฐ giorno dall'approvazione della legge per la loro fusione. Per quanto detto al punto 1.2 sopra significherebbe che non oltre il 26 marzo 2013 il Presidente della Regione nominerร  un commissario del comune unico che avrร  solo due limiti: quello di non poter assumere e quello di doversi attenere alle direttive del Presidente della Regione, cosรฌ come riportato ai commi 2 e 3 dell'art.4 della legge presentata dal Comitato per il Comune Unico. Quindi un commissario che non dovrร  rispondere alle richieste della popolazione locale ma alla voce del padrone d'oltremare, e un commissario che rimarrร  in carica senza una scadenza predeterminata se non dalle leggi nazionali che stabiliscono che alla successiva tornata elettorale si dovranno eleggere un sindaco e 24 consiglieri. 3 Le Ragioni della Regione Venerdรฌ 7 presso il Centro De Laugier ha parlato del comune unico tra gli altri relatori l'Assessore Regionale alle Riforme Istituzionali e ai Rapporti con gli Enti Locali Riccardo Nencini. Ha tenuto a sottolineare la prioritร  di due ragioni madre che sostengono questa fusione di comuni: la prima ragione รจ che l'alto debito pubblico e la forte recessione impongono una contrazione della spesa pubblica e quindi una maggiore attenzione da parte dei governi locali, in quanto non si tratta di piccoli aggiustamenti ma di tagli definitivi con carattere di stabilitร ; la seconda ragione รจ che ci sono circa una dozzina di enti tra province, unioni dei comuni ed altro, e non si puรฒ piu' vivere con un numero cosรฌ elevato, se questo venisse asciugato sarebbe un servizio per i cittadini. Poi l'assessore ha citato Tommaso: โ€œDi fronte alla ragione madre tutte le altre ragioni cadonoโ€ e ha aggiunto che queste sono due ragioni madre. Vorremmo chiedergli: E la specialitร  insulare, la continuitร  territoriale e il rispetto delle autonomie locali e dei diritti dei cittadini che vivono in territori palesemente svantaggiati non sono altrettante ragioni madre? Conclusioni Nell'esprimere profonda gratitudine a tutti coloro i quali mi hanno dimostrato attenzione e solidarietร  nella mia campagna di informazione personale sulla scottante questione del comune unico, voglio altresรฌ ricordare che le mie considerazioni non sono accuse lanciate da un qualsivoglia comitato per il no, ma riflessioni di un cittadino legittimamente curioso e perplesso che vorrebbe capire a fondo di cosa stiamo parlando e โ€“ soprattutto โ€“ vorrebbe che lo capissero altrettanto a fondo anche i suoi conterranei isolani. Sulla bontร  delle intenzioni dei promotori di questa legge d'iniziativa popolare lascio ad altri l'espressione di un giudizio. La sola cosa che ho il dovere di puntualizzare รจ che non sono stato invitato al dibattito televisivo sul tema e quindi non faccio parte di quelli che hanno rifiutato il confronto, ma ci sarei andato volentieri. Angelo Mazzei (Di Poggio
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