Vi scrivo da Palazzo Vecchio dove seguo l'evolversi della vicenda maltempo a Firenze. La situazione รจ sotto controllo e devo ringraziare i lavoratori della Protezione Civile, della Polizia Municipale, della direzione mobilitร , di Publiacqua, della Sas e di tutto il nostro team.
Siamo intervenuti immediatamente, evitando situazioni peggiori. Certo, abbiamo creato disagio al traffico bloccando i sottopassaggi. E mi scuso. Ma preferisco "aver paura che buscarne" come diciamo dalle nostre parti. Meglio prevenire prima che piangere poi. Nel frattempo perรฒ un pensiero va alla situazione difficile in tutta Italia, specie a quella di Taranto dove - dramma nel dramma - lo stabilimento dell'ILVA vive ore di drammatica emergenza.
Oggi si svolge il confronto finale con Pierluigi Bersani (Rai Uno, ore 21.10). In molti sono preoccupati che i toni non siano civili. Personalmente invece sono molto sereno: i toni almeno da parte mia saranno molto rispettosi. E - soprattutto - il confronto non รจ sulle regole. Una parte dei media, sospinta dagli amici di Pierluigi, continua a dare centralitร alla questione delle regole. Che รจ assurda, sia chiaro. Ma non รจ lรฌ che si gioca la diversitร tra i due candidati.
Noi vorremmo in queste ore caratterizzarci per le nostre idee, non per le regole. Tra noi e loro ci sono molte differenze. Questo non impedisce di stare in squadra domani insieme. Ma gli italiani devono sapere che noi abbiamo un'idea diversa non solo su chi deve essere l'allenatore, ma anche sulla tattica, sulla squadra, sulla formazione. Se vinciamo noi non mandiamo solo in tribuna qualche vecchia gloria (concetto che spero ormai sia passato), ma anche il modo catenacciaro di vivere il centrosinistra. Basta con il finanziamento pubblico ai partiti, con la logica dei vitalizi, con gli investimenti sulle grandi opere, sulle riforme che non riformano nulla, sugli inciuci e gli accordi, sulle nuove costruzioni anzichรฉ sul recupero ambientale del territorio. Basta con questa RAI - lo dico con molta franchezza il giorno del confronto - che si fa dettare la linea dai portavoce di partito, che nomina i direttori tenendo conto del bilancino, che spende male i propri soldi e le proprie professionalitร , se vinciamo noi la Rai farร servizio pubblico, senza consultare le segreterie dei partiti.
Se vinciamo noi non ci saranno inciuci con Casini. E non siamo tra quelli che cercano di accontentare un po' tutta la generazione dei politici di oggi da Vendola - che domani sarร sul palco di Napoli con Bersani - fino alla Bindi e D'Alema. Se vinciamo noi la foto di gruppo del centrosinistra sarร quella del futuro non quella di chi in questi vent'anni ha parlato a lungo di coesione e poi ha mandato a casa due volte Prodi. Ha finto di contrastare Berlusconi e poi non ha fatto neanche la legge sul conflitto d'interessi. Loro sono rassicuranti, noi vogliamo cambiare. Loro hanno esperienza, noi vogliamo la speranza. Loro curano le radici, noi vogliamo volare. Non รจ detto che siamo meglio noi o che siano meglio loro. Siamo diversi. ร un referendum sul futuro quello di domenica. Io penso che questo Paese debba svoltare. Se continua con le stesse facce, gli stessi slogan, gli stessi dirigenti degli ultimi vent'anni, l'Italia vede il declino perchรฉ continueremo con gli stessi problemi. Se proviamo a cambiare si vive un'incognita, ma torniamo a crescere. Lo ha spiegato bene ieri un amico come Lorenzo Jovanotti.
Per tutti questi motivi io rispetto profondamente coloro che hanno votato Bersani. Perchรฉ ne capisco l'ansia di sicurezza. Ma credo che oggi l'unica cosa sicura da fare sia cambiare. L'unico rischio che corriamo, paradossalmente sarebbe proprio quello di non cambiare.
Sono concetti piรน importanti delle regole. Le regole le ha fatte Bersani, come un giocatore che fa anche l'arbitro. Sono diverse dal passato e infatti ha votato meno gente. A distanza di quattro giorni non sono online i verbali dello spoglio. In un Paese civile i verbali sono pubblici, non le aggregazioni fatte dai segretari provinciali. Perรฒ noi proviamo a vincere con queste regole. Con un sorriso, non con il rancore. Se gli italiani vogliono cambiare possono farlo anche con queste regole, nessun alibi. Ovviamente ci aspettiamo dal partito una cosa semplice: l'elenco ufficiale degli autorizzati a votare. In troppe parti d'Italia girano e svolazzano fogli e foglietti. Un'organizzazione seria - immagino - inserisce tutti i nomi in un file che รจ a disposizione di entrambi i candidati. Altrimenti le primarie non sono serie, no? Sapere quanti hanno votato, chi ha votato e garantire che nessuno faccia il furbo. Non mi pare una cosa cosรฌ difficile: si chiama democrazia.
Domanda secca: puรฒ votare anche chi non ha votato al primo turno? Sรฌ, puรฒ votare anche chi non ha votato al primo turno. Occorre andare personalmente nelle sedi dei Coordinamenti Provinciali (qui l'elenco, seleziona Regione e Provincia per reperire gli indirizzi) tra giovedรฌ 29 e venerdรฌ 30. Se uno non puรฒ andare fisicamente basta che mandi un'email specificando che non ha potuto votare per "motivi indipendenti dalla sua volontร " Si tratta di una novitร molto positiva, basta un'email. Questo รจ sufficiente perchรฉ si possa andare a votare (portando con sรฉ l'email). Comunque chiunque abbia voglia di darci una mano (magari controllando i seggi in tutta Italia) o voglia votare e non l'abbia fatto al primo turno o voglia segnalare amici che hanno problemi puรฒ scrivere all'email [EMAIL]ballottaggio@matteorenzi.it[/EMAIL].
Quanto a chi dice: parlano di regole, perchรฉ non hanno proposte. Bene. Chi ha tempo da perdere segua questa trasmissione di Porta a Porta (che ieri - peraltro - ha fatto il record di share) dove per un'ora e mezzo discuto di politiche economiche, di ILVA, di progetti per il Paese.
I numeri ufficiali del PD dicono che la differenza di votanti al primo turno รจ meno di 300mila voti. Bene, ci sono 600mila voti in libertร tra chi ha votato altri candidati. Ce ne sono altri di quelli che potranno registrarsi anche se solo entro venerdรฌ: io sono certo che saranno almeno altri 200mila come minimo.
E poi ci sono piรน di un milione di voti di Bersani che potrebbero cambiare opinione, il che varrebbe doppio. Perchรฉ? Perchรฉ vedono nella vicenda delle regole la paura. Noi siamo in una crisi profonda: un leader non puรฒ aver paura.
Se uno ha paura delle registrazioni online come farร domani a rinnovare la burocrazia pubblica puntando sulla digitalizzazione dopo che per votare ci hanno fatto firmare cinque moduli cartacei?
Se uno ha paura della partecipazione al secondo turno (in Francia, il caro Hollande ha visto aumentare la partecipazione al secondo turno del 10%: lui non ha avuto paura) come potrร coinvolgere i cittadini nella partecipazione dopo?
Se uno ha paura del voto dei sedicenni come farร domani a cambiare la scuola?
Mi spiace perchรฉ in tempi di crisi la paura รจ l'unica cosa che non possiamo permetterci. In ogni caso noi gambe in spalla e sorriso. Andiamo a vincere con il coraggio, che รจ contagioso, e con l'entusiasmo di chi deve riportare tutti a votare, di chi deve convincere, di chi deve coinvolgere. Al massimo possiamo perdere le primarie. Ma almeno non perderemo la faccia. E, se vinciamo, l'Italia con noi cambia davvero.
Un sorriso
Matteo
