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LA DESTRA da LA DESTRA pubblicato il 18 Marzo 2009 alle 14:20
Bonus famiglia agli stranieri (anche se residenti all’estero) Pubblicato da admin in Opinione il 18 marzo 2009 Adesso ci stanno facendo veramente incazzare! In questi giorni coloro che hanno diritto, si affrettano a preparare i documenti per procedere all’incasso del prezioso aiuto anti-crisi fortemente voluto da Silvio Berlusconi. Lo Stato staccherà assegni fino a mille euro a famiglia. Ma, siccome in Italia, la realtà supera spesso la fantasia, ci accorgiamo che il provvedimento, nato per sostenere economicamente le famiglie italiane in difficoltà economica, nasconde un triste e disastroso retroscena che ha il sapore della beffa mettendo ancora una volta in evidenza l’incompetenza dei nostri super pagati politici con l’aiuto di funzionari poco attenti. La recente circolare dell’Agenzia delle Entrate n.2009/9209 datata 03/02/2009 e pubblicata anche sul sito [URL]www.agenziaentrate.it[/URL] (dove potete andarvela tranquillamente a leggere), non lascia spazio a dubbi. Con una semplicità di stesura alla quale i nostri burocrati non ci hanno certo abituato in altre situazioni, il documento dell’Agenzia stabilisce infatti in modo chiaro il diritto per gli stranieri residenti in Italia di incassare anche per conto dei familiari a carico che abitano all’estero. “Per beneficiare del bonus straordinario per la famiglia è necessario che il richiedente sia residente in Italia”, si legge. Ma la circolare sottolinea che “per gli altri componenti del nucleo familiare del richiedente (coniuge non separato, figli a carico, altri familiari a carico), invece non è richiesta la residenza nel territorio dello Stato”. Pertanto tutti gli stranieri che dimostrano di aver a carico parenti quali “figli, mogli o genitori” possono usufruire del bonus famiglia nonostante il resto della ciurma non sia italiana e non si trovi fisicamente nel nostro Paese. E’ sufficiente presentare dei semplici documenti elencati proprio nella circolare dell’Agenzia delle Entrate. Eccoli: “a) documentazione originale rilasciata dal proprio consolato, con traduzione in lingua italiana e asseverazione della Prefettura; b) documentazione con l’apostille (un timbro speciale apposto da un’autorità che certifica che un documento è una copia conforme dell’originale, ndr) per chi arriva da Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961; c) documentazione rilasciata nel Paese d’origine, tradotta in italiano e asseverata come conforme all’originale dal consolato italiano”. Oltretutto, per essere considerato a carico il familiare “deve possedere un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro al lordo degli oneri decucibili”, cifra che in tantissimi Paesi da cui provengono i nostri ospiti è assolutamente irraggiungibile. Questa vergognosa notizia, in cui è sancito per legge il dentro tutti, ci lascia stupefatti ed amareggiati. Ancora una volta, la superficialità delle nostre istituzioni, sta arrecando danni economici e morali alla gente di questo paese. Adesso, si spera, che qualcuno, con urgenza, riesca a far fronte a questa nuova ingiustizia e spreco di denaro pubblico, a cui deve far seguito il risarcimento coatto da parte di chi si è reso responsabile di questa ennesima beffa a danno del popolo Italiano. Comunque la cosa che ci lascia perplessi è che, da Febbraio ad oggi nessuno si è accorto di questa ingiustizia tutta Italiana? Come mai nessuno si sia prodigato a denunciare una falla così importante della nostra legislazione? Una cosa ci sembra certa, ancora una volta si è confermato il carattere approssimativo che contraddistingue la pubblica amministrazione in tutte le proprie sfaccettature. Noi speriamo che il silenzio che ha accompagnato questa circolare non sia stato appositamente creato per qualche oscuro motivo di opportunismo politico o economico, perché se così fosse saremmo veramente in una situazione di completo degrado sociale in cui il bene comune è diventato un obbiettivo di secondo piano. Da questa ulteriore esperienza riusciamo a trarre una sola certezza, che siamo in mano a gente incompetente che deve andare a casa senza se e senza ma, poiché continua ad essere assorta nei propri interessi e non ha la giusta attenzione per i problemi della gente comune che non riesce più ad avere una vita degna di tal nome.
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