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Pensare male è peccato, ma qualche volta ci si azzecca era solito dire uno dei più grandi politici della Repubblica Italiana. E se la mossa delle dimissioni di Peria fosse tutta una messinscena studiata a tavolino con il Pd e la Regione? Proviamo a spiegare. Peria si dimette, ma le dimissioni sono esecutive dopo 20 giorni. In questi 20 giorni dalla Regione arriva il contentino e vengono accolte alcune delle richieste contenute nel documento presentato dai sindaci all'assessore regionale Marroni. Conseguentemente Peria ritira le dimissioni e torna al suo posto. Risultato? Peria fa la figura dell'eroe che si è immolato in nome dell'elbanità calpestata e la sua immagine ne esce rafforzata. L'obiettivo è far crescere la sua popoplarità per poi poterlo piazzare come principale candidato per il comune unico in barba a...Barbetti. Peria però non è certo sprovveduto ed avrà sicuramente chiesto garanzie. Se il progetto del comune unico non dovesse andare in porto, ci sarebbe quindi pronto, quale premio per essersi immolato per il partito, il posto lautamente retribuito di segretario dell'Autorità Portuale che Paola Mancuso lascerà libero a fine del secondo mandato. Fantapolitica? Cattiverie gratuite? Ai posteri l'ardua sentenza. Prima però un altro interrogativo: perchè Peria si è dimesso da sindaco e non ha restituito la tessera del Pd?