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IPSE DIXIT da IPSE DIXIT pubblicato il 14 Novembre 2012 alle 17:03
[SIZE=4][COLOR=darkblue]COMUNICATO STAMPA del Comune di Capoliveri del 16 Marzo 1996 [/COLOR] [/SIZE] Quando nel settembre 1995 ci è pervenuta la deliberazione della Giunta Regionale n. 3940 del 31/10/95 che, in ambito di esecuzione della legge 23/12/94, n. 724 – (la legge prevede la diminuzione e riconversione dei presidi ospedalieri con dotazione inferiori a 120 posti letto) – conformava la struttura ospedaliera di Portoferraio pur nella dimensione minima di 120 p.l., si è ritenuto che la Regione - come giusto che fosse - aveva tenuto conto della peculiarità della zona sanitaria Elbana (esistenza di condizioni territoriali particolari in specie aree montane ed isole minori ). Maggiormente abbiamo ritenuto che i bisogni dell’Elba -come isola- erano stati correttamente valutati quando nell’atto deliberativo successivo si evidenziava tra l’altro che: - le specialità di base richiedono, per mantenere in adeguato livello di qualità dell’offerta di prestazioni, indizi di funzionalità che “non devono essere applicati automaticamente ai singoli presidi delle aziende sanitarie “ ma che “ devono altresì tenere conto della necessità di svolgere le attività con una struttura organizzativa adeguata “ - Si riteneva pertanto scontata la permanenza delle UU.OO. esistenti e precisamente : Medicina generale, chirurgia generale, ostetrica e ginecologia, pediatria, ortotraumatologia, anestesia e rianimazione, laboratorio analisi chimiche, radiodiagnostica. Purtroppo le prime avvisaglie che quei principi potevano essere disattesi abbiamo cominciato a vederli dal contenuto di un documento della segreteria del PDS di Suvereto che, sulla parola d’ordine del risparmio a tutti i costi, cominciava a porre in dubbio che la specificità Elba non poteva prelevare sui puri fattori economico – contabili. Infatti in quel documento, baluardo di avanguardia di quanto si stava architettando in Giunta Regionale si affermava che, nell’ambito della Val di Cornia - Isola d’Elba, e quindi preso i due presidi ospedalieri di Piombino e Portoferraio, per alcune specialità già esistenti in entrambi i presidi si poteva procedere ad accorpamenti con punti di erogazione servizi “non uguali”. Non si capiva, o si capiva benissimo quale dei 2 ospedali doveva essere il preminente e quale il dipendente. Ed ecco che, l’avvisaglia di nuvole minacciose si è trasformata subito in Temporale con la divulgazione della proposta di piano triennale 1996- 1998. Proposte che non tenevano conto: - nè di quanto contenuto dall’art. 25 della L.R. n. 49/1994 circa la formazione degli indirizzi di piano che dovevano fissare soglie operative particolari e flessibili per i territori di particolare disagio; - nè dei principi contenuti nella delibera n. 3940, prima illustrata; - né quanto contenuto nella L.R. n. 28/1995, circa la costituzione delle aree a gestione sperimentale con le relative peculiarità gestionali introducevano delle soglie di accesso (aumento abitanti/strutture) e che, ipso facto, trasformavano l’ospedale di Portoferraio in una infermeria con dotazione di un solo reparto autonomo ( unità operativa ) di medicina generale. A niente era valso che la conferenza dei Sindaci dell’Elba avesse già promesso ed organizzato prima un incontro con il presidente della Commissione Regionale per la Sanità, cui erano state evidenziate le problematiche elbane ed ottenuto assicurazioni dimostratesi poi vane, di favorevole attenzione. A questo punto, tutte le Amministrazioni Comunali si mobilitarono predisponendo un circostanziato e corposo documento di opposizione-proposta che, partendo dall’esistente e contestando fermamente la proposta di piano che non prevedeva soggettive eccezioni per l’Isola, evidenziava, con una serie oggettiva di dati, la particolare situazione socio-economico-logistica della realtà Elba ed avanzava precise richieste di modifica ai paratremi di carattere generale, per adeguarli ai più essenziali bisogni locali. Il documento presupponeva che nel contesto di una zona individuata “Area a Gestione Sperimentale” primo stadio per raggiungere l’autonomia amministrativa con l’istituzione di una azienda sanitaria, dovessero essere comunque assicurate e mantenute quelle strutture essenziali tali da non abbassare i livelli di servizi in essere e da consentire alla stessa zona quei margini di autonomia necessari, senza i quali non potevano intendersi operanti le disposizioni di cui alla L.R. 28/1995 (legge che restituisce le AGS). Ciò passava attraverso l’abbassamento dei valori di soglie operative che, seppur valide per altre realtà, non potevano essere assunte a parametro per l’Elba – Val di Cornia, pena la cancellazione implicita della sperimentazione voluta dalla stessa regione. Per la zona dell’Elba in particolare si chiedeva la permanenza di Unità operative essenziali e complementari per poter dotare il territorio di un idoneo servizio di emergenza-urgenza di 12 mesi su 12, e precisamente: U.O. di medicina generale U.O. di chirurgia generale U.O. di anestesia e rianimazione U,O. di analisi clinico-chimiche e microbiologia con sezione trasfusionale. U.O. di radio-diagnostica mentre si chiedeva il mantenimento per la A.G.S. di U.O. di area con sezioni di attività nei due presidi ospedalieri aventi pari potenzialità operativa: -Pediatria -Ostetricia ginecologia -Ortotraumatologia Per i servizi territoriali sull’Elba il mantenimento di tutte le attività esistenti supportate da una U.O. di coordinamento veniva rilevata altresì la necessità, non prevista nella proposta di piano, di dotare l’AGS di mezzi finanziari propri e di un proprio bilancio di gestione nell’ambito dell’azienda sanitaria n.6 come prescritto della legge regionale istitutiva . La conferenza dei sindaci della Val di Cornia faceva proprio e supportava il documento presentato dall’Elba. Il piano regionale approvato in via definitiva dalla Regione ha accolto solo molto parzialmente le richieste avanzate e precisamente il permanere presso l’Ospedale di Portoferraio della seguenti U.O.: -medicina generale -chirurgia generale -anestesia e rianimazione mentre le altre attività sono state declassate a sezioni senza nemmeno assicurarne il principio della pari potenzialità operativa, nell’ambito delle UU.OO. della Area di Gestione Sperimentale. Unica nota favorevole nel riconoscimento della autonomia finanziaria dell’AGS, che ha ottenuto una assegnazione complessiva di circa 20 mld superiore alla media delle assegnazioni regionali. Il coordinamento dei Sindaci Elbani non ritenendosi soddisfatto del piano, aveva capito che era necessario attivarsi per ottenere il riconoscimento della peculiarità isolana su tre livelli istituzionali: 1- livello regionale per quanto concerneva la possibilità di istituzione di servizio di emergenza-urgenza dotato delle necessarie strutture (in termini di impianti ed attrezzature) e di personale; 2- a livello di direzione generale di Azienda Sanitaria, per ricercare ogni strumento necessario per una più idonea dotazione di servizi oltre che per una pari opportunità operativa dei reparti esistenti nell’intera area in modo da offrire condizioni di uguale opportunità agli abitanti dell’area Elba –Val di Cornia; 3- A livello di AGS, al momento della formazione del piano attuativo locale (PAL), per evitare la mobilità degli utenti fra Elba e Val di Cornia, agevolando invece la mobilità degli operatori. Per il raggiungimento dei suddetti obbiettivi si era innanzitutto organizzata una conferenza dibattito a Portoferraio in data 15/02/1996, con l’intervento del direttore generale dott. Di Disceglie e del responsabile dell’AGS dott. Franceschini. In quell’occasione, oltre a fornire alla cittadinanza elbana una corretta informazione sulla situazione sanitaria, si era ottenuta l’assicurazione da parte del vertice dell’azienda che: a) l’Ospedale di Portoferraio sarebbe stato dotato delle UU.OO. di : medicina generale, chirurgia generale, anestesia e rianimazione, laboratorio di analisi clinico-chimiche e radiodiagnostica, oltre al permanere del primariato per il reparto di pediatria ed ad attività di pari potenzialità con l’ospedale di Piombino per le sezioni di ortotraumatologia ed ostetricia e ginecologia: b) l’istituzione durante la stagione estiva 1996 di un servizio di emergenza urgenza dotato delle necessarie strutture e personale sia sul territorio che nel presidio ospedaliero. Ottenute dette assicurazioni, si è proceduto a fissare un incontro con l’assessore regionale alla sanità perché fossero assicurate le svolte aziendali e perché, con opportuni ulteriori finanziamenti, il servizio di emergenza urgenza dal carattere sperimentale fosse istituito in via permanente. Purtroppo l’incontro avvenuto in data 8 marzo u.s., si è dimostrato completamente deludente a fronte della completa chiusura dell’assessore alle più limitate e legittime richieste dei sindaci. Infatti non solo fu messa in dubbio la possibilità applicativa di una disposizione di piano per il riconoscimento delle UU.OO. di analisi chimico-cliniche e di radiodiagnostica all’ospedale Elbano, non solo si evidenziarono difficoltà a modelli operativi di pari potenzialità di sezioni nell’ambito di un’unica unità operativa (per ostetricia e ginecologia, pediatria ed artotraumatologia), quando si affermò che per la istituzione del servizio di emergenza urgenza per l’Elba (progetto obbiettivo primario voluto dalla stessa regione nell’ambito del territorio regionale) le risorse andavano ricercate nell’ambito del finanziamento aziendale - eventualità cosa quanto mai assurda alle altre zone che già sono destinatarie di rilevanti tagli. Il discorso a quel punto fu chiuso per impraticabilità di ogni logico confronto, per cui la ventilata visita dell’assessore all’Elba si ritiene di nessuna utilità. Questa la situazione allo stato attuale, la conferenza dei Sindaci porterà comunque avanti ogni iniziativa necessaria per il raggiungimento dei seguenti punti irrinunciabili: A1) Medicina – chirurgia – anestesia rianimazione. A) Mantenimento delle UU.OO. autonome: analisi + radiologia Assicurazione di interpretazione corretta da parte la regione – (laboratorio analisi clinico-chimiche e microbiologia, servizio di diagnostica radiologica) Riconosciuto dal Direttore Generale USL 6 nel regolamento generale dell’USL 6; B) UU.OO. uniche a scavallo con 2 sezioni di pari potenzialità per attrezzature, strutture, personale, e per tipologie operative. Costituita, con il coordinamento di un unico primario, dalla Sezione c/o l’Ospedale di Piombino e della Sezione c/o l’Ospedale dell’Elba. (Degenza di Ostetricia e Ginecologia con relativi servizi: Degenza in ortotraumatologia con relativi servizi;Degenza di pediatria con relativi servizi) C) D.E.U. Ottenibile: Sperimentalmente da direttore Generale USL 6 nel PAL. Meglio attraverso un finanziamento aggiuntivo regionale, considerato che ci sono finanziamenti ad hoc, per progetti obbiettivi, (per l’Elba servizio funzionante per tutto l’anno con idonee strutture, attrezzature ed organico. Dotare l’Ospedale di Portoferraio di quanto necessario perché sia classificato: “ospedale che eroga prestazioni di ricovero per acuti, assicurando attività ospedaliere di emergenza urgenza di primo livello”, quindi dotato di tutte quelle attrezzature (comprese la TAC) per cui possa assolvere a dette funzioni. È necessario pertanto una adeguata, seppur composta mobilitazione popolare, e politica per far cambiare parere ed atteggiamento all’assessorato Regionale e perché sia recepita anche nell’approvando Piano attuativo locale (PAL) la peculiarità logistica isolana.
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