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Fabio Pagni per Saverio Fusari da Fabio Pagni per Saverio Fusari pubblicato il 7 Novembre 2012 alle 9:53
Salve signor Fusari, provo a risponderle punto per punto: "il punto è: il più bravo, veloce, furbo, preparato, vince che cosa ed a fare che cosa? " Vince una coppa, come in tutti gli altri sport, non so sinceramente cosa si aspettasse... una collana di denti umani? 🙂 A fare che cosa, lei chiede. Il punto è questo: a giocare ad un gioco che porta - per sua natura ma non come fine ultimo - ad emulare (nei gesti, ma non nella sostanza) azioni di combattimento tra esseri umani. Emulazione che ritroviamo a diversi livelli in tante altre discipline, sport e giochi rispettati da tutti, che io e molti altri abbiamo citato, dalla scherma al risiko. Si esulta quando la nostra squadra di soft air, dopo aver percorso km e affrontato le difficoltà fisiche e tecniche di una camminata nel bosco, non prevarica (verbo inadeguato) bensì prevale sulla squadra avversaria per superiore intelligenza, capacità e, perché no, fortuna. E quando questo succede si esulta, certo, non per le "morti" degli avversari ancorché fasulle, ma per la stessa ragione per cui nella scherma Montano o la Vezzali esultano quando "trafiggono" l'avversario. Lo fanno forse per inneggiare all'omicidio virtuale che hanno appena compiuto, perché provano una gioia selvaggia e sanguinaria dopo aver appagato il loro istinto omicida 🙂 ? O forse perché in quella stoccata è riassunto un gesto tecnico che include velocità, astuzia, fisicità ed in una parola la superiorità sull'avversario? Non è forse questo lo sport? "Questo secondo me è ciò che la gente fa fatica a capire, anche perchè nei vostri interventi si prova solo a spiegare quello che non fate e che quello che fate, è solo un gioco come gli altri che fa bene" E' esattamente quello che dovremmo fare, cercare di far capire che cosa facciamo e per quali motivi. Sono d'accordo con lei che è un gioco che può non essere capito e apprezzato e anzi può essere frainteso. Per cui è nostro compito saperci presentare e spiegare, ammesso però di trovare dall'altra parte orecchie disposte ad ascoltare e capire. Altre persone, non lei mi pare, sono partite in quinta e con una veemenza fuori luogo ed è logico che qualcuno sia sulla difensiva. "Ora, con tutta franchezza, ad una certa età, vestiti ed attrezzati come militari da corpi speciali della Delta Force, parlando il linguaggio che parlate, è un po' dura passare da giovincelli spensierati che giocano a rimpiattino nella macchia per la salute del corpo e della mente" Ad una certa età... quale? Giocano a soft air persone dai 16 ai 70 anni... vestiti ed attrezzati come militari. E' vero, ci vestiamo così, perché il gioco lo richiede. Se devo nascondermi nella macchia quale capo di abbigliamento potrei mai indossare, che sia a buon mercato, e studiato appositamente allo scopo? Le mimetiche militari (le stesse usate da cacciatori) hanno tutte queste caratteristiche e sono anche resistenti (avete mai visto muratori con giacche e pantaloni mimetici? io sì... scelgono quei capi perché costano poco e resistentissimi). Oltre a questo ci sono alcuni a cui piace comprarsi la mimetica più costosa o più comoda/bella, ma la ragione di fondo rimane la stessa. Anche il resto dell'equipaggiamento è lì perché serve e non per scimmiottare, dalla radio all'attrezzatura per orientarsi come GPS, mappa e bussola (senza i quale per ragioni di sicurezza non mi potrei mai dividere la mia squadra in due gruppetti). Coltelli? Sì, ma multiuso per la stessa ragione per cui si portano in campeggio, per cos'altro? Armi? Nessuna, solo una replica innocua che spara pallini che nella peggiore delle ipotesi sono INERTI e nella migliore biodegradabili nel giro di un anno o giù di lì (noi per giocare a Livorno abbiamo dovuto presentare in provincia anche la certificazione di biodegradabilità rilasciata dall'azienda costruttrice, altrimenti non ci avrebbero dato il nulla osta per giocare nelle aree denominate ANPIL). "Cercate di capire, senza inalberarvi e dare del vigliacco a chi esprime una opinione, ma sostanzialmente perplessità, sul vostro operato senza fornirvi le proprie generalità, che la stragrande maggioranza della gente, che non è ammaliata dalle cose militari quali, armi, divise, mentalità e quant'altro, fa una fatica della miseria a considerare come un gioco le vostre manifestazioni. Ai loro ed anche ai miei occhi di normali civili, appaiono delle vere e proprie attività di addestramento paramilitare che nella forma, anche per vostra ammissione, cercate di emulare nel migliore dei modi seppure virtualmente." Comprendo la difficoltà ed è per questo che ritengo sia nostro dovere di associazioni spiegare la nostra attività a chi ne chiede conto, però è dovere civico di chiunque portare rispetto a tutti e cercare di ascoltare le ragioni altrui. "Non fatene una colpa alla gente che non vi capisce, perchè è normalissimo che non capisca, non può capire." Mi scusi ma questa sua affermazione assoluta è in realtà esclusivamente il suo pensiero personale, sul quale non sono per niente d'accordo. Io quelli a cui ho spiegato cosa faccio l'hanno capito benissimo, ovviamente molto vuol dire anche come lo si spiega e come ci si pone. E forse conta anche un poco il fatto che io come persona ho una storia, un background e dei valori che chi mi conosce sa che sono distanti da violenza, guerra e mondo militare in genere, e questo dà una credibilità maggiore a ciò che sostengo. "La gente ha un concetto del gioco e dello sport molto, ma molto lontano dal vostro, mentre ha molto chiaro cos’è la guerra che, se anche non sa come la si conduce in campo, sa cosa provoca ed è per questo che non può concepire che degli adulti possono giocarci." Peccato Fusari, era partito benissimo ma poi se ne esce con queste affermazioni molto forti senza nessun fondamento, come se conoscesse ciascuno di noi e potesse permettersi dall'alto di questa sua conoscenza di poterci giudicare con due frasette. Senza fare filosofia, la gente siamo anche noi, non siamo un mondo a parte. Lei non può sapere quale concetto abbiamo o non abbiamo io ed i miei compagni di squadra del gioco e dello sport. Forse lo abbiamo maggiore di tanti altri "sportivi" da divano e da bar che pontificano su quei miliardari mercenari dello sport che giocano a calcio nelle serie maggiori, insultano altre persone perché tifano un'altra squadra e nei casi peggiori vanno alle mani con loro o con la polizia. Forse ne abbiamo di meno, ma in ogni caso trovo arduo che lei possa dirlo, in primis perché non può saperlo, e poi perché non siamo una realtà omogenea e compatta ma siamo tante persone diverse. In altre parole ha fatto di tutta l'erba un fascio. Tantomeno non si dovrebbe permettere di insinuare che non sappiamo cosa sia la guerra, siamo tra persone adulte e vorrei che si evitasse di considerarci un cretini incapaci di distinguere tra gioco e realtà. La verità è che visto che l'argomento vi interessa (ne stiamo discutendo da giorni) dovreste concedere il beneficio del dubbio, cercare di capire come si svolge un game e che persone siamo, facendo domande, dibattendo, e solo allora potreste effettivamente dire: sì, confermo che siete una massa di sociopatici violenti. Fino ad allora lei avrà parlato senza vera cognizione di causa, ma solo seguendo il suo stomaco, che in questo caso non è il migliore dei sensori, mi creda. Perché nessuno ha chiesto come si svolgono in realtà quelle che voi chiamate manifestazioni ma che in realtà sono gare? Come funziona il gioco lo sapete? Chiedete e vi sarà spiegato, ma sempre con la civiltà e l'educazione che sono dovuti a chiunque, anche a chi si reputa "un cretino che gioca alla guerra": anche perché poi si potrebbe scoprire che si ha torto. Saluti cordiali Fabio Pagni
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